Legge di bilancio, caccia alle risorse. Deficit già vicino al 3%
Il Dpfp con le stime è all’esame del Consiglio dei ministri. Il target per l’indebitamento potrebbe arrivare in anticipo

Si alza il velo sul quadro macroeconomico che farà da cornice agli interventi della prossima legge di bilancio.
Il nuovo Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp), in arrivo oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri, dovrebbe portare in dote un piccolo margine derivante dal buon andamento dei conti, che dovrebbe contribuire anche ad anticipare la discesa del deficit alla fatidica soglia del 3%.
Tutte le altre risorse - in base alle nuove regole - andranno trovate con tagli o nuove tasse. Al ministero dell'Economia si limano le cifre che andranno a comporre il quadro del documento che sostituisce la vecchia Nadef.
Conterrà, come concordato nella risoluzione unitaria di maggioranza e opposizione, un aggiornamento delle stime a legislazione vigente del Dfp, le previsioni programmatiche sul triennio, l'aggregato della spesa netta e fornirà per la prima volta anche una prima articolazione delle misure della legge di bilancio.
Dal dato sulla spesa primaria netta, che è per Bruxelles il nuovo parametro di riferimento, potrebbe arrivare l'indicazione di un margine di risorse da usare per la manovra.
Secondo alcune indiscrezioni ci sarebbero 8 miliardi, ma il dato non trova conferme ufficiali e anzi si invita alla prudenza. Per la crescita il dato tendenziale fissa l'asticella al +0,5% quest'anno (ma dai calcoli in corso non si esclude possa spuntare un decimale in più) e al +0,7% il prossimo.
La vera sorpresa arriverà dall'indebitamento, che nel Dfp di aprile veniva indicato al 3,3% quest'anno e al 2,8% il prossimo: come anticipato dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, il deficit 2025 punta all'obiettivo del 3%, che consentirebbe al nostro paese di uscire dalla procedura di infrazione un anno prima del previsto.
Superato il primo scoglio del Dpfp, davanti ci sono poco più di due settimane per comporre il puzzle della manovra. Si parte dal nuovo taglio dell'Irpef, che quest'anno si concentra sul ceto medio: la seconda aliquota dovrebbe passare dal 35% al 33%, ma al momento l'orientamento è di lasciare lo scaglione invariato fino a 50mila, senza un innalzamento a 60mila euro.
In cima alle priorità c'è anche il capitolo famiglie, che dovrebbe prevedere tra l'altro un nuovo intervento sulle detrazioni. Si farà anche la rottamazione delle cartelle, ma con un ridimensionamento rispetto ai 10 anni e 120 rate previsti dal disegno di legge proposto dalla Lega: tra le ipotesi si valuta una durata di 8 anni e 96 rate per i debiti di importo minore.
Riproduzione riservata © il Nord Est