Luciano Benetton, Tobia Scarpa e quell’acquerello per i 90 anni dell’imprenditore
Il dono dell’architetto che ha realizzato quasi tutti i progetti per il gruppo e la Fondazione Benetton al patriarca della famiglia degli United Colors. I richiami al giallo del primo maglione, al verde aziendale, al grigio cemento a righe

Pochi mesi fa era stato Luciano Benetton a festeggiare i novant’anni di Tobia Scarpa, partecipando a una piccola festa la sera di Capodanno a Ca’ Scarpa, tra pochi amici e molti sorrisi. Oggi tocca a Tobia Scarpa, l’architetto che ha realizzato quasi tutti i più significativi progetti per il gruppo e la Fondazione Benetton, ricambiare gli auguri al coetaneo, patriarca della famiglia che ha legato il suo nome ad alcuni dei più significativi restauri cittadini, in gran parte disegnati proprio dall’architetto veneziano.
Così martedì mattina, 13 maggio, Tobia Scarpa consegnerà all’amico Luciano Benetton un suo acquerello su cartoncino, realizzato in questi giorni, che rappresenta esattamente l’immagine che l’industriale del casual evidentemente trasmette: sullo sfondo di un paio di colline, ma che sembrano anche un mare, un arciere che lancia una freccia verso la Terra. Il marchio scarpiano per Benetton c’è tutto: il giallo del primo maglione, il verde aziendale, il grigio cemento a righe. E naturalmente la firma con dedica, rigorosamente scritta da destra verso sinistra, antico vezzo artistico dell’architetto e designer.

Tobia Scarpa, figlio dell’architetto Carlo Scarpa, ha iniziato a lavorare con Benetton che i due non avevano ancora trent’anni: nel 1964 infatti firma con la moglie Afra il progetto della prima fabbrica di Ponzano, trasformata successivamente in centro direzionale con le caratteristiche cupole che ancor oggi rappresentano un elemento di grande personalità; nel 1972 il restauro di Villa Minelli; nel 1980 il magazzino robotizzato di Castrette, nel 1985 la divisione lana; nel 1992 la divisione jeans e capispalla e villa Gasparini Lorenda a Venegazzù; nel 1998 il restauro dei Palazzi Bomben-Mandruzzato e Caotorta, nel centro storico, sede della Fondazione; nel 2017 l’ex tribunale in piazza Duomo e il restauro della Chiesa di San Teonisto; nel 2018 le ex carceri in piazza Duomo diventate Gallerie Delle Prigioni; nel 2020 infine il restauro della ex chiesa di Santa Maria Nova denominata Ca’ Scarpa.
Diversi i messaggi di auguri. Il presidente della Camera di Commercio Treviso Belluno e Assocamerestero, Mario Pozza esprime «riconoscenza e un grande imprenditore che ha segnato la storia economica e culturale non solo del Veneto, ma del nostro Paese. Con creatività, arguzia e un inimitabile sapere fare, ha contribuito a rendere grande un’Italia che si stava risvegliando dalle ferite del dopoguerra, portando nel mondo un’idea nuova di stile, di impresa e di pensiero».
La presidente di Confindustria Veneto Est, Paola Carron, sottolinea che «la sua capacità di rompere gli schemi e i cliché è l’esempio di come l’impresa si guidi con le regola ma la si fa diventare grande con il coraggio e la visione. Con il suo ingegno visionario ha saputo trasformare il mondo della moda, diventando un esempio di come passione, creatività e coraggio possano ridefinire un intero settore».
Gratitudine nelle parole del sindaco Mario Conte, che sottolinea «il contributo di Luciano Benetton alla vita culturale, economica e sportiva della nostra città, dalla diffusione del marchio all’impegno nello sport e nella cultura. Ho avuto modo di confrontarmi con lui in diverse occasioni, apprezzandone l’attenzione, la curiosità e la capacità di proporre sempre punti di vista stimolanti, anche sul futuro del territorio».
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