Banca Ifis: vola l'utile a +69% nel 2015

Raddoppia la capitalizzazione di Borsa, indicatori patrimoniali al 15%. Sui conti l'effetto positivo del riordino portafoglio titoli di stato. Sul business Npl l'obiettivo di aumentare il tasso di recupero nel 2016. Dividendo a 0,76

Banca Ifis ha chiuso il 2015, secondo i dati preliminari, con un utile netto di 162 milioni di euro, in crescita del 69% rispetto all'esercizio precedente che era stato di 95,9 milioni, nonostante il freno dell'ultimo trimestre che ha registrato un calo tendenziale del 39,3%. Su questo risultato hanno influito i positivi dati dei sei mesi che hanno evidenziato il contributo dato al bilancio dall'alienazione del portafoglio titoli di stato.

La capitalizzazione di Borsa è più che raddoppiata e gli indicatori patrimoniali sono vicini o oltre il 15%. In particolare il Cet 1 arriva al 14,68%, a dicembre 2014 era del 13,89%. Lo comunica la banca in una nota.

L'istituto ha registrato un margine di intermediazione pari a 408 milioni (+43,6%),  grazie al contributo dell'utile derivante dall'operazione di riassetto del portafoglio titoli di stato perfezionata ad aprile per 124 milioni di euro. L'utile netto della gestione finanziaria è di 373,7 milioni (+49,7%), un rapporto sofferenze/impieghi del settore crediti commerciali all'1,1% e un common equity tier (Cet1) al 14,68% (13,89% a fine 2014).

"Solidità patrimoniale, buona liquidità e crescita vigorosa in tutti i settori - ha commentato l'amministratore delegato Giovanni Bossi - è questa la nostra formula di eccellenza finanziaria". "Il 2015 è stato un anno straordinario - continua - la qualità del credito continua ad essere uno degli elementi di forza della banca. Questi risultati non giungono a caso". Scendono difatti anche le sofferenze nette oggi a 30,9 milioni rispetto ai 33 milioni di fine 2014. Il patrimonio netto consolidato è di 573 milioni di euro, +31% su dicembre 2014. Merito dell'utile e della distribuzione dei dividendi per 35 milioni del 2014.

Banca Ifis per il 2016 prevede una continuazione dell'andamento positivo della redditività. In costante evoluzione, organizzativa e gestionale, il business degli Npl, i crediti deteriorati di cui la banca pervede di poter "incrementare i tassi di recupero".

"Probabilmente il Cda delibererà un dividendo di 76 centesimi e in crescita dai 66 centesimi del 2014", ha spiegato l'amministratore delegato in un incontro stampa. "Ci sentiamo estremamente diversi da ciò che preoccupa il mercato in queste giornate convulse - ha sottolineato -. La parola d'ordine che ci siamo dati è solidità".

Bossi ha anche specificato che Banca Ifis non è interessata all'acquisizione delle 'good bank' nate dalla risoluzione delle quattro banche in crisi (Marche, Etruria, Cariferrara e Carichieti). "Non parteciperemo alle aste delle quattro banche - ha detto Bossi -, siamo distanti dalla logica della banca con sportelli". Quanto agli asset incagliati delle vecchiè banche, "là ci sono portafogli di NPL interessanti. Ma noi siamo sull'unsecured e retail", sui portafogli di crediti al consumo non garantiti, ha spiegato Bossi, "e lì il problema è capire se per noi è un bene espanderci verso il settore, magari dei micromutui o delle microimprese". Banca Ifis valuta comunque una possibile espansione per linee esterne: "Crediamo di poter avere le carte in regola per poter crescere - ha detto Bossi -. Se ci saranno opportunità sul mercato, le valuteremo. Ci stiamo guardando intorno".

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