Energia: fusione, tecnologia italiana per il reattore iter
PADOVA. Raggiungere temperature fino a 150 milioni di gradi, mai misurate finora nell'universo, per realizzare l'energia del futuro, quella della fusione nucleare che imita i processi interni alle stelle: sarà possibile grazie alla tecnologia italiana messa ora a disposizione del reattore sperimentale Iter, in costruzione in Francia e destinato a dimostrare la fattibilità della fusione.
Lo prevede l'accordo firmato fra Iter e il consorzio italiano Rfx, costituito da Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), Enea, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Università di Padova e Acciaierie Venete. L'accordo, firmato oggi a Cadarache, nel sito in cui è in costruzione Iter, prevede la sperimentazione, per i prossimi dieci anni, della tecnologia che permette di riscaldare il plasma che scorre nell'anello del reattore utilizzando fasci di particelle neutre accelerate fino a un milione di elettronvolt (MeV).
L'accordo è stato firmato dal direttore generale dell'organizzazione internazionale Iter, Bernard Bigot, e dal presidente del Consorzio Rfx, Francesco Gnesotto. A Padova partirà così una sperimentazione di dieci anni del più potente sistema di accelerazione di fasci di particelle neutre mai realizzato. «Per dare l'idea di cosa avviene, pensiamo a un grande accendino in grado di produrre un fascio di particelle accelerate all'energia di un megaelettronvolt», spiega il responsabile del progetto Vanni Toigo, del Cnr. Quando le particelle così accelerate incontrano le particelle del plasma, che hanno un'energia cento volte inferiore, «avviano un numero enorme di intensissime collisioni, cedendo la propria energia fino a riscaldare la materia all'interno del reattore a temperature mai misurate nell'Universo conosciuto».
I prototipi previsti nella sperimentazione sono due. Il primo si chiama Spider, è la sorgente di ioni più potente al mondo ed è in funzione dal giugno 2018; il secondo, chiamato Mitica, è un iniettore identico ai due destinati al reattore Iter. Per Bigot «l'accordo è una buona notizia in vista dello sviluppo del programma Iter» e per questo ha ringraziato «il governo italiano per aver contribuito all'accordo». Anche per Gnesotto l'accordo è «un passo decisivo verso la realizzazione del sogno dell'energia da fusione». Soddisfatto il presidente del Cnr, Massimo Inguscio, per il quale da Iter «si attendono risultati importanti per il futuro energetico dell'umanità».
Il Cnr, ha osservato, «ha sostenuto la ricerca sulla fusione fin dai suoi inizi, negli anni '60, e promuove oggi il suo sviluppo con grande impegno di risorse umane di eccellenza». L'accordo «conferma l'eccellenza della nostra ricerca e la capacità di porsi obiettivi sfidanti in un settore, quello della fusione, dove l'Italia ha una leadership consolidata a livello scientifico e nello sviluppo di tecnologie di frontiera», rileva il presidente dell'Enea, Federico Testa. È inoltre «un nuovo riconoscimento dell'eccellenza della ricerca e delle competenze nazionali, e un ulteriore avanzamento per questo progetto scientifico molto ambizioso», osserva il presidente dell'Infn, Antonio Zoccoli. Si tratta, dice il rettore dell'Università da Padova, Rosario Rizzuto, di affrontare «nuove sfide, sempre più ambiziose».
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