La strategia di Zanutta: acquisizioni e nuovi articoli per inseguire Leroy Merlin

L’ad Vincenzo Zanutta guarda con fiducia al futuro dell’azienda friulana che, nonostante il calo del settore costruzioni, è diventata il terzo player italiano per la vendita di materiali edili. Per il 2025 previsto un fatturato di circa 350 milioni di euro

La redazione
Vincenzo Zanutta, imprenditore e amministratore delegato del gruppo Zanutta
Vincenzo Zanutta, imprenditore e amministratore delegato del gruppo Zanutta

Da un piccolo paese della Bassa friulana proteso verso la laguna e il mare, Carlino, alla conquista dell’Italia, e non è un’iperbole. Il gruppo Zanutta, oggi, è il terzo player nel nostro Paese, dietro due colossi multinazionali come Leroy Merlin e Tecnomat, per quanto riguarda la vendita di materiali edili.

«E siamo quinti - spiega senza eccedere nei toni l’amministratore delegato Vincenzo Zanutta - nel settore dell’idraulica, ovvero impiantistica, caldaie, condizionatori, pompe di calore, centrali termiche e quant’altro».

Un miracolo, quello dei Zanutta - a tenere le redini dell’azienda oggi sono Vincenzo e Gianluca, il primo laureato in Economia e commercio, il secondo in Ingegneria gestionale - che affonda le radici nel 1952, quando il nonno degli attuali proprietari, avviò, a Carlino, una minuscola rivendita di mattoni, ferro e cemento, ma anche di concimi e sementi affiliata al Consorzio agrario.

«Dagli anni Sessanta - continua l’imprenditore - la parte agricola del negozio si ridimensionò e nel contempo prese piede quella legata alle costruzioni. Del resto negli anni del boom economico, bisognava pur mettere un tetto sulla testa degli italiani, a questo, in Friuli cominciavamo a provvedere noi».

La crescita della società segna un altro upgrade negli anni Ottanta.

«Era venuto il momento in cui le case dovevano essere abbellite - aggiunge Vincenzo Zanutta - . Tante abitazioni, nei paesi del Friuli, fino ad allora, avevano i muri esterni ancora al grezzo, oppure avevano i servizi fuori dal corpo centrale dell’immobile. E così noi inserimmo nei cataloghi piastrelle, sanitari, rubinetteria. Mio padre Lucio, che fin da ragazzino aveva respirato l’aria della rivendita, gestì tutto quel periodo di grande trasformazione. Poi nel 1996 entrammo nella stanza dei bottoni io e mio fratello Gianluca».

Quell’anno rappresentò un altro balzo in avanti per Zanutta, con l’acquisto di un capannone a Muzzana del Turgnano, dove si insediò il quartier generale, e il conseguente abbandono della sede originaria di Carlino, ormai diventata troppo angusta per le ambizioni della terza generazione di imprenditori.

Con lo sviluppo del business aumentarono ricavi e soddisfazioni.

«Nel 1996 avevamo chiuso il bilancio con due miliardi di lire di fatturato - racconta Zanutta - e avevamo a libro paga una decina di dipendenti. Nel 2012 eravamo arrivati a 20 milioni di euro di ricavi con una sessantina di addetti. Poi l’anno seguente ci fu il caso della Fadalti di Sacile, che era finita in legge Prodi. Dovevamo decidere se mettere in gioco tutto quello che aveva costruito mio padre e attrezzarci per un ulteriore passo in avanti. Così fu, acquisimmo Fadalti all’asta e nel 2013 raggiungemmo 50 milioni di ricavi e 19 punti vendita».

Ma la corsa verso l’alto di Zanutta è solo, si fa per dire, all’inizio.

Perchè tra bonus edilizi, piano Pnrr, case green, nell’ultimo lustro i fatturati hanno messo il turbo.

E nonostante l’attuale fase di stasi per il comparto, Zanutta sembra non conoscere battute d’arresto.

«Nel 2024 abbiamo chiuso l’esercizio a 303 milioni con 800 dipendenti - spiega - la previsione per il 2025 è di raggiungere i 350 milioni con mille addetti e 53 punti vendita in tutto il Nord Italia».

Zanutta promette di non fermarsi e per farlo ha davanti a sé due strade: le acquisizioni e il lancio di nuovi prodotti più performanti e di nuove categorie merceologiche, come i serramenti e le cucine.

Sono sei le acquisizioni previste nel corso del 2025, compresa l’apertura di due punti vendita nuovi di zecca a Rovigo e a Pescantina.

«L’aumento del fatturato nel 2025 sarà tra il 18 al 20% - aggiunge Zanutta - , nonostante il Pil dell’edilizia in flessione del 2, 3%. Ci salviamo con i grandi cantieri del Pnrr, che bisogna letteralmente “aggredire” per portare a casa l’appalto. Sono lavori molto importanti di diversi milioni di euro che riguardano il rifacimento di scuole, palestre, ponti, strade, infrastrutture varie. Mi auguro che l’Unione europea possa prolungare la scadenza del 2026 per il Pnrr, per il settore è di importanza vitale. L’edilizia privata, infatti, è ferma in particolare nei piccoli centri. Oggi per costruire si parte da 2 mila euro al metro quadrato, qiundi per fare margine bisogna vendere un immobile a 2.400, 2.500 euro al metro, prezzi che nei paesi non sono proponibili».

Se guardiamo un po’ più in là, dal 2030 in poi, la strada, per il mondo delle costruzioni è segnata dal progetto della cosiddetta casa green, ovvero l’ambizioso piano targato Ue per rendere ecologicamente sostenibili le abitazioni di 380 milioni di europei.

«In Italia le stime dicono che il 70% del patrimonio immobiliare privato - osserva Zanutta - dovrà essere rivisto. Con una normativa seria, senza le storture che hanno caratterizzato il 110%, ci potrebbero far lavorare bene per almeno 10 anni. Gli interventi da fare, infatti, sarebbero tantissimi. A noi piace definirci dei “generalisti specializzati”, siamo presenti in un cantiere, con i nostri prodotti, da quando vengono gettate le fondamenta a quando viene installata la maniglia della porta blindata dell’appartamento. E ci siamo anche nel business del momento, che è rappresentato dal fotovoltaico, ci piace il gioco di squadra».

A proposito di squadra. I Zanutta sono proprietari di una società di calcio, il Cjarlins/Muzane, che milita in serie D e per loro non è solo un hobby.

«Nel 2003 - conclude l’imprenditore - il Carlino era chiuso, il Muzzana era in Terza categoria, l’ultima. Li abbiamo rilevati e ne abbiamo fatto una filiale in più del nostro gruppo, adottando la stessa filosofia. Piano piano siamo saliti fino alla D, ora il sogno è fare un altro passo in avanti, in serie C. Andremmo a giocare in molte città del Nord Italia dove siamo già presenti con i nostri negozi». —

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