Bpm, utili record per respingere l’Ops di UniCredit

Nel primo trimestre il risultato netto è stato pari a 511 milioni. L’Ad Castagna: «Sono i numeri base per valutare la banca»

Giorgio Barbieri

Banco Bpm apre il 2025 con risultati da record che hanno un obiettivo chiaro: respingere l’assalto lanciato da UniCredit. «Vedremo cosa succederà con l’offerta», ha spiegato l’amministratore delegato Giuseppe Castagna, «poi prenderemo le nostre decisioni».

L’occasione è stata la presentazione dei conti del primo trimestre che hanno registrato un utile netto pari a 511 milioni di euro, dato che rappresenta il miglior risultato trimestrale della storia dell’istituto di piazza Meda.

Una performance che segna un incremento del 38% rispetto allo stesso periodo del 2024 e che, includendo la piena integrazione di Anima Holding, si attesta a 549 milioni. Un inizio d’anno che, come sottolineato nella nota della banca, si pone già «in linea con il target di utile al 2027», fissato a 2,15 miliardi di euro.

Un dato che non solo rafforza la traiettoria di crescita ma costituisce anche un «punto di partenza imprescindibile» per ogni valutazione futura, sia in chiave autonoma che nell’ottica di possibili operazioni straordinarie con riferimento all’Ops lanciata nei mesi scorsi da UniCredit.

Il contesto in cui si inseriscono questi numeri è infatti in continua evoluzione. L’Ops lanciata dall’istituto guidato da Andrea Orcel ha attirato l’attenzione del governo e si trova al centro del riassetto del sistema bancario italiano.

Ma, mentre i riflettori si preparano ad essere puntati su Piazza Gae Aulenti e sul Cda di UniCredit, atteso per domenica, Banco Bpm prosegue il proprio cammino registrando ottimi risultati.

L’amministratore delegato Giuseppe Castagna ha quindi sottolineato l’importanza della performance: «Abbiamo conseguito risultati molto solidi, non siamo solo avanti rispetto ai target di piano ma abbiamo iniziato con un passo più veloce».

Castagna ha poi aggiunto che si tratta dei «migliori risultati della nostra storia», e che la banca è già in anticipo rispetto alla traiettoria prevista. Tanto da portare il management a rivedere al rialzo la guidance per il 2025, che sale da 1,7 a 1,95 miliardi di euro, una cifra che inizialmente era prevista per il 2026.

Il merito di questa accelerazione, è stato spiegato, si deve a più fattori. In primis, la forte crescita dei volumi: i crediti lordi performing sono aumentati di 2,4 miliardi, raggiungendo 97,6 miliardi (+2,5%), e le nuove erogazioni sono salite a 8,2 miliardi, con un incremento del 68% su base annua. Lo stock ha già superato i 10 miliardi nel mese di aprile. Inoltre, il consolidamento anticipato di Anima ha permesso di migliorare le commissioni nette, contribuendo ulteriormente al risultato complessivo.

E mentre Banco Bpm festeggia numeri da record, resta l’incertezza legata all’offerta di UniCredit. Il governo, attraverso il meccanismo del golden power, ha posto condizioni stringenti che renderebbero l’operazione meno attraente per la banca guidata da Andrea Orcel. E nei giorni scorsi è filtrata l’indiscrezione, non smentita da Palazzo Chigi, secondo cui l’esecutivo non avrebbe alcuna intenzione di allentare i vincoli, rendendo sempre più plausibile un eventuale passo indietro di UniCredit.

Ma i vertici di Banco Bpm non sembrano particolarmente preoccupati per quella che appare una situazione di stallo. Anzi rilanciano su un possibile ruolo dell’istituto di piazza Meda nel consolidamento del sistema bancario italiano. «Per ora siamo su un percorso stand alone, nel futuro vedremo», ha aggiunto ieri Castagna. «Abbiamo già detto che ci consideriamo una parte importante del consolidamento in Italia e sicuramente avremo spazio per esplorare altre potenziali opportunità, ma per ora lasciateci concentratati sul nostro percorso stand alone. Guardiamo a cosa succede con Unicredit, sapete che cosa pensiamo dell’offerta: non è ancora un’offerta, è a sconto». E per quanto riguarda il futuro Castagna ha aggiunto: «Ci consideriamo una parte importante del consolidamento in Italia. Il completamento delle product factory dopo l’Opa su Anima ci rende una banca unica».

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