Ipotesi nozze Banco Bper, un ritorno all'antico con fulcro in Veneto e Emilia

Per gli analisti una fusione avrebbe senso sia dal punto di vista industriale che da quello strategico e apporterebbe benefici a entrambe le banche. L’operazione tra i due Istituti di credito darebbe vita a un grande polo bancario con 300 miliardi di attivi e un assetto azionario stabile

VERONA. L’eventuale fusione tra Banco BPM e BPER di cui tanto si parla in questi giorni e che potrebbe vedere la luce nel primo semestre del 2021 segnerebbe anche un “ritorno all’antico”, ovvero un rinnovato ruolo da protagonista dei territori del Veneto e dell’EmiliaRomagna, e in particolare delle provincie di Verona e Modena, che videro nel 1996 la fusione per incorporazione tra la Banca Popolare di Verona e il Banco San Geminiano e San Prospero. Anche per questo una fusione “BAMPER” viene vista di buon occhio sia dagli azionisti veronesi che modenesi.

L’ipotesi di aggregazione si è concretizzata tempo fa dopo le parole di Carlo Cimbri, amministratore delegato di Unipol, principale azionista della banca emiliana con il 20% circa, secondo cui una fusione tra le due ex popolari sarebbe “affascinante”. Parole che l’amministratore delegato di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, ha accolto con piacere. Anche l’amministratore delegato di Bper, Alessandro Vandelli, non ha frenato sul fronte dell’M&A pur ricordando che il Gruppo è focalizzato sull’integrazione delle filiali di UBI acquisite nell’ambito dell’Opas di Intesa Sanpaolo.

Anche per gli analisti una fusione tra Banco Bpm e Bper avrebbe senso sia dal punto di vista industriale che da quello strategico e apporterebbe benefici a entrambe le banche. L’operazione tra i due Istituti di credito darebbe vita a un grande polo bancario con 300 miliardi di attivi e un assetto azionario stabile.

Da ricordare inoltre che nei giorni scorsi Banco BPM, con una mossa a sorpresa, ha abbandonato la partnership con Cattolica Assicurazione nel settore della bancassurance. Una mossa che si ipotizza fatta  per avere le “mani libere” verso un nuovo partner bancassicurativo che, se si concretizzasse l'ipotesi di aggregazione con Bper, sarebbe facile individuare in Unipol, primo azionista dell'istituto modenese.

Insomma, le premesse ci sono tutte per un affare che viene “benedetto” sia da Verona che da Modena.

“Tutto ciò che può portare sinergia e crescita è benvenuto – dice Tommaso Zanini, commercialista e storico rappresentante dei piccoli azionisti veronesi – se poi è un’occasione per dare più forza ai territori storici è ancora meglio. Nella fattispecie si tratta di due banche simili, che creerebbero un gruppo bancario della grandezza sufficiente a competere su un mercato che è sempre più complesso, data la situazione economica del Paese ed i margini sempre più risicati. Mi auguro – conclude Zanini, che è anche vicepresidente della Fondazione Banca Popolare di Verona – che l’eventuale fusione garantisca sinergie sia in campo economico che sociale”.

Un giudizio condiviso anche in terra emiliana. “Sono assolutamente favorevole all’ipotesi di fusione – dice Gianni Borghi – presidente della Fondazione Manodori (azionista Banco BPM) e anni fa consigliere della Banca Popolare di Verona San Geminiano San Prospero – che darebbe nuova spinta alla banca e forza contrattuale al territorio emiliano. Si formerebbe un terzo polo di livello europeo, con una forte presenza in Regioni ad alto contenuto industriale e propensione all’export. Per il nostro Paese è importante avere un sistema bancario forte e questo sarebbe un ulteriore tassello. Seguo con interesse la vicenda – conclude Borghi, che in passato è stato anche presidente degli industriali di Reggio Emilia – e spero proprio che vada in porto”.

Per Banco BPM sarebbe l’ennesimo “merge” di una lunga storia di fusioni che riguarda soprattutto Verona, da polo aggregante. La fusione tra il veronese Banco Popolare e la milanese BPM risale al settembre 2016.

Prima di allora, luglio 2007, la nascita del Banco Popolare fu una conseguenza della fusione tra l’allora Banca Popolare di Verona e Novara e la Banca Popolare di Lodi. Cinque anni prima la Banca Popolare di Verona e Novara era nata (giugno 2002) dalla fusione tra la Banca Popolare di Verona - Banco S. Geminiano e S. Prospero e la Banca Popolare di Novara. Infine, Banca Popolare di Verona - Banco S. Geminiano e S. Prospero è la risultante della fusione per incorporazione, avvenuta nel 1996, tra Banca Popolare di Verona e Banco S. Geminiano e S. Prospero. Ovvero Verona, Modena e Reggio Emilia che, un quarto di secolo dopo, tornano a guardare con interesse e speranza ad una fusione che le riguarderebbe molto da vicino.

Riproduzione riservata © il Nord Est