Lista Mediobanca con Nagel e Pagliaro E ora in assemblea la sfida con Delfin

Approvato l’elenco dei candidati. Quattro nuovi ingressi:

Laura Penna, Angel Vilà Boix, Marco Giorgino e Mana Abedi

Luigi Dell'Olio

MILANO Per il controllo di Mediobanca si va alla conta. Ieri si è riunito il consiglio di amministrazione, che ha deciso la sua lista dei candidati al nuovo board. Come previsto, i primi nomi sono quelli di Renato Pagliaro e Alberto Nagel, rispettivamente presidente e amministratore delegato uscente.

Seguono altre conferme, come quella di Laura Cioli e Valérie Hortfeux (entrambe indipendenti) e lo stesso vale per il dg uscente Francesco Saverio Vinci e per Virginie Banet, per Vittorio Pignatti Morano e Maximo Ibarra. Gli altri quattro nomi, scelti insieme ai consulenti di Spencer Stuart, sono due donne e due uomini, tutti indipendenti: Laura Penna, Angel Vilà Boix, Marco Giorgino e Mana Abedi. Seguono, ma senza possibilità di essere eletti, Simonetta Iarlori, Mimi Kung e Stefano Parisse. Ha prevalso la continuità, con i volti nuovi solo in sostituzione di consiglieri che non potevano essere ricandidati per raggiunti limiti d’età. Dal cda fanno sapere di aver lavorato per accrescere da una parte il peso degli indipendenti e delle donne, dall’altra alcune delle competenze chiave per una banca quotata e vigilata. Per settimane si è parlato di un possibile accordo tra il board uscente e il duo di azionisti forti composto dalla Delfin degli eredi Del Vecchio (ha in mano il 19,8% del capitale) e da Francesco Gaetano Caltagirone (al 5,6%). Tuttavia non si è trovato un accordo sulla proposta avanzata dal ceo Alberto Nagel, che prevedeva per la minoranza quattro consiglieri (tre per Delfin e uno per Caltagirone). Ma la rottura non è tanto una questione di poltrone, quanto di strategie. I due imprenditori avrebbero voluto un nuovo piano industriale condiviso, ipotesi respinta dal cda uscente nella considerazione che il programma è stato presentato al mercato appena tre mesi fa, riscontrando una generale approvazione.

Un altro tema del contendere ha riguardato la governance: da una parte non è stata accolta la nomina di un nuovo presidente al posto di Pagliaro (non più considerabile come indipendente), dall’altra una richiesta di approccio collaborativo con il management. A questo punto si attende – entro la data limite del 3 ottobre - la presentazione della lista da parte di Delfin, con il presidente della holding Francesco Milleri chiamato a decidere se presentare una lista corta per i due posti di minoranza o una lunga (fino a sette consiglieri) per sfidare apertamente la lista del consiglio uscente. Se prevarrà la prima soluzione, la società della famiglia Del Vecchio conquisterà anche la presidenza del collegio sindacale. Nel secondo caso, invece, l’obiettivo è puntare a una presenza nel board pari a quella del cda uscente, con il rappresentante di Assogestioni che di volta in volta costituirebbe l’ago della bilancia. Scenario inedito che rischia di paralizzare la gestione dell’istituto. —

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