Mediobanca, chiusa la lista. Melzi d’Eril lascia Anima
I nuovi vertici entreranno in carica
il 29 ottobre
dopo l’assemblea

Alla fine Cristina Scocchia è rimasta fuori. L’amministratore delegato di Illycaffè, nonché membro del cda di Essilux (gruppo Delfin), non è stata inserita nella lista di Mps per la nuova Mediobanca. Si tratta della sola sorpresa rispetto ai nomi circolati alla vigilia, per altro solo parziale dato che la manager della società triestina era tra i papabili, ma non certo tra le certezze della nuova stanza dei bottoni dell’investment bank milanese.
Come ampiamente previsto, la guida operativa sarà affidata ad Alessandro Melzi d’Eril, che nel primo pomeriggio di ieri ha comunicato le proprie dimissioni dalle cariche di amministratore delegato e direttore generale di Anima, società di gestione del risparmio da poco entrata a far parte del gruppo Banco Bpm. Nato 50 anni fa a Milano da una famiglia aristocratica, Melzi d’Eril entrerà ufficialmente in carica il 29 ottobre, all’indomani dell’assemblea chiamata ad approvare il nuovo board, con l’incarico di guidare l’istituto nella nuova stagione targata Mps.
Con il ceo dell’istituto senese, Luigi Lovaglio, chiamato da subito ad affrontare il delisting (il flottante è sceso al 13,7% e l’operazione dovrebbe completarsi nel giro di qualche mese) e la successiva fusione, che richiederà una serie di passaggi, tra cui la condivisione del business plan con la Banca centrale europea.
Mps ha, inoltre, manifestato l’intenzione di non fermarsi con questa fusione, esplorando nuove operazioni di consolidamento nel settore bancario italiano. Qualcosa in più potrebbe emergere nel corso dell’audizione al Senato da parte di Luigi Lovaglio, in calendario giovedì 9 ottobre. È probabile, in particolare, che gli venga posta qualche domanda in merito a possibili alleanze con Banco Bpm (altro istituto, come i vertici di Mps, con sponde nel governo Meloni), in ottica di creazione del terzo polo bancario nazionale dopo Intesa Sanpaolo e UniCredit.
Tornando alla nuova Mediobanca, alla presidenza un’altra conferma dei rumors circolati nei giorni scorsi, con l’arrivo di Vittorio Grilli, ex ministro del Tesoro e presidente per l’Europa di Jp Morgan. Il suo compito sarà soprattutto di garante presso i grandi investitori e stakeholder internazionali, che anche all’ultima assemblea si sono schierati al fianco di Alberto Nagel, uscito sconfitto per il peso dei soci italiani guidati dal duo Delfin-Caltagirone.
E l’impronta delle due famiglie imprenditoriali si fa sentire anche negli altri nomi della lista Mps, a cominciare da Sandro Panizza, unico membro non dimissionario del cda uscente e già in lista dal 2023 per conto di Delfin. Da segnalare anche l’ingresso nel cda di Andrea Zappia, ex ad di Sky per l’Europa e membro del cda di Essilux.
Un altro uomo di fiducia della holding che fa capo alla famiglia Del Vecchio è Massimo Lapucci, ex segretario della Fondazione Crt e già in lista (ma non eletto) con Delfin per il cda Mediobanca, due anni fa. Mentre sono considerati più vicini all’imprenditore romano due nomi tratti dalla lista di Caltagirone per il cda Generali, sei mesi fa: l’ex vice direttore generale della Consob, Tiziana Togna, e la componente del collegio sindacale di Acea e di Snam, Ines Gandini.
Così come Paolo Gallo, amministratore delegato di Italgas con trascorsi in Acea e Grandi Stazioni, società partecipate da Caltagirone. Completano Giuseppe Matteo Masoni, Federica Minozzi (a capo dell’omonimo gruppo di ceramiche, storico azionista di Piazzetta Cuccia), Donatella Vernisi e Silvia Fissi, queste ultime due manager del Montepaschi.
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