Dall’inferno alla Groenlandia (con lo spritz)

Dove il sole non tramonta, anche la vecchiaia sembra meno definitiva. Gli anziani del Nord Est: il gelo li accoglie, l’Inps li insegue, l’estate resta indietro

Fulvio Ervas

Mi chiamo Mària e vengo da Timisoara, sono rumena, ma lavoro in Italia da tanto che mangiato più bigoi in salsa io che sindaco di Venezia.

Io di lavoro sono badante. Badante che ama vecchi, no come figli amano loro vecchi, ma un po’ di più. Perché per me vecchi no sono problema, no sono fastidi, sono risorsa. Come prosecco per colline. Senza prosecco colline sono boschi. Senza vecchi badante è triste.

Io, sono triste.

Perché brava badante non fa solo dormire vecchi, brava badante fa ridere vecchi e diverte con loro. Se fai ridere, ti viene luce dentro cuore e vita è bella.

Però vita bella non può essere distrutta da termometro, pensavo. Estate annulla vecchi con caldo. Li chiude in casa che diventa cassa da morto con ventilatore. Così mio progetto è stato portare vecchi fuori di notte, a divertirsi al fresco.

Ma adesso anche di notte è caldo, su letto puoi cucinare toast.

Problema sempre più grande. Caldo diventato arma di distruzione di massa. Miei amici vecchi detto a me che caldo è invenzione moderna di INPS per risolvere problema di pensioni. Ma no credo che INPS possa agire su atmosfera. INPS no scherza, ma no credo tanto potente.

Fidanzata di mio ultimo vecchio, signor Bepin, diceva che caldo è complotto di giovani contro vecchi. Si chiamava Patrizia, ma per signor Bepin era Patty. Patty era convinta che bisogna far vedere a giovani che vecchi non mollano: è uscita di casa alle quindici ma è scoppiata come popcorn quando messo piedi sopra tombino bollente di acquedotto.

Signor Bepin, ottantanove anni con testa da università, pianto tanto e in memoria di Patty ha detto che bisogna fargliela pagare a questa brutta estate. Ha detto che estate è nome inadatto e ha pensato che nome migliore deve essere INFERNO.

Signor Bepin era così convinto di sua idea che cominciato raccolta di firme tra vecchi per far cambiare nome di estate in INFERNO. Voleva portare firme a presidente di Repubblica italiana, aveva pensato anche a ministro di Cultura, ma poi ha cambiato idea quando ascoltato sua intervista.

Tanti amici di signor Bepin firmato subito. Proposta voleva che in libri e giornali si scrivessero quattro stagioni in modo nuovo: Purgatorio, Inferno, Post Inferno e Paradiso.

Inverno doveva diventare Paradiso perché oramai è stagione più facile di anno.

Purtroppo iniziativa di signor Bepin non è andata a buon fine. Anche lui morto per colpo di caldo. Avevo detto lui non andare a ufficio poste per mandare telegramma a Presidente di Repubblica, che no c’è filo di ombra, niente alberi, solo ciuffo di rose secche.

Ma idea di signor Bepin, quella parola INFERNO, è diventata per me una cosa potente. È sua eredità geniale.

Mària, mi sono detta, devi pensare a nuova strategia.

In estate bisogna portare vecchi via da inferno e metterli in paradiso.

Allora uno pensa che bisogna portare vecchi in montagna, al fresco. Sbagliato!

Perché se in pianura siamo in pentola, in montagna può piovere anche troppo, e viene male a ossa e poi montagna un pochetto casca e vecchi non sono veloci di fuga. Montagna diventa buona per bambini perché sono più veloci di sassi che rotolano.

Ma guardando carta geografica ho visto cosa interessante: si chiama Groenlandia. Che è isola distante, è vero, ma disponibile.

Ho sentito che Groenlandia è meno fredda negli ultimi anni. Questo è perfetto. E diventerà sempre meno fredda in futuro. Allora telefonato a presidente di Groenlandia, persona strana ma gentile, per sapere se è problema portare vecchi da Italia a Groenlandia.

