Amber esce, il 21% di Save ai Benetton

PADOVA I Benetton diventano i secondi azionisti dell’aeroporto Marco Polo di Venezia. Atlantia Spa, la holding di Autostrade per l’Italia e Aeroporti di Roma, che vede la famiglia di Ponzano principale azionista, ha comunicato ieri di aver rilevato il 21,3% di Save.
L’investimento è di 174 milioni di euro. A vendere è San Lazzaro Investments Spain che è il veicolo con cui il fondo Amber, quello del finanziere francese-armeno Joseph Oughourlian, aveva rastrellato dal 2012 a oggi giusto il 21,3% del capitale, arrivando ad aprile 2015 a far sedere nel Cda due suoi rappresentanti. Save è la società concessionaria degli aereoporti di Venezia e Treviso, controlla il 40,3% della Catullo Spa (scali di Brescia e Verona) e il 27,7% di Charleroi In Belgio.
L’accordo firmato tra San Lazzaro e Atlantia prevede l’acquisto a 14,75 euro per azione. Un valore decisamente a sconto, se si confronta con la chiusura di Borsa di ieri del titolo Save che quotava a 16,78, in rialzo del 2,38%. Ma per il Fondo Amber si è trattata di un’uscita ghiotta, vista l’ottima valorizzazione.
Amber Capital ha iniziato la sua scalata a Save alla vigilia del Natale 2012, comprando il primo pacchetto (pari al 14%) dal Comune di Venezia a un prezzo di 6,4 euro, bassissimo anche per i corsi di tre anni fa del titolo. Un valore che però oggi regala una grande plusvalenza al fondo di private equity che, essendo tale, ha investito, ha guadagnato ed è uscito. Proprio in tempo di pace. Dopo anni di guerre e scenate assembleari, la scorsa primavera Amber ed Enrico Marchi avevano firmato infatti una tregua.
Ma ora lo scenario cambia completamente e qualche interrogativo lo pone. Fonti vicine al dossier spiegano che Atlantia da tempo stava cercando un ghiotto investimento nel settore aeroportuale.
La società è liquida, denaro ce n’è; e Gilberto Benetton che è il presidente della Holding Edizione, che controlla Atlantia, non ha mai negato quale business oggi rappresentino proprio gli aeroporti. Da qui il recente investimento nello scalo di Nizza, in cordata con Edf, per cui aveva addirittura dichiarato di voler cedere fino al 30% degli aeroporti di Roma. Nizza è stata portata a casa con il 60%, e Adr è rimasta nel perimetro. Ma è difficile pensare che quello di Venezia sia ora solo un investimento finanziario. Per quanto lo scalo gestito da Marchi sia un gioiellino che porta dividendi e reddito.
Nessuno commenta ufficialmente. Il presidente Marchi fa la “terza parte” tra venditore e contraente. Atlantia non aggiunge altro alla nota. Amber è già fuori dai giochi, anche se per i primi tempi potrebbe mantenere in Cda i suoi consiglieri. Ma il vero nodo ora, è capire se c’è un piano dietro a questo importante esborso di denaro da parte dei Benetton. Potrebbe essere la creazione di un grande gruppo aeroportuale italiano? I tempi di ingresso, su offerta a sconto di Amber, qualche dubbio lo pongono.
E’ di questi giorni la notizia del divorzio imprenditoriale tra Marchi e il socio Andrea de Vido che 36 anni fa fondarono Finanziaria internazionale, oggi Banca Finint. La società, tramite Agorà e Marco Polo Holding, ha oltre il 60% di Save. E proprio sul destino di Save si sta consumando il dibattito acceso tra Marchi e de Vido. Il secondo infatti, bisognoso di soldi per debiti derivanti da investimenti finanziari, chiede la cessione di una quota, considerando lo scalo un investimento finanziario. Ma Marchi non vuole cedere sull’asset Venezia.
Diverse soluzioni si stanno definendo all’orizzonte per la liquidazione a de Vido. Ma se la spuntasse quest’ultimo, in teoria, quello dei Benetton con Atlantia non sarebbe solo un «investimento finanziario» perché potrebbe portare a nuovi scenari, anche di controllo dello scalo. «L’operazione è in pieno supporto alla gestione Marchi e nessun tipo di sinergia è prevista con Adr» spiegano fonti romane autorevoli.
Solo il tempo dirà una parola definitiva.
@eleonoravallin
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