Generali verso i massimi: «Sarà tra i protagonisti del settore in Europa»

L’Insurance Outlook di Kbw inserisce il Leone di Trieste tra gli assicuratori top insieme ad Allianz. Dal 2016 il titolo del gruppo è cresciuto del 148%, più di tutti i principali competitor diretti: in Borsa l’azione è a ridosso dei 35 euro, ma per gli analisti c’è spazio di crescita

Roberta Paolini

 

Quando Philippe Donnet prese il timone di Generali era il 17 marzo 2016. Se si guarda il grafico del Leone di Trieste dal dicembre di quell'anno, poco dopo la presentazione dell’aggiornamento al piano industriale - la prima impronta del top manager francese naturalizzato italiano - e lo si allunga all’oggi, il percorso tracciato rivela molto più di ogni analisi possibile. Generali è cresciuta del 148% facendo meglio di qualsiasi altra big assicurativa europea. A tallonarla la sola Allianz: +140%.

Martedì il Leone ha sfondato la barriera dei 35 euro, avvicinandosi a un livello che il mercato non vedeva da maggio scorso e prima di allora da quasi vent’anni. Ieri, a Piazza Affari, i 35 euro sono stati leggermente ritoccati al ribasso: prese di beneficio, più che fuga dal rischio. Il segnale importante non è tanto questo breve arretramento, quanto il fatto che le case d’investimento continuano a vedere spazio all’insù: Kbw in un report indica un target a 37 euro e, soprattutto, riscrive la gerarchia dei giudizi su Generali, per Bank of America il target sale a 39 euro.

La compagnia entra infatti nel 2026 con un upgrade che pesa: gli analisti promuovono il Leone di Trieste a “Outperform”, inserendolo tra i titoli meglio posizionati per beneficiare del nuovo ciclo del settore assicurativo europeo. Nelle loro stime, il comparto sta vivendo una stagione più robusta di quanto credano i mercati, con margini in miglioramento, crescita in accelerazione e una solidità patrimoniale «ai massimi generazionali».

Dietro la traiettoria di Borsa c’è un mosaico di fattori: certo, le speculazioni sulla governance, che per mesi hanno tenuto viva l’attenzione sul titolo; ma anche una progressiva schiarita dell’orizzonte. Con l’inchiesta della Procura di Milano sull’operazione Mps–Mediobanca, si sono raffreddati (per ora) gli animi di chi puntava a riaprire il dossier sulla guida del gruppo e a ridisegnare gli equilibri al vertice.

La bufera giudiziaria porta a rallentare il pressing dei soci su Philippe Donnet, confermato in aprile dalla lista sostenuta da Mediobanca. In quella stessa assemblea il socio Caltagirone votò contro, mentre Delfin si astenne: un cambio di vertice non dispiacerebbe a nessuno dei due grandi azionisti “critici”. Ma se, per la Procura, persino il voto contrario all’Ops su Banca Generali da parte di Mediobanca può essere letto come una prova del concerto, gli stessi soci preferiscono oggi muoversi con cautela.

Il 19 dicembre il cda del Leone tornerà a riunirsi. Sul tavolo dovrebbe arrivare l’archiviazione dell’operazione con Natixis, quell’idea di un campione europeo dell’asset management che non ha mai scaldato il cuore di una parte dell’azionariato e non è risultata gradita neppure al governo, protagonista tutt’altro che silenzioso nel risiko finanziario degli ultimi mesi.

Eppure, proprio la gestione degli investimenti è uno dei pilastri su cui Donnet ha impostato la diversificazione dei ricavi. Se il dossier Natixis verrà davvero accantonato, la traiettoria resta comunque tracciata: il Leone proseguirà nel suo piano di potenziamento nell’asset management.

Nel suo Insurance Outlook, Kbw segnala che, nel panorama assicurativo europeo, Allianz e Generali sono i due gruppi con le maggiori probabilità di giocare un ruolo da protagonisti nel consolidamento di lungo periodo. La loro forte esposizione al business retail e ai rami vita “spread-based” le colloca nei segmenti che, oggi, offrono le migliori prospettive di crescita nel continente. Nessuna delle due storie può essere definita “a saldo”, ma entrambe potrebbero beneficiare del potenziale di rivalutazione dell’indice Stoxx Exchange 600 Europe.

Allianz ha un vantaggio dimensionale globale e un asset management già considerato ai vertici del mercato, a fronte però di un profilo di rischio di credito più elevato. Generali esprime un potenziale di miglioramento operativo più ampio, ma sconta una incertezza di governance superiore rispetto ai suoi principali concorrenti, dice Kwb.

Negli ultimi anni la compagnia ha fatto esattamente ciò che Donnet aveva promesso fin dall’inizio: accelerare la trasformazione interna. Nel vita, ha imboccato con decisione la strada della riduzione dei prodotti ad alta garanzia, alleggerendo il profilo di rischio e beneficiando al tempo stesso del ridimensionamento del rischio sovrano italiano. I margini restano elevati, la raccolta mostra un profilo di crescita più equilibrato, sostenuto da flussi positivi su tutte le piattaforme distributive: rete agenziale, bancassicurazione e canali terzi.

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