Lui detto nessun problema. Tutti benvenuti tranne americani.

Ho chiesto come mai e lui risposto che americani vogliono comperare Groenlandia.

Ecco, ho pensato, americani hanno fiutato affare di freddo e vogliono portare loro vecchi in Groenlandia prima di miei vecchi.

Ho detto a presidente di Groenlandia che io, Mària di Timisoara, porterò vecchi di Treviso, Castelfranco, Noale, Trebaseleghe e tanti altri posti, in Groenlandia e batteremo americani.

E lui detto che ci aiuta con trasporto.

È bastata poca pubblicità e tutti vecchi mi hanno contattato per andare in estate al fresco in Groenlandia: media di dieci gradi, una meraviglia!

Avvisato presidente di Groenlandia che mandata nave.

Cosa difficile è stata preparare valigie per partenza. Perché solo pochi vecchi hanno ancora guanti di lana, calzetti di lana, berretto di lana. Giubbotti con collo di pelo spariti. Tutto buttato via, che in inverno qui si mettono giacche di lino e calzetti corti di cotone.

Risolto con negozi di cose vintage, che è posto dove novità sono vecchie.

Ma ancora più difficile è dire a vecchi di non mettere in valigie televisione, mini cyclette, armadietto di farmaci e specchio snellente. Portate souvenir, ho detto e per fortuna ubbidito tutti mettendo in bagagli bottiglie di Aperol, formaggio bastardo di Grappa, torta fregolotta e bussolai di Burano.

Viaggio è stato impegnativo.

Vecchio è morto nel tragitto, ma prima suoi occhi riempiti di delfini, orche e anche balene. Meglio che vedere capannoni, camion e rotonde. Lui morto ridendo felice.

In Groenlandia d’estate ci sono venti ore di luce e non si suda mai.

Non si vede tramonto. Questa è potente suggestione filosofica: vecchio non vede tramonto e pensa che vita non finisce mai, se sole non scappa da Terra anche lui rimarrà per sempre acceso. Non è vero, ma è bella illusione che fa tranquillizzare vecchi.

Vedere vecchi all’aperto in estate è uno spettacolo: passeggiano cantando e rincorrono orsi e foche, fanno gite verso zone di ghiaccio e parlano con gli inuit e raccontano di loro paesi quando erano molto giovani. Soprattutto di Venezia che è città bellissima. Inuit dicono di conoscere Venezia, città costruita per matrimoni, piena di uffici per sposarsi, negozi di torte nuziali e catering per duecento o trecento invitati che possono pranzare a piazza San Marco. Vecchi rimasti sorpresi che inuit sapevano tante cose e hanno invitato giovani di venire a sposarsi a Venezia che avranno in regalo bomboniere a forma di gondola con orso a posto di gondoliere.

Hanno insegnato a fare spritz a inuit.

Purtroppo non c’è arancia per mettere fetta dentro spritz. Loro proposto fetta di grasso di foca. Interessante.

Presidente di Groenlandia ha fatto video di miei vecchi che cantano “Me compare Giacometo” dopo aver mangiato zuppa di foca e balena, arricchita con cipolle e patate e soprattutto bevuto buona birra.

Ha mandato video a presidente di America.

Lui no contento, pare.

Noi sì… 

L’autore: Fulvio Ervas

Fulvio Ervas, 69 anni, nato a Musile di Piave, insegnante di Scienze naturali, ha esordito nella letteratura nel 1999 con il racconto “La lotteria” (Premio Calvino 2001 ex aequo), scritto insieme alla sorella Luisa con la quale ha pubblicato anche il primo romanzo della fortunata serie dell’ispettore Stucky.

Nel 2012 ha scritto “Se ti abbraccio non aver paura” (2012), che indaga il tema dell’autismo tratto da una storia vera; ne è stato tratto un film presentato alla Mostra del Cinema. Stucky ha anche esplorato altri linguaggi espressivi, dal cinema (“Finché c’è prosecco c’è speranza”) alla fiction tv, sulla Rai, sempre interpretato da Giuseppe Battiston.

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