Doris messaggio a Del Vecchio, "Se Delfin sale al 20% potremmo uscire"

MILANO. «Se Del Vecchio decidesse di salire oltre il 10% supererebbe la quota del patto e diventare voto determinante in assemblea. Deve essere rinnovato il consiglio e se Del Vecchio salisse al 15 o 20% è difficile che Mediolanum possa ancora avere un rappresentante in Cda. Che linea vorrà dare a Mediobanca? Sono tutte domande che ci siamo posti. Non sappiamo cosa accadrà. Se non cambierà niente magari rimaniamo. Se cambia vogliamo essere liberi di vendere».

Così l'ad di Mediolanum Massimo Doris spiega perché la quota non è più strategica. «Siamo soddisfatti di come Mediobanca è gestita e del rendimento che ci ha sempre dato. Avevamo una partecipazione strategica perché la deteniamo da lungo tempo, c'era un patto molto forte e avevamo un rappresentante in consiglio. Nel tempo dal patto sono usciti vari partecipanti e si è rinnovato come patto light con meno vincoli, che oggi rappresenta il 12,5% del capitale contro il 30% e passa di prima. Poi è arrivato Del Vecchio con quasi il 10%», ha premesso Doris ripercorrendo la storia della presenza di Mediolanum in Piazzetta Cuccia.

Alla domanda se ci sia sentore che la Delfin di Leonardo Del Vecchio abbia presentato domanda a Bce per superare la soglia del 10% Doris replica che la decisioni di classificare la quota come disponibile per la vendita «l'abbiamo presa sulla base delle notizie che tutti hanno. C'è un azionista che potrebbe salire e non sappiamo cosa succederà all'assemblea di ottobre o prima di allora».
Avete preannunciato la decisione di riclassificare la partecipazione all'ad di Mediobanca Alberto Nagel? «È una decisione che abbiamo presa oggi», replica Doris che, a proposito della partecipazione di famiglia in Piazzetta Cuccia, indica: «Abbiamo lo 0,5% e rimaniamo così. Più avanti vedremo, potremmo anche comprare». Quanto alla svalutazione della quota detenuta da Mediolanum in Mediobanca «a livello consolidato le azioni erano in carico a 13 euro».
Mediolanum, considerato come potrà evolvere la futura governance di Mediobanca, anche alla luce delle recenti modifiche dell'azionariato «ha ritenuto di modificare i propri obiettivi strategici, passando da una logica di valorizzazione della partecipazione in un arco temporale di medio lungo termine ad un approccio aperto ad una maggiore flessibilità». Pertanto il Cda del gruppo della famiglia Doris «ha deciso di riclassificare le azioni detenute in Mediobanca da partecipazione strategica a portafoglio Held to Collect and Sell».

Nell'ambito dei lavori sul progetto di bilancio 2019, il consiglio di Mediolanum ha approvato l'impairment test sugli attivi soggetti a tale procedura e i relativi esiti. In particolare, per l'esecuzione dell'impairment test sulle partecipazioni in controllate e collegate, gli amministratori si sono avvalsi del supporto di un esperto indipendente di primario standing nazionale e internazionale.
Quest'ultimo ha stimato, in continuità con gli esercizi precedenti, il valore facendo riferimento al suo valore d'uso e ha determinato di farlo convergere a quello di mercato. Sulla base di quanto indicato dall'esperto, il Cda ha preso atto che il valore della quota in Mediobanca è pari a 9,826 per azione. Conseguentemente, il board procederà, nel bilancio consolidato 2019, a una riduzione di circa 67 milioni del valore di iscrizione delle 29.095.110 azioni (3,28% del capitale sociale) detenute in Mediobanca.
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