Container, si torna al gigantismo. I traffici resistono alla grande crisi

Una mappa aggiornata della situazione arriva da un report di Srm. Il traffico merci, che trasporta oltre il 52% del valore degli scambi commerciali via mare, è previsto in crescita nei prossimi cinque anni.

Piercarlo Fiumanò

La guerra Russia-Ucraina e il conflitto in Medio Oriente continuano ad avere un forte impatto sui traffici mondiali e sulla logistica anche a Nord Est.

Una mappa aggiornata della situazione arriva da un report di Srm. Il traffico merci, che trasporta oltre il 52% del valore degli scambi commerciali via mare, secondo il centro studi collegato a Intesa San Paolo, è previsto in crescita nei prossimi cinque anni. La globalizzazione degli scambi insomma resiste nonostante una crisi geopolitica che ha colpito in varie parti del mondo e il decoupling sempre più evidente in atto fra le economie di Stati Uniti e Cina.

Come sottolinea Alessandro Panaro ricercatore di Srm diretto da Massimo Deandreis, nel settore continua la corsa al gigantismo: «Per quanto riguarda le dimensioni delle flotte containership, prosegue l’orientamento verso la costruzione di navi sempre più grandi, con una sempre più evidente concentrazione del mercato nelle mani di pochi operatori».

Questi i numeri. il traffico container, che è stato pari a 865,9 milioni di Teu1 nel 2023, dovrebbe salire del 14,2% a quota 989,1 milioni di Teu nel 2028. Il ritorno a casa delle produzioni delle nostre imprese, favorito dall’accorciamento delle catene della logistica globale, sembra in sostanza stia favorendo un’espansione dei traffici nei porti del Mediterraneo. Il commercio via mare globale è aumentato del 2,2% nel 2023 raggiungendo 12,3 miliardi di tonnellate e crescerà del 2,4% al 2024 e del 2,6% al 2025.

Il numero delle portacontainer in transito da Suez fra gennaio e marzo è crollato del 66% perché i big dello shipping (come Msc, Maersk, Evergreen e Hapag Lloyd) hanno deciso di circumnavigare l’Africa allungando il tragitto di una quindicina di giorni puntando verso i porti dell’Europa del Nord. Una mossa che ha tagliato fuori dai traffici i porti del Mediterraneo perché le navi hanno fatto prua su Gibilterra e da lì verso Amburgo e Rotterdam, il cuore della portualità del Nord Europa.

La situazione nel Mar Rosso non ha però compromesso il flusso dei trasporti marittimi nonostante la necessità per le grandi compagnie di circumnavigare l’Africa: Srm prevede, nonostante i conflitti, una crescita media annua al 2028 dei traffici container del Mediterraneo di poco più del 3%. Il sistema tiene se si guarda sul lungo periodo nonostante le crisi geopolitiche e quelle finanziarie se è vero che fra gli anni Ottanta e la crisi finanziaria del 2008 il trasporto dei container è cresciuto con una media annua del 9%.

A settembre la flotta mondiale ha superato i 30 milioni di teu, l'unità di misura standard per i container. In un mercato dominato dall’Asia, il Mediterraneo resta l’area in cui ci sarà maggiore crescita (+16%) nei prossimi cinque anni.Il traffico container nei porti italiani, in particolare, è previsto in crescita del 26% dal 2023 al 2050.

Nonostante le criticità nella catena logistica a causa della guerra tra Russia e Ucraina, il conflitto in Medio Oriente, e il recente sciopero dei porti in Usa, Il traffico container nei porti italiani è previsto in crescita del 26% dal 2023 al 2050. Di fatto i porti del Sud del Mediterraneo stanno crescendo più velocemente di quelli del Nord Europa guadagnando quote di mercato. Si spiegano così anche le potenzialità di Trieste, scalo che si conferma fra i primi porti italiani e sta recuperando pienamente i livelli pre-crisi. Srm ha sottolineato più volte che «grandi porti italiani come Trieste hanno capito l’importanza strategica dei collegamenti rapidi verso il Centro Europa e l’Oriente dove i container vengono caricati su treni e shuttle per raggiungere i grandi mercati».

Il principale porto italiano specializzato nella gestione dei container si conferma Gioia Tauro (3,5 milioni di Teu nel 2023), seguito da Genova (2,4), La Spezia (1,1), Trieste (0,9) e Livorno (0,7).

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