Destro: guida veneta per la Confindustria

«È chiaro che il Veneto ambisce ad avere un ruolo importante, un ruolo apicale che non ha mai avuto nella storia di Confindustria. È chiaro che dobbiamo lavorare affinché il Veneto sia un attore protagonista principale per la nuova presidenza di Confindustria». È esplicito, Leopoldo Destro, e ribadisce due volte un «è chiaro» che dà peso fattuale all’intenzione. Ora tocca a noi, e da noi in gran parte dipende, il senso delle sue parole. Vanno trovati compattezza e un nome che metta d’accordo tutti. Il suo? Quello di Enrico Carraro? Presenti entrambi, ed entrambi chiusi a doppia mandata: «Oggi siamo qui per Federmeccanica, non per parlare di Confindustria».
La domanda, a margine di questa prima giornata dell’assemblea dei metalmeccanici a Ca’ Tron di Roncade, era se ci siano spazi per lanciare una candidatura veneta per Confindustria. «La partita sta iniziando ora, valutiamo un po’ tutte le ipotesi», riscalda la risposta Destro, che poi prende quota: «Dobbiamo lavorare affinché il Veneto sia un attore protagonista principale per la nuova presidenza». Il ruolo di vice e di subalterni non basta più, e la rincorsa per salire l’ultimo gradino, il più alto, sembra più credibile e ragionata di altre volte. I nomi papabili di Destro e Carraro sono concreti, non divisivi, e la compattezza trovata con la fusione che ha dato vita a Confindustria Veneto Est sembra un manifesto di intenti.
Questa la teoria, ora tocca alla pratica, alla politica delle relazioni, interne – far rientrare eventuali ambizioni personali di altri candidati veneti, visto che Katia Da Ros e Barbara Beltrame potrebbero averne di legittime – ed esterne. L’assemblea di Federmeccanica di ieri è servita anche per ritagliarsi qualche incontro a latere e decidere come muoversi. L’uscita esplicita di Destro è emblematica, non può essere uno scatto in avanti personale, non concordato.
Manca ancora qualche mese all’avvio delle procedure, solo a gennaio verranno nominati i tre saggi chiamati a selezionare i candidati per il dopo-Bonomi e la nomina arriverà dall’assemblea generale di maggio, ma la partita, come ha detto Destro, di fatto è iniziata. Il presidente uscente non ha raccolto grandi consensi a Nordest – eufemismo – e anche l’accoglienza di ieri a Roncade è stata tiepidina, se l’applausometro è strumento in qualche modo affidabile: solo un paio i punti del discorso del presidente approvati sonoramente.
Tocca al Veneto, dice Destro, che parte a fari spenti: i favori della prima ora vanno altrove, dal mantovano Alberto Marenghi fino all’emiliano Emanuele Orsini, che ieri tra l’altro era presente a Roncade e in privato quattro chiacchiere con Carraro le ha fatte
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