La Bce: Delfin può salire al 20% di Mps. E a Mediobanca chiede un piano

La holding ha il 9,9% Montepaschi. Le prescrizioni di Francoforte sull’offerta di Piazzetta Cuccia per Banca Generali

Roberta Paolini

 

La Banca centrale europea ha concesso a Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, l’autorizzazione a detenere fino al 19,99% di Monte dei Paschi di Siena. Il via libera di Francoforte, arrivato lo scorso 12 agosto, consente al gruppo di raddoppiare di fatto la propria esposizione nell’istituto senese, dove oggi possiede il 9,9%.

Ma il vero spartiacque di queste ore riguarda Mediobanca. La Bce ha infatti autorizzato Piazzetta Cuccia a prendere il controllo di Banca Generali e delle sue controllate, un’operazione che comporta inevitabilmente il superamento della soglia regolamentare del 10% dei fondi propri consolidati prevista dal quadro di vigilanza europeo.

Francoforte ha riconosciuto che, a seguito dell’acquisizione, l’esposizione patrimoniale del gruppo guidato da Alberto Nagel eccederà i limiti fissati, ma ha comunque concesso il via libera giudicando l’operazione compatibile con i requisiti prudenziali di solidità e con la capacità di Mediobanca di mantenere i propri coefficienti patrimoniali entro i parametri di Basilea e del Single Supervisory Mechanism.

L’autorizzazione non è incondizionata. Entro sei mesi Mediobanca dovrà presentare alla Bce un piano di integrazione dettagliato, con una tabella di marcia che includa: la definizione di strutture e processi organizzativi per garantire un efficace allineamento operativo, il rafforzamento e la razionalizzazione dei sistemi di controllo interno, un piano It con stima dei costi e delle attività esternalizzate, misure di cybersecurity, piani di data quality e di business continuity, oltre alla valutazione dell’impatto sui requisiti patrimoniali. In più, la Bce ha chiesto un framework di governance chiaro e trasparente per accompagnare il processo di fusione.

Il via libera sancisce anche un cambio di status per Piazzetta Cuccia, che diventerebbe una “significant supervised entity”, cioè una banca di rilevanza sistemica soggetta alla vigilanza diretta della Bce. Un salto di livello che avvicinerebbe Mediobanca ai grandi istituti europei e che ne consoliderebbe il ruolo nell’architettura finanziaria italiana.

La stessa Mediobanca, in una nota, ha confermato che «sono state ottenute tutte le autorizzazioni preventive richieste dalla normativa regolamentare di settore» e che dunque si è avverata la condizione di efficacia dell’offerta su Banca Generali. Non solo: Piazzetta Cuccia ha ribadito che l’istituto guidato da Nagel ha sempre considerato la private bank del gruppo Generali «un target privilegiato in ragione del fondamento industriale e strategico di una eventuale integrazione tra i due gruppi». Tentativi di dialogo, è stato ricordato, risalgono già al 2020.

La prospettiva di integrazione con Banca Generali, fortemente sostenuta dai proxy advisor Iss, Glass Lewis e Pirc, gode di un consenso crescente anche tra i grandi fondi. BlackRock, salito oltre il 5% del capitale, ha già annunciato il proprio sostegno, così come Norges Bank e altri fondi pensione per un blocco complessivo vicino al 2%.

Il voto dei soci è atteso nell’assemblea di domani, quando verrà discussa l’offerta pubblica di scambio su Banca Generali in cambio della quota detenuta nel Leone di Trieste.

Sul fronte opposto corre l’Ops di Mps su Mediobanca. Dal 13,47% di adesioni raccolte al 14 agosto, Siena è salita al 19,41%, con un balzo di oltre 49,5 milioni di titoli in un solo giorno. Dietro questa accelerazione, secondo fonti di mercato e considerando la rotondità della quota per giunta con una scadenza ancora lontana, cioè l'8 settembre, potrebbero esserci le mosse di Delfin o del gruppo Caltagirone, azionisti rispettivamente al 19% e al 10% di Piazzetta Cuccia.

La partita è complessa: l’obiettivo dichiarato di Mps è arrivare ad almeno il 66,7% delle adesioni, Siena però ha abbassato notevolmente la soglia di efficacia fermandola al 35%, nella convinzione di poter esercitare con quella quota un controllo di fatto.

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