Caro-energia, la ribellione delle Piccole industrie: oneri di sistema da azzerare per tutti

Massimiliano Zamò: «L’esclusione di una quota rilevante di imprese dal beneficio significa colpire e penalizzare l’intero sistema produttivo italiano fatto soprattutto da piccole e micro imprese. Il Governo ci ripensi». Meno critica Confapi Fvg

Ellena Del Giudice
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Già il termine “oneri” sa di zavorra e come tutti i “pesi” che non scegliamo di portare, sono scarsamente tollerati. Ma se - potendo scegliere - ad alcuni vengono imposti e ad altri no, ecco che la cosa diventa ancor meno accettabile e fa scattare la protesta. È quel che sta accadendo ora che, all’esame della proposta di bilancio 2023, si scopre che una delle misure più efficaci per contrastare il “caro-bollette” e il salasso del costo dell’energia elettrica, viene eliminata per la stragrande maggioranza delle Pmi.

La decisione è del Governo che nel Ddl bilancio esclude una quota rilevante di imprese dall’azzeramento degli oneri di sistema delle bollette di luce e gas per il primo trimestre del 2023. E a definire chi godrà del beneficio e chi no, sono i consumi: 16,5 kilowatt, l’equivalente di 5 famiglie. «Il che significa - è la denuncia di Massimiliano Zamò, vicepresidente di Confindustria Udine con delega alla piccola industria - colpire e penalizzare in modo trasversale e indistintamente tutto il sistema produttivo, ma in particolare la piccola industria, che costituisce la stragrande maggioranza delle nostre imprese. Così si mette a rischio il 78% delle Pmi non elettrivore e non gasivore. Per questo, chiediamo a viva voce che il Governo ci ripensi».

Massimiliano Zamò
Massimiliano Zamò

«Individuare e fissare l’asticella a 16,5 kilowatt – prosegue Zamò – vuol dire ricomprendere nel taglio solo il piccolo artigiano, lasciando fuori invece tutte le medie e alte tensioni utilizzate in prevalenza dal settore industriale». Secondo Confindustria, oggi le imprese dispongono di due strumenti per fronteggiare il caro energia: i crediti d'imposta e l'azzeramento degli oneri di sistema. Quest’ultimo è una misura che va a beneficio di tutte le imprese, mentre i crediti hanno un iter più complesso e presentano problemi di capienza fiscale e di capacità di utilizzo che li rendono meno immediati e vantaggiosi per tutti. Da qui la richiesta al Governo di rivedere la decisione assunta.

Massimo Paniccia
Massimo Paniccia

Considerazioni meno critiche arrivano da Confapi Fvg. «L’azzeramento degli oneri generali di sistema nel settore elettrico per il primo trimestre 2023, previsto dall’articolo 3 del disegno di legge di bilancio per il prossimo anno, è limitato alle sole utenze con potenza disponibile fino a 16,5 kilowatt» ricorda il presidente dell’associazione delle Piccole imprese della regione, Massimo Paniccia, che rileva come «la soglia individuata escluderà non poche delle piccole e medie imprese. Tuttavia - prosegue il presidente -, se le utenze con potenza disponibile superiore non potranno far conto sul beneficio dell’azzeramento di oneri, che rappresentano oltre il 20% del totale dei costi di bolletta, va tenuto presente che dare continuità e incremento al credito d’imposta sull’acquisto della componente energetica, rappresenterà comunque una forma di riequilibrio, senz’altro apprezzabile, oscillando dal 20 al 45% del costo della materia energetica».

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