Fantoni: «Sempre più verticalizzati con la gestione di logistica, energia e materia prima»

Paolo Fantoni, presidente del gruppo produttore di pannelli, racconta i nuovi progetti del gruppo friulano produttore di pannelli 

Maura Delle Case

Un gruppo sempre più verticalizzato, che integra al suo interno un numero crescente di competenze per mettersi al riparo dai molteplici rischi serviti da un contesto macroeconomico sempre più complesso: dalla difficoltà di approvvigionamento della materia prima ai costi fluttuanti di logistica ed energia.

La risposta a queste variabili, la Fantoni ha deciso di costruirsela in casa, attraverso investimenti strutturali e operazioni M&A. Attività proseguite negli ultimi mesi a dispetto del generale clima d’incertezza e di un 2024 andato in archivio, per il gruppo, con una leggera flessione dei ricavi consolidati (legata essenzialmente a una riduzione dei prezzi di vendita), che si sono attestati a circa 375 milioni (-3,86%). L’Ebitda è passato da 64,4 milioni a 50,8 milioni, l’utile netto di pertinenza del gruppo da 22,9 a 10,9 milioni.

L’industria di Osoppo ha comunque continuato a investire, come certificano i 40 milioni portati in ammortamento (tanti quanti l’anno precedente), nel segno di una verticalizzazione sempre più spinta. Attuata a 360 gradi.

Sui tetti dei corpi di fabbrica che costituiscono il Campus Fantoni, gioiello di architettura industriale disegnato da Gino Valle, sta vedendo la luce il più grande impianto fotovoltaico mai realizzato sulla copertura di un sito industriale in Italia. Un investimento da 14 milioni di euro che si tradurrà (entro la fine dell’anno) in 27.614 pannelli installati su 130 mila metri quadrati e consegnerà al sito produttivo 13,37 GWh di energia prodotta all’anno.

A poca distanza, quella che era l’area ex De Simon sta diventando il nuovo ingresso al sito industriale. Non già un’operazione maquillage, ma un intervento che promette di avere un rilevante impatto logistico e organizzativo sull’azienda, come spiega il presidente del gruppo, Paolo Fantoni.

«Questo intervento (costo: 18 milioni, ndr) consentirà l’espansione dell’attività del magazzinaggio, ma anche un cambio di passo tecnologico, relativamente alle logiche di gestione degli ingressi, vale a dire dei 400 mezzi pesanti che quotidianamente transitano in azienda. Le registrazioni diventeranno tutte telematiche e andranno a caricare automaticamente i magazzini delle varie tipologie di materiale, dal legno alla chimica, semplificando così le procedure amministrative».

Nell’ambito della verticalizzazione, risale a febbraio 2024 l’acquisizione della Alder di Trieste, società con attività di produzione, commercio e deposito di materie prime per l’industria chimica, nonché di progettazione e costruzione di impianti industriali per lo stesso settore.

Dopo averla riportata all’utile – la società ha chiuso il 2024 a 21,4 milioni di valore della produzione, 2,2 milioni di margine operativo lordo e 864 mila euro di utile contro una perdita di 2 milioni l’anno precedente – il gruppo ha avviato una serie di progetti per rilanciare il sito, non solo funzione delle necessità interne.

«Siamo impegnati nell’ammodernamento di tutta l’azienda – fa sapere il presidente – e nell’espansione di una serie di opportunità a partire dall’attivazione di un’attività di scarico e di redistribuzione di soda, per la quale realizzeremo tre silos di stoccaggio termoriscaldati, che è totalmente nuova e che faremo in collaborazione con un importante partner italiano».

«Poi stiamo pensando a un sito di stoccaggio dell’urea, componente fondamentale nelle nostre colle – aggiunge Fantoni –. Proseguiamo così quel processo di verticalizzazione delle nostre attività, con l’obiettivo di dargli maggiore valore e difenderci anche dagli scompensi e dalle fluttuazioni dei mercati internazionali». Un’attività, quella triestina, che si profila a favore del gruppo ma non solo. «A Trieste scaricheremo navi di urea da utilizzare a Osoppo nella produzione di colla, ma la prospettiva – spiega ancora l’industriale friulano – potrebbe essere quella di creare un centro di distribuzione dell’urea che vada a servire anche Croazia, Slovenia, Ungheria, Austria e diciamo il Triveneto, considerato l’abbandono della chimica di base che si sta verificando nel Centro Europa a favore di Paesi quali Algeria, Egitto, Oman, Kazakistan, Uzbekistan, piuttosto che l’Estremo Oriente e il centro America».

Se a Trieste, l’investimento in Alder dovrebbe assicurare a Fantoni l’approvvigionamento di urea, in svariate parti d’Italia il gruppo è impegnato a metter radici per garantirsi la materia prima, quella con la “L” maiuscola quando si parla di pannello Mdf e truciolare: il legno da riciclo. La società che se ne occupa si chiama Wood base future.

Alla prima, nata nel giugno 2022 a San Quirino (Pordenone), se n’è affiancata una seconda a Pesaro nel febbraio 2024 e una terza è prossima a muovere i primi passi in Lombardia.

«Queste società raccolgono il legno di riciclo, lo chippano, sottoponendolo di fatto a un pretrattamento che consente di ridurne il volume per poterne trasportare maggiori quantità» spiega Fantoni che in questi ultimi anni ha affrontato anche il tema della logistica, altro costo non banale per il gruppo, che oltre a dover gestire i flussi legati alla vendita dei prodotti finiti deve farsi carico anche dei prelievi e del trasporto della materia prima.

A fine 2020, la compagnia di Osoppo ha rilevato la Natolino, storica azienda friulana di trasporti, che oggi è parte integrante del gruppo, anch’essa oggetto di investimenti, legati non da ultimo all’avvio delle società di raccolta e trattamento del legno. «Abbiamo appena acquistato 10 nuove motrici, 20 automezzi e 20 cassoni che portano il nostro parco macchine a 140 automezzi e 210 cassoni. Questa di Natolino – conclude Fantoni – è un’altra gamba del nostro processo di verticalizzazione».

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