Alle imprese del Nord Est la taglia media non basta più
Numerose, giovani e con una produttività elevata: le aziende hanno trovato nel territorio il giusto habitat per crescere

Le medie imprese manifatturiere, quelle che contano tra 50 a 499 dipendenti e hanno un fatturato tra 17 e 370 milioni di euro, sono la parte più vitale e resiliente del sistema manifatturiero italiano e il Nord Est è l’area del territorio nazionale che registra la maggiore intensità della loro presenza. Quelle censite nell’ultimo rapporto elaborato dall’Area Studi di Mediobanca insieme a Unioncamere e al Centro Studi Tagliacarne per l’anno 2022 sono 4.008, 629 in più rispetto alla rilevazione del 1996 e rappresentano il 16% del fatturato dell’intero settore manifatturiero, il 14% dell’export e il 13% degli occupati. Non sono tutte le medie imprese italiane, restano fuori dal perimetro della ricerca quelle di proprietà estera e di fondi. Si tratta quindi in larghissima parte di imprese familiari.
Sono i numeri a segnalarci la loro maggiore vitalità e resilienza. Nelle tre grandi crisi che hanno segnato gli ultimi quindici anni le medie imprese hanno fatto costantemente meglio delle grandi. Nel 2008-2009, gli anni della crisi della Lehman, hanno perso il 16,6% del fatturato contro il 18,2 delle grandi, durante la crisi dei debiti sovrani del 2011-2013 hanno registrato una contrazione dello 0,3 contro l’1,4 e negli anni del Covid del 7,5% contro il 9,5. Complessivamente in tutto il periodo che va dal 1996 a 2022 il loro fatturato è cresciuto del 287% mentre le grandi imprese si sono fermate al 230%.
Ma il dato più interessante riguarda la produttività. La manifattura italiana ha una produttività insoddisfacente e inferiore di quasi il 18% rispetto a Francia e Germania ma a pesare sono le aziende con meno di 20 dipendenti che sono ancora troppe per un Paese che vuole essere moderno e competitivo. Se però si superano i 20 dipendenti il dato si ribalta, la produttività per addetto supera dell’8% quelle francese e tedesca per le aziende fino a 49 dipendenti e addirittura del 21% per quelle tra 50 e 249 dipendenti, per scendere lievemente sotto la parità per quelle di maggiore dimensione.
quelli che ce l’hanno fatta
Ci sono però anche ombre che emergono dalla ricerca. In Italia non mancano certamente imprese che sono state capaci di superare la soglia dimensionale delle medie, diventando in anni recenti gruppi di rilievo assoluto. Gli esempi sono numerosi e non mancano certo nel Nord Est, Veronesi, Danieli, De’ Longhi, Calzedonia, Acciaierie Venete, Otb, Cereal Docks e altre ancora. Tuttavia, nei grandi numeri, oggi non abbiamo segnali di una positiva e diffusa contaminazione nella direzione delle classi di impresa più piccole o più grandi. Intuitivamente possiamo ipotizzare che la rapidità dei processi decisionali, la flessibilità e la capacità di adattamento favorite dalla dimensione e la vicinanza della proprietà giochino un ruolo favorevole per le medie imprese. Verrebbe da dire che quella dimensione e quelle caratteristiche sono ottimali per prosperare “nonostante” i mille ostacoli del fare impresa in Italia.
la gabbia dorata
Ma c’è poi un’altra faccia della medaglia. Il numero delle medie imprese ha oscillato negli anni (era sceso anche verso quota tremila), ma il grosso sono le uscite verso il basso di imprese che avevano superato la soglia dei 17 milioni di fatturato e sono poi scivolate indietro, mentre poco rilevante è il numero complessivo di quelle che hanno superato i 370 milioni di fatturato. È come se ci fosse una gabbia dorata che porta i risultati che abbiamo visto ma dalla quale è assai più facile cadere che spiccare il volo.
Di questo mondo variegato e dinamico di medie imprese il Nord Est con il 37% del totale è coprotagonista con il Nord Ovest (38,7%), ma lo è in assoluto per intensità. Quello dell’intensità è un indice originale che tiene conto delle imprese attive, della popolazione, della forza lavoro, del valore aggiunto, dell’export e del consumo di suolo. Ebbene secondo questo indice il Veneto registra l’intensità più alta, al quarto posto dopo Lombardia e Umbria c’è il Trentino Alto Adige e al quinto il Friuli Venezia Giulia, che condivide con il terzo più importante distretto industriale italiano popolato da medie imprese, il Comet- Componentistica e Termoelettromeccanica, che conta 118 medie imprese con quasi 15 mila addetti e un fatturato complessivo di 4,5 miliardi.
Questo primato di intensità va però interpretato. Avere tante medie è una ricchezza per il territorio ma è anche un limite. Che emerge per esempio nel confronto con l’Emilia Romagna che, come ha rilevato il direttore dell’Area Studi di Mediobanca Gabriele Barbaresco presentando il rapporto, pur essendo terza nel numero di medie imprese ha una intensità più bassa per la maggiore presenza di imprese grandi e medio grandi e di gruppi internazionali che vi si sono insediate, mostrando una capacità di crescita dimensionale e di attrattività di investimenti internazionali che il Triveneto non ha ancora maturato.
l’età anagrafica aiuta
La dinamica nella crescita del numero di imprese aggiunge un altro tassello. Delle 729 medie imprese in più registrate nel 2022 rispetto al 2013 ben 248 sono nelle quattro regioni del Nord Est, il numero più alto rispetto alle altre macroregioni, e di queste 209 nel solo Veneto. Per spiegare il fenomeno si possono fare alcune ipotesi, la prima delle quali riguarda l’età delle imprese. L’anno di nascita medio di quelle del Nord Ovest è il 1961 mentre nel Nord Est è il 1973. Di quelle venete in particolare è più avanti ancora poiché la larghissima maggioranza è nata negli anni Settanta e negli ultimi due decenni del secolo scorso. Sono più giovani quindi e stanno arrivando in questi anni in numeri considerevoli alla dimensione di media impresa. A questo fattore possiamo forse aggiungere la selezione avvenuta negli anni del Covid e i passaggi generazionali in atto che potrebbero aver portato a qualche forma di concentrazione con aziende più solide che hanno acquistato le più fragili o quelle dove è venuto a mancare il fondatore. Fenomeni che, per rompere la gabbia dorata della media impresa, potrebbero essere d’aiuto. —
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