Mediobanca, Melzi d’Eril in pole position. Mps stringe sulla lista del nuovo cda
L’attuale ad di Anima sarebbe in vantaggio. Ma resta aperta anche l’opzione Riccardo Mulone, ora alla guida di Ubs Italia

Vittorio Grilli presidente e Alessandro Melzi d’Eril amministratore delegato: potrebbe essere questo il ticket al vertice della nuova Mediobanca a trazione senese.
Il nome di Grilli, ex ministro dell’Economia e oggi alla guida del Corporate & Investment Bank di Jp Morgan per l’area Emea, pare ormai il candidato ideale per raccogliere il testimone da Renato Pagliaro, dimessosi dalla presidenza. Parallelamente, nelle ultime ore, Melzi d’Eril – attuale amministratore delegato di Anima Holding – sembra aver guadagnato terreno nella corsa alla guida operativa di Piazzetta Cuccia, superando altri profili in short list.
La partita è entrata nelle sue ore decisive. Il consiglio di amministrazione di Monte dei Paschi si riunirà domani, 2 ottobre, per affinare la lista del nuovo board di Mediobanca, che sarà depositata entro venerdì. Dopo la riunione del comitato nomine di lunedì, presieduto da Domenico Lombardi, il consenso attorno a Grilli appare sempre più solido, anche se la condizione resta quella della sua disponibilità a lasciare Jp Morgan, advisor di peso nell’Opas con cui Siena ha conquistato Piazzetta Cuccia.
Sulla casella di ceo la competizione resta più aperta. Nella short list figurano Riccardo Mulone, che guida Ubs Italia e presidia anche asset management e private banking e sarebbe in vantaggio rispetto a Francesco Pascuzzi, country head di Goldman Sachs. Ma l’ingresso in corsa di Melzi d’Eril potrebbe aver scompaginato le gerarchie: il suo profilo, radicato nel risparmio gestito, si sposa con l’idea di rafforzare la proiezione della nuova Mediobanca nel wealth management.
Il Monte ha completato lunedì il regolamento delle azioni consegnate nei giorni di riapertura dell’Opas su Mediobanca. Con il 24% portato in adesione nella fase finale, Rocca Salimbeni è salita all’86,3% del capitale di Piazzetta Cuccia.
Contestualmente, il capitale sociale del Monte è stato aumentato di quasi tre miliardi, portando il totale a 17,97 miliardi, suddiviso in oltre 3 miliardi di azioni. Un rafforzamento che ridisegna gli equilibri di governance, prepara il terreno alla stagione delle nomine e ad un cambio strategico.
Mps lavora oltre che alla scelta del vertice anche alla composizione del nuovo board, dopo le dimissioni in blocco di quello di Piazzetta Cuccia, ad eccezione di Sandro Panizza. La scelta sarebbe per un organo più snello, di nove membri, rispetto ai 15 attuali. Nella rosa dovrebbero comparire imprenditori e manager, figure capaci di portare visione industriale. Un’esigenza su cui Delfin, primo socio di Siena, insiste: l’attività del Monte, ora azionista di controllo di Mediobanca, dovrà avere un focus ancora più marcato sulle imprese e sui territori produttivi.
Il comitato dei gestori, che pure aveva la possibilità di presentare una propria lista, ha scelto di non farlo. Con il flottante di Mediobanca ridotto al 14% e frantumato nei portafogli di fondi ed Etf, la capacità di incidere appare ormai marginale.
Il calendario è serrato. Il comitato nomine tornerà a riunirsi oggi per perfezionare la proposta da portare in cda. La sfida resta quella di incastrare i due tasselli principali: la presidenza per la quale Grilli è in pole e la guida operativa ancora contesa. Se l’ex ministro dovesse accettare, verrebbe meno la necessità di cercare un profilo internazionale per la successione a Nagel: la coppia Grilli–Melzi d’Eril avrebbe già il respiro giusto per traghettare Mediobanca nella nuova era.
Intanto, sul piano operativo, l'ipotesi di delisting di Piazzetta Cuccia e di una fusione nel Monte per il momento non è in agenda. L’istituto guidato da Luigi Lovaglio potrebbe anche decidere di ripristinare il flottante e di lasciare l'istituto milanese quotato. Il cantiere è apertissimo. Ieri intanto a Siena, dopo il primo tavolo di lavoro di lunedì tra il top management del Monte e i dirigenti di Mediobanca, con la presenza dei vertici di Compass e Mediobanca Premier, oltre quindici esponenti di Piazzetta Cuccia hanno raggiunto Rocca Salimbeni per uno “shaking hands” con un pari numero di manager senesi per mettere le basi del nuovo corso. Una fase di rodaggio che anticipa le decisioni formali e segna l’avvio di una stagione che promette di ridisegnare la mappa del potere bancario italiano.
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