Crac Bpvi, la difesa di Marin: «Estraneo ai crediti»
VICENZA. Un'arringa lunga (quasi quattro ore) e appassionata. Perché l'avvocato Lino Roetta, oltre che difensore, di Paolo Marin, ex vice direttore di BpVi responsabile dell'area Crediti, è anche amico. «Mai ho sofferto così tanto, anche fisicamente - dice il legale aprendo la sua disquisizione - perché difendo una persona che conosco da qualche decennio e che so essere innocente nella forma più pura del termine».
E per dimostrare l'estraneità a tutte le accuse di cui l'ex manager della Popolare è imputato (ostacolo agli organismi di vigilanza, aggiotaggio e falso in prospetto), Roetta passa in rassegna gli snodi principali dell'inchiesta coordinata dai pm Pipeschi e Salvadori provando a destrutturarli cominciando col far notare che la divisione Crediti (quella gestita appunto da Marin) «non aveva obiettivi di bilancio, ma solo qualitativi. Lui doveva solo preoccuparsi di migliorare il prodotto. Da aprile 2012 poi vengono istituite le direzioni regionali che hanno ampia autonomia e che non devono rispondere ai crediti».
E poi: «L'erogazione dei finanziamenti era fuori dalla competenza dell'area crediti». Quindi i rapporti con il cda: «Marin proponeva al cda solo quello che gli risultava dalle carte. Non era a conoscenza se le somme che venivano date ai clienti sarebbero state utilizzate, o meno, per acquistare azioni della banca. Non era Marin che decideva la proposta che invece gli arrivava sulla scrivania già confezionata dopo aver prima ricevuto sette vidimazioni».
Sull'ipotesi che l'ex vice dg fosse a conoscenza della pratica dei finanziamenti baciati e avesse deciso di occultarla, l'avvocato Roetta va giù diretto: «Se nella ricostruzione accusatoria il presidente Zonin doveva essere a conoscenza del fenomeno delle operazioni baciate, perché Marin deve essere accusato di non avere detto tutto o di avere tenuto nascosta qualcosa a una persona che sapeva tutto? Il punto è che Marin, l'unico a essere stato licenziato per giusta causa, è stato usato come parafulmine per il cda nonostante l'area crediti non abbia mai ricevuto alcuna segnalazione o alcun tipo di sanzione da parte di Banca d'Italia nel corso delle sue ispezioni».
Ed è proprio su una delle ispezioni di Bankitalia, quella del 2012, che Roetta si sofferma: «Tutti nel 2012 avevano visto le baciate e nessuno aveva sollevato contestazioni. Se nel 2015 l'ispettore Manni ha detto di avere visto le baciate dal buco della serratura, nel 2012 il suo collega Sansone le aveva viste dal palco reale della Scala».
Infine: «Mi tocca dare ragione a Renzi (e chi mi conosce sa quanto mi costi) quando dice che in Italia si può toccare tutto, ma non Bankitalia. Il fatto è che nel 2015 è cambiato il mondo per le popolari e anche gli ispettori. Io non vedo altra interpretazione logica rispetto a quanto accaduto. Come non c'è logica del perché Paolo Marin sia stato iscritto come indagato due anni dopo l'avvio dell'inchiesta. Anche per questo chiedo la sua assoluzione». --
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