Ghedina abbraccia la sua Cortina olimpica: «Vetrina speciale per un luogo unico»

Proprio a Cortina arrivò la prima vittoria di Kristian Ghedina in Coppa del Mondo: «Per il paese i Giochi saranno un momento straordinario. Nella mia ultima autobiografia mi sono guardato alle spalle, senza rimpianti, contento di quello che sono»

Gianluca De Rosa
Kristian Ghedina, tra i migliori discesisti di sempre nello sci azzurro
Kristian Ghedina, tra i migliori discesisti di sempre nello sci azzurro

Il Ghedo, campione popolare. Idolo della gente, conosciuto ed apprezzato non solo nella sua Cortina, ma ovunque. La conferma è proprio di questi giorni, in cui Kristian Ghedina è impegnato in giro per l’Italia nella presentazione del libro “Ghedo. Non ho fretta ma vado veloce”, autobiografia scritta dal giornalista veronese Lorenzo Fabiano già “voce” della valanga azzurra dipinta magicamente dal regista toscano Giovanni Veronesi. Il Ghedo e Cortina: un legame indissolubile.

Amore incondizionato rinfocolato ulteriormente dall’ormai prossima rassegna olimpica che vedrà la conca recitare un ruolo da protagonista.

Proprio a Cortina il Ghedo presenta il suo libro alla platea dell’Alexander Girardi Hall, incalzato dalle domande curiose di Francesco Chiamulera, “padre” di Una montagna di libri. Quale occasione migliore per lanciare la volata alle olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026?

«Sarà una grande festa, Cortina è pronta a mettere l’abito buono per accogliere atleti ed appassionati provenienti da ogni angolo del mondo. Le olimpiadi saranno una vetrina speciale per il nostro territorio, che finalmente ha l’occasione di mostrare e dimostrare tutto il suo valore, oltre alla già arcinota bellezza – ha rimarcato orgogliosamente Ghedina che a proposito del suo libro ha poi spiegato –, mi è piaciuta l’idea di raccontarmi, mettermi a nudo. Forza e debolezze, in un vortice emozionale. Ho ripercorso la mia vita, mi sono guardato alle spalle, senza rimpianti, contento di quello che sono, convinto di essere lo stesso che anche in pista ha sempre mostrato il suo vero volto».

Proprio così, perché Ghedina era ed è ancora oggi il campione della gente. Atleta del popolo, antidivo per eccellenza. Il palmares parla chiaro: miglior discesista per distacco, almeno fino all’avvento nel panorama internazionale di Dominik Paris, degno erede del mitico Zeno Colò. Debuttò in coppa del mondo nel 1989 imponendosi subito all’attenzione degli addetti ai lavori per il suo stile aggressivo e scorrevole. In coppa del mondo vanta 13 vittorie e 33 podi.

Complessivamente, con 167 gare di coppa del mondo, è il detentore del record di discese libere disputate. Partecipò a tre edizioni dei giochi olimpici ed a sei mondiali. Celebre la sua “spaccata”, che a Kitzbuhel nel 2004 lo consacrò come figura iconica dello sci alpino.

«Il mio ricordo più bello in carriera? Il primo anno in coppa del mondo, che coincise anche con la mia prima vittoria. Non so se fu uno scherzo del destino, o qualcosa di simile: fatto sta che la conquistai a Cortina, davanti alla mia famiglia ed ai miei amici – ricorda il Ghedo –. Alla vigilia di quella gara non stavo benissimo, ma la voglia di esserci fu più forte di tutto. Anche Kitzbuhel fa parte dei ricordi più dolci, la Streif ha segnato la mia carriera. Una pista incredibile, forse più adatta agli sciatori tecnici che al sottoscritto, avevo altre caratteristiche. Fui il primo italiano a vincere lì, poi come non citare la spaccata. Fu una scommessa, questa storia l’ho raccontata tantissime volte. Mi andò bene, in tutti i sensi. E vinsi anche la scommessa».

Inevitabile un richiamo alle olimpiadi, ormai prossime: «Per Cortina si tratta di un momento straordinario, il paese è in fermento. Le polemiche fanno parte del gioco, storicamente ci sono sempre versioni contrastanti quando si parla di grandi eventi. Ma sono convinto che l’inizio dei giochi metterà tutti d’accordo. La storia degli sport invernali abita a Cortina, le Olimpiadi del 1956 brillano ancora negli occhi e nei ricordi di chi c’era. Certo, il mondo da allora si è evoluto e con esso anche lo sport. Ben vengano le novità, senza dimenticare le tradizioni. Ed a Cortina gli sport invernali rappresentano la tradizione di un popolo che ha sempre amato, senza indugi, il suo territorio».

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