Il costruttore oltre il 9% prosegue la sua scalata: «Guerra d’indipendenza seguirà il Risorgimento»

Nelle ultime settimane pacchetto salito in modo sensibile dal 7,98%, ciò spiegherebbe l’aumento dei volumi e della quotazione del titolo

Luigi Dell’olio Roberta Paolini
Awakening the Lion, presentazione programma strategico Lista Caltagirone per Generali. Nella foto: Francesco Gaetano Caltagirone
Awakening the Lion, presentazione programma strategico Lista Caltagirone per Generali. Nella foto: Francesco Gaetano Caltagirone

MILANO. «Ho più del 9%». Francesco Gaetano Caltagirone, pochi minuti prima della conferenza stampa del piano per il Leone firmato Costamagna-Cirinà, svela il suo peso nel capitale di Generali. Lo fa in una giornata che lo ha vista molto protagonista, a cominciare dalla lunghissima intervista rilasciata da Il Sole 24 Ore, apparso come una sorta di viatico per i protagonisti del piano alternativo a quello del group ceo del Leone Philippe Donnet.

Secondo le comunicazioni ufficiali, Caltagirone risulta titolare del 7,98%, per cui significa che nelle ultime settimane – da quando cioè è uscito dal patto con Leonardo Del Vecchio e Fondazione Crt e quindi non è più tenuto a comunicare i nuovi acquisti – è salito in maniera consistente. Questo spiegherebbe anche l’incremento dei volumi che sta interessando da qualche tempo il titolo.

Un rafforzamento nel capitale che fa il paio con quello che ha espresso nella sostanziosa intervista rilasciata al quotidiano di Confindustria. Dove l’ingegnere Caltagirone ha parlato dello scontro in atto con Mediobanca (che spinge per la riconferma di Donnet) come di «una guerra d'indipendenza delle Generali», alla quale seguirà «il Risorgimento», con riferimento al piano che porta il suo nome. L’obiettivo di questa iniziativa, ha sottolineato, è «una grande multinazionale con sovranità italiana che protegga i risparmi del Paese».

Di una cosa Caltagirone è sicuro: se all'assemblea del 29 aprile dovesse prevalere la lista presentata dal consiglio di amministrazione, sostenuta da Mediobanca, continuerà a fare opposizione. Perché questa, dice, «non è una puntata sul rosso o il nero della roulette russa ma un percorso decisivo per migliorare le Generali».

La visione che ha avuto Generali «non è adeguata a quella di una grande impresa che può e deve raccogliere sfide di carattere mondiale» ha detto Caltagirone. E proprio la mancanza di sfide «ha portato a operazioni di piccolo cabotaggio che hanno generato utili ma non crescita» aggiunge.

Venti anni fa Generali, afferma ancora, «era seconda solo ad Allianz, mentre ora è metà di Zurich e Axa, un terzo di Allianz. Zurich peraltro è guidata con grande visione da Mario Greco, ex ad delle Generali andato via per contrasti con l'azionista di maggioranza relativa». La carenza di visione è dunque legata a scelte manageriali o ad altro? «È il risultato delle scelte del socio di maggioranza relativa» dice Caltagirone. «Tanto che anche Mediobanca ha perso enormemente terreno rispetto a competitor come Lazard e Rothschild, nonostante abbia il vantaggio di avere in bilancio la partecipazione nelle Generali».

Sul tema dei rapporti tra Generali e il Leone l’imprenditore ha preso l’impegno, in caso di vittoria assembleare, a ridurre le operazioni con parti correlate: «Devono essere l’eccezione e non un’abitudine quotidiana». Dal punto di vista geografico, per Caltagirone il focus nei rami danni e vita continueranno a essere «l’Europa e l’Oriente», mentre sul risparmio gestito la prospettiva non può che essere globale.

Lo stesso Costamagna ieri ha concesso un’intervista al Financial Times spiegando le ragioni del nome scelto per il progetto alternativo (non un vero e proprio piano, quello arriverà entro sei mesi dall’eventuale successo assembleare, hanno spiegato i promotori della lista). «Quando ho parlato con i banchieri d'investimento, la definizione più comune (di Generali, ndr) era una bella addormentata. Ha un potenziale enorme, ma ancora mezzo addormentato e noi vogliamo risvegliarlo».

Nell’intervista ha parlato di «una forte riduzione dei costi», senza tuttavia fornire particolari indicazioni, se non indicare che i tagli riguarderanno in particolare la sede centrale, a cominciare da una riduzione dello stipendio per l’amministratore delegato. «Sicuramente ci saranno persone che soffriranno, ma lo faremo nel modo giusto», ha aggiunto.

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