Caffè, prezzi in risalita a causa di dazi e clima

Si tratta dei livelli più alti da giugno: il contratto dell’Arabica viene quotato a 349 centesimi per libbra. La raccolta in Brasile sta procedendo, nonostante alcune gelate che l’hanno rallentata

Giorgia Pacino

Riprende la corsa dei prezzi del caffè, con i futures che hanno raggiunto i livelli più alti dal mese di giugno.

Sulla Borsa Ice di New York, il contratto dell’Arabica con consegna a dicembre è aumentato di oltre un quarto (25,8%), raggiungendo un nuovo picco di 349,05 centesimi per libbra, il livello più alto dal 10 giugno.

Vola anche il benchmark dei Robusta: a Londra il contratto con scadenza a novembre è aumentato di quasi il 30% nello stesso periodo, chiudendo a 4.268 dollari, il prezzo più alto dal 13 giugno, con un guadagno di quasi il 6,2% rispetto a lunedì scorso.

A pesare sono le preoccupazioni per il calo delle esportazioni brasiliane, unite all’impatto delle tariffe statunitensi che stanno determinando una riduzione delle scorte.

I dazi del 50% annunciati da Trump sui prodotti importati dal Brasile complicano un quadro già messo in difficoltà dal clima.

La scorsa settimana, l’ultima ondata di freddo dell’inverno brasiliano ha infatti portato gelate sparse in alcune zone del Minas Gerais e di San Paolo, mentre altre ne sono state segnalate nei comuni del Cerrado Mineiro e in alcune zone dell’Alta Mogiana.

Le gelate non dovrebbero comunque mettere a rischio la raccolta, che in Brasile sta terminando in questi giorni.

Secondo i dati comunicati da Cooxupé, la maggiore cooperativa agricola brasiliana specializzata nella produzione e commercializzazione del caffè, al 15 agosto erano stati già raccolti 5,25 milioni di sacchi, su una previsione totale di 6,1 milioni, pari all’86,1% del raccolto previsto per quest’anno.

Il raccolto della qualità Robusta sembra in linea con le elevate aspettative iniziali, mentre per l’Arabica si attendono rese inferiori alle previsioni.

Secondo Bloomberg, gli acquirenti americani di caffè al momento starebbero evitando nuovi contratti con il Brasile, sperando in una futura riduzione delle tariffe. —

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