Da Brovedani a OverIT, Arrital e Telebit: il filo conduttore delle sfide è il digitale
Il racconto, all’evento Top500 Pordenone, di alcune delle storie imprenditoriali di successo della provincia che si snodano lungo un fil rouge comune: la trasformazione digitale

SAN VITO AL TAGLIAMENTO. ll digitale come filo conduttore di un racconto che, nell’affrontare i differenti percorsi, ha posto l’accento sulle prospettive future, in un mondo attraversato da cambiamenti resi più marcati dalla pandemia.
Paolo Possamai, direttore di Nordest economia, hub Gedi per i quotidiani di Friuli Venezia Giulia – tra cui il Messaggero Veneto – e Veneto, ha dialogato con i vertici di quattro aziende che hanno affrontato, con una visione e strumenti adeguati, le sfide imposte dalla digitalizzazione. Sono le “Storie di successo” emerse durante Top 500, l’evento che ha raccolto le performance delle migliori aziende regionali, ospitato ieri da Lef, la “fabbrica modello” di San Vito al Tagliamento. Un luogo dove l’innovazione è la stella polare, dove le aziende apprendono metodi e strategie per crescere e innovarsi.
Le “Storie di successo” sono quelle di Brovedani, OverIT, Arrital e Telebit. Ne è uscito uno spaccato dei rispettivi modus operandi, una fotografia utile per comprendere i cambiamenti di domani. A partire dagli spunti messi a disposizione da Sergio Barel, presidente e amministratore delegato di Brovedani, azienda sanvitese con una sede anche in Slovacchia, operante nella meccanica e che fa dell’automotive il cuore pulsante della sua attività.
«Vent’anni fa facevamo zero automotive, eravamo leader nel settore dei pc – ha detto Barel –. Anche oggi siamo ben indirizzati nell’affrontare nuove sfide; guardiamo, ad esempio, alle automazioni industriali e alla componentistica applicata ad altri segmenti di mercato, soprattutto la mobilità». Il tema, secondo Barel, «è quando si metabolizza il digitale, fare in modo che ogni processo sia digitale. La parte più difficile riguarda i processi di supporto alla produzione». Il vertice di Brovedani, poi, ha posto l’accento sulla «deglobalizzazione che la pandemia porterà con se: si tornerà a produrre in Europa, certo è che lo si farà in modo diverso. Saranno decisive le aggregazioni».
Paolo Bergamo, in qualità di Ceo, ha portato il punto di vista di OverIT, azienda specializzata nella realizzazione di software in grado di migliorare l’efficienza delle manutenzioni: dalle reti di servizi all’assistenza sanitaria, un universo da esplorare. OverIT lo farà «duplicando l’azienda ogni due, tre anni. Abbiamo sedi a Fiume Veneto, in Italia e all’estero. Ci servono giovani preparati, che abbiano “fame” di crescere e migliorare: per attirarli puntiamo a intercettare management internazionale, in grado di rappresentare per loro un fattore di maturazione professionale capace di incidere sulle scelte che compiranno».

La presidente del Cda di Arrital, Silvia Quaglia, ha portato l’esperienza di un’azienda del settore arredo, parte del gruppo We Do. Come le altre, presenta numeri importanti: è passata da un fatturato di 47 milioni nel 2019 ai 64 milioni dello scorso anno. «La sfida – ha sottolineato Quaglia – è farci trovare pronti per la gestione di un fatturato superiore ai 100 milioni. La digitalizzazione per noi ha un peso specifico determinante, soprattutto per la particolarità della nostra produzione». L’azienda di Fontanafredda affronta i rincari delle materie prime «grazie a una buona gestione del magazzino e al fatto di essere parte di un gruppo», mentre sul fronte del reperimento di forza lavoro «abbiamo affrontato diverse difficoltà, per tutti i ruoli».
Infine, Giacomo Quarta, ad di Telebit, azienda specializzata nel system integrator, i processi di interconnessione che trovano applicazione in diversi ambiti: da quello telefonico ai sistemi delle telecomunicazioni. «Nel triennio, da un fatturato 2021 di 150 milioni, puntiamo a crescere sino a 250 milioni: per farlo guardiamo anche alla finanza straordinaria, a patto che sia un fattore di sostegno e non un elemento condizionante».
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