Banca Ifis: il dopo Bossi ha il volto di Luciano Colombini

Il dopo Giovanni Bossi ha le sembianze di Luciano Colombini. L’amministratore delegato di Banca Finint è il candidato a prendere il posto del banchiere triestino che per 24 anni ha guidato la banca fondata a Genova e naturalizzata veneziana facendola diventare quello che è. Se la nomina sarà esecutiva Combini dovrà dunque lasciare il vertice di Banca Finint di cui è ad

PADOVA. Il dopo Giovanni Bossi ha le sembianze di Luciano Colombini. L’amministratore delegato di Banca Finint è il candidato a prendere il posto del banchiere triestino che per 24 anni ha guidato la banca fondata a Genova e naturalizzata veneziana facendola diventare quello che è.

Il comunicato è arrivato ieri sera, il manager con «una lunga e composita esperienza nel settore, sia nell'ambito di importanti banche commerciali che nell'ambito di banca d'affari» di cui si era anticipato domenica è dunque lui. Verrà inserito «nella lista di maggioranza ai fini della nomina del consiglio di amministrazione per il triennio 2019-2021» recita la nota votata nell'assemblea del prossimo 19 aprile.

Se la nomina sarà esecutiva Combini dovrà dunque lasciare il vertice di Banca Finint di cui è ad.

Non sarà un compito semplice prendere il posto di Bossi, e non perché a Colombini manchino le qualità del manager di banca (tutt’altro la banca è stato la sua vita). Il top manager conosce nel profondo il Triveneto, ne ha seguito le alterne vicende, ha incrociato il cammino con imprenditori che hanno fatto la storia di questa terra. Il suo è certamente un profilo di alto livello. E per carattere e indole ha una personalità meno ingombrante del vulcanico Bossi, che era considerato il vero volto della banca. Sarebbe un po’ questa la motivazione che ad un certo punto ha condotto alla decisione dell’azionista Scogliera (il veicolo tenuto da Sebastien Egon Fürstenberg al 73%) di divorziare dopo un così lungo costellato di successi e di crescita.

Prendere il posto di Bossi, al netto di queste considerazioni, resta tuttavia una sfida. Perché al di là della mancata conferma del commercialista triestino, quell’istituto lui lo ha modellato e fatto crescere in 24 anni. Resta sullo sfondo anche l’ipotesi della volontà di propiziare con un nuovo management il passaggio generazionale, con l’arrivo del figlio Fassio Ernesto, nominato ceo di Scogliera con atto datato il 26 di aprile. Ma è tutto da vedere.

Quello che il manager di origine ligure, ex Bpvi, ex Banca Popolare di Verona, Unipol e Banco Desio, ora dovrà affrontare è la sfida di una banca arrivata ad un punto di svolta.

Il mercato ieri alla notizia del siluramento di Bossi ha reagito, come era prevedibile, con una scarica di vendite. Il titolo ha archiviato a fine seduta con un rosso dell’11,65%.

Mediobanca Securities ieri in un report ha scritto che «la ragione del licenziamento dell'ad Bossi potrebbe essere dovuta alla diversa visione con l'azionista di maggioranza sulla riorganizzazione del gruppo per evitare le penalizzazioni sul capitale regolamentare causate dalla presenza della holding La Scogliera». In questo senso una strada poteva essere una fusione inversa della Scogliera nella banca., progetto poi stoppato e che avrebbe messo il socio di maggioranza Sebastien Egon Fürstenberg sotto la quota di controllo.

Equita ha aggiunto che la notizia dell'uscita di Bossi è «una sorpresa molto negativa per il titolo». E questo «a causa dell'accresciuta incertezza relativa alla governance dell'istituto, alla sua visione strategica e all'effettiva concretezza del progetto alternativo alla fusione inversa tra Ifis e La Scogliera che permetterebbe alla banca di recuperare 340 punti base di Cet1». Vedremo se oggi il profilo di Colombini tranquillizzerà il mercato. —

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