Il legno secondo Florian tra innovazione, export e controllo della filiera

Fra Riese Pio X e Monfalcone un network internazionale con ricavi di 160 milioni e mille addetti. «L’approccio integrato, la diversificazione dei prodotti e la presenza internazionale ci permettono di affrontare le sfide con determinazione»

Maria Chiara Pellizzari
Elvio Florian, presidente del gruppo trevigiano da 160 milioni di euro di ricavi
Elvio Florian, presidente del gruppo trevigiano da 160 milioni di euro di ricavi

«Stiamo vivendo anni complessi dal punto di vista geopolitico e le difficoltà nella reperibilità delle materie prime si fanno sentire in tutto il settore. Tuttavia, la nostra forza risiede proprio nella capacità di governare l’intera filiera del legno: questo ci garantisce un controllo diretto sulla materia prima e ci permette di rispondere con solidità e tempestività alle sfide del mercato».

Così Elvio Florian, presidente e seconda generazione alla guida del gruppo Florian che riunisce 18 società di cui sette in Italia, otto in Croazia, una in Francia, una in Ungheria e una in Repubblica Ceca.

«La nostra ampia offerta nel settore del legno duro ci consente di operare su mercati diversificati, mantenendo così una posizione solida e competitiva anche in un contesto globale incerto. Nel nostro modello industriale ogni società è parte integrante di un sistema interconnesso. Questo approccio è uno dei nostri principali punti di forza, perché ci consente di gestire la filiera in modo sinergico, ottimizzando risorse e competenze».

Realtà strutturata e internazionale, il gruppo Florian è l’evoluzione della piccola azienda fondata da Federico Florian negli anni Cinquanta.

A dare la dimensione dello sviluppo esponenziale sono i numeri: oggi il gruppo conta 1700 clienti in 78 Paesi, dispone di 1 milione e 50mila metri quadrati di area di proprietà e deposito legnale, movimenta 8mila 900 camion all’anno e realizza un fatturato consolidato di circa 160 milioni di euro grazie al lavoro dei circa mille dipendenti.

Con quartier generale a Riese Pio X, dove opera Florian Legno, il gruppo in Italia è presente con i propri stabilimenti nella Marca Trevigiana ma anche a Gorizia, con Iskralegno, fondata nel 2000 a Monfalcone.

 «Iskralegno è una realtà di grande valore all’interno del nostro gruppo, fortemente focalizzata sulla lavorazione del faggio, un’essenza che continua a essere una commodity e che, grazie alla specializzazione di Iskralegno, siamo riusciti a trasformare in una risorsa di grande valore. Oggi Iskralegno fattura circa 25 milioni di euro. Siamo tra i primi tre gruppi in Europa nella gestione e produzione di questa materia prima particolarmente versatile, e i risultati che stiamo ottenendo ci stanno dando grandi soddisfazioni».

L’andamento ha il segno più per l’intero ecosistema di imprese controllate da Florian.

«Il 2025 è iniziato con segnali molto positivi. I risultati ottenuti nel 2024 sono stati solidi e le prospettive per l’anno in corso sono altrettanto incoraggianti. Puntiamo a consolidare quanto raggiunto, con l’obiettivo di mantenere e, dove possibile, migliorare i risultati del 2024. Il nostro approccio integrato, la diversificazione dei prodotti e la forte presenza internazionale ci mettono nelle condizioni di affrontare le sfide con fiducia e determinazione». Dal punto di vista dei prodotti «grazie alla nostra filiera integrata e certificata siamo in grado di offrire un'ampia gamma di prodotti derivanti dalla trasformazione della materia prima», sottolinea il patron.

«Le nostre sedi sono punti strategici attentamente scelti perché situati in prossimità delle principali aree di approvvigionamento della materia prima. Essere presenti direttamente dove nasce il legno ci permette di gestire in modo efficiente la filiera, garantendo qualità, continuità e sostenibilità».

Tra gli ingredienti del successo c’è anche la diversificazione dei mercati, grazie a cui il gruppo si conferma come partner globale nel mercato del legno:

«Oggi il 70% del nostro fatturato arriva dall’export, di cui circa il 30% extra Cee. Il nostro punto di forza è sempre stato quello di essere capillari: non puntiamo tutto su un solo mercato, ma lavoriamo in tanti Paesi, evitando la verticalizzazione e distribuendo il rischio. Questa scelta ci ha sempre premiato, perché ci permette di essere più stabili e pronti ad affrontare i cambiamenti del mercato globale».

I trend del settore? «Negli ultimi anni stiamo registrando una crescita significativa in alcuni ambiti specifici, in particolare nei segmenti del pavimento, del tranciato e del prodotto Flo.Lam, la nostra trave lamellare in Rovere che ha ottenuto il prestigioso certificato CE ETA-25/0265 come materiale strutturale per le costruzioni. Sono mercati in espansione, dove la qualità, la sostenibilità e la capacità di personalizzazione fanno davvero la differenza».

A fare la differenza è anche la capacità dell’azienda di guardare al futuro, con il passaggio generazionale.

«Da poco i miei figli - Enrico, Claudia e Nicole - sono entrati a far parte del Consiglio di amministrazione della Florian Spa. È un passo importante, che consolida il passaggio generazionale e rafforza il futuro del gruppo. Ognuno di loro ha una responsabilità precisa all’interno dell’azienda, si occupano di aree diverse, ma sempre in stretta collaborazione. Per me è fondamentale che ci sia unità e vederli lavorare insieme con passione mi dà grande fiducia per quello che verrà».

Florian è una realtà che continua ad investire in ricerca e ad ingrandirsi: «Siamo in continua evoluzione. Cerchiamo sempre di investire in nuove tipologie di prodotto, ma anche, quando si presenta l’occasione giusta, in nuove realtà da integrare nel nostro mondo, per crescere e rafforzare la struttura. Inoltre, tra gli investimenti, stiamo puntando molto sulla sostenibilità ad ampio raggio. Tramite l’utilizzo di pannelli fotovoltaici installati sopra ogni nostro sito produttivo in Europa e grazie agli impianti di cogenerazione siamo arrivati al 95% di indipendenza energetica e, con il riuso intelligente, trasformiamo gli scarti in risorse». —

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