Btp, azioni e meno liquidità ecco come si muove il risparmio

Dati, analisi e interviste nel mensile Nordest Economia in uscita il 30 gennaio con i quotidiani del gruppo Nem: il Mattino di Padova, la Tribuna di Treviso, la Nuova di Venezia, il Corriere delle Alpi, il Messaggero Veneto e il Piccolo

Maurizio Caiaffa
A financial journalist checks the course of the "spread" caused by the nervousness of the markets due to political uncertainty in Rome, Italy, 29 May 2018. The spread between Italy's 10-year BTP bond and the German Bund dropped back to 282 basis points on Tuesday with a yield of 3.1%. The spread had reached 320 points with a yield of 3.4% at one stage earlier on Tuesday. ANSA/LUCIANO DEL CASTILLO
A financial journalist checks the course of the "spread" caused by the nervousness of the markets due to political uncertainty in Rome, Italy, 29 May 2018. The spread between Italy's 10-year BTP bond and the German Bund dropped back to 282 basis points on Tuesday with a yield of 3.1%. The spread had reached 320 points with a yield of 3.4% at one stage earlier on Tuesday. ANSA/LUCIANO DEL CASTILLO

Tensioni geopolitiche e guerre, i listini azionari ancora sui massimi, le banche centrali che dovrebbero tagliare i tassi ma per ora prendono tempo. Ce ne sarebbe abbastanza per portare a casa i guadagni e restare alla finestra, se non fosse che l’inflazione ancora non del tutto domata rischia di assottigliare il valore reale dei propri risparmi. Insomma per la gestione della finanza personale è un momento complesso, un motivo in più per incentrare il nostro mensile Nordest Economia, in uscita martedì 30 gennaio in allegato ai quotidiani Nem  il Mattino di Padova, la Tribuna di Treviso, la Nuova di Venezia, il Corriere delle Alpi, il Messaggero Veneto e il Piccolo, proprio sul risparmio.

Certamente il fenomeno che si era osservato a fine Covid, quando i conti correnti degli italiani, e con loro quelli dei risparmiatori del Nord Est, risultavano ricchi di liquidità, è stato in parte superato, complice l’alta inflazione che ha sconsigliato di lasciar “dormire” nei depositi frazioni più consistenti dei patrimoni personali. Un’evoluzione puntualmente tracciata da Bankitalia nei suoi Bollettini, aggiornati a settembre 2023. Palazzo Koch mostra come in un anno i depositi bancari e il risparmio postale delle famiglie consumatrici residenti in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige abbiano segnato un calo del loro valore rispettivamente del 3,67 per cento, del 3,26 per cento e dell’1,77 per cento. Un dato che mediando sulla base del numero delle famiglie delle tre regioni significa una perdita media di poco meno di 1900 euro a nucleo per un totale mancante dai depositi di circa 5,3 miliardi di euro totali.

Un altro degli elementi da considerare nell’ottica del risparmiatore retail, è sicuramente il persistente interesse suscitato dai Btp, sia per quanto riguarda il rendimento reale che in ottica di rivalutazione del capitale, considerato il possibile, prossimo allentamento dei tassi. C’è chi comunque predica cautela, e il nostro mensile ne riporta l’analisi. Ad esempio Gianluca Scelzo, consigliere delegato di Copernico, Sim con sede a Udine e uffici a Milano, invita a conservare sempre un approccio improntato alla diversificazione: «È consigliabile diversificare l’investimento sia come durata, sia come tipologia di investimenti e anche come aree geografiche», sottolinea l’analista finanziario. «Questo a maggior ragione per un italiano – continua – che già si assume il rischio-Paese nel momento in cui lavora o ha la pensione e i propri risparmi in Italia».

Il tema della tenuta del debito pubblico, con le ricadute su spread e titoli pubblici, è affrontato in particolare in due interviste contenute nel mensile, quella all’economista Veronica De Romanis e quella all’’amministratore delegato di Arca Fondi Sgr, il triestino Ugo Loeser. Infatti il tema del debito pubblico elevato, nel pieno di una fase geopolitica caratterizzata da forte tensioni internazionali, è particolarmente delicato e riduce i margini di intervento del governo, già alle prese con una revisione al ribasso delle stime sul Pil 2024.

Un altro cambiamento interessante è la ritrovata vivacità relativa degli investimenti immobiliari. Gli operatori stimano che il 2023 si sia chiuso con mutui sui nuovi acquisti in calo di circa il 40%, ma compravendite in contrazione del 10% o poco più. Questo significa che molte famiglie italiane stanno utilizzando i propri risparmi per investirli nell’immobiliare. «Il Triveneto da tempo è una regione che attira investitori», dice Fabiana Megliola, responsabile ufficio studi del gruppo Tecnocasa.

Riproduzione riservata © il Nord Est