Olimpiadi, il ministro Abodi: «Situazioni complesse e con qualche criticità, ma ci fidiamo di Simico»
L’esponente del governo Meloni dispiaciuto per Zaia che lascerà prima dell’Olimpiade: «Sono certo che da uomo delle istituzioni darà ancora il suo prezioso contributo all’Italia»


Ministro Abodi, a duecento giorni esatti dall’Olimpiade di Milano-Cortina, è più orgoglioso di quel che succederà o preoccupato per qualche ritardo?
«Vedo le Olimpiadi e le Paralimpiadi, le sogno, anche se il percorso è ancora insidioso, ma il punto di approdo è affascinante e meraviglioso. Ci sono difficoltà, ma non sono preoccupato, ho imparato che nella vita la preoccupazione di per sé non conta niente. Anzi, ti crea soltanto vincoli e limiti. Quindi, insieme a tutta la squadra, siamo molto concentrati ad affrontare ogni problematica, anche le più complesse».
Entriamo, dunque, concretamente nelle questioni delicate, partendo dalla viabilità. Cosa pensa delle attuali condizioni della statale 51 di Alemagna colpita, nell’ultimo mese, da tre colate detritiche che hanno completamente interdetto la viabilità?
«Il tema è costantemente monitorato e presidiato dalla Protezione civile, guidata dal Capo Dipartimento Ciciliano, in stretto coordinamento con il ministro Musumeci, la Regione Veneto, la Provincia di Belluno e i Comuni interessati, così come parliamo pressoché quotidianamente per un allineamento puntuale anche con l’amministratore delegato di Simico, Saldini, per tutte le interferenze relative alle attività di cantiere di questo periodo, oltre che con l’amministratore delegato della Fondazione Milano-Cortina, Varnier, per tutti gli impatti sull'organizzazione dei Giochi. Quindi il problema è gestito, nella sua complessità. È chiaro che rappresenti una criticità, ma si sta lavorando sulla viabilità alternativa che verrà migliorata per consentire la gestione complessiva delle situazioni critiche, perché non impattino sugli aspetti organizzativi dei Giochi».
Passiamo alle infrastrutture. Simico ha trovato un gruppo di imprese intenzionate a costruire la cabinovia Apollonio-Socrepes, di cui la capofila è la bresciana Graffer. Avete ricevuto le giuste garanzie sulla fattibilità dell’opera?
«Noi non riceviamo certamente garanzie, perché questi sono aspetti che riguardano Simico e le procedure di gara vengono verificate da loro, com’è giusto che sia. Da parte nostra posso solo dire che c’è piena fiducia in Simico e in chi la guida. È una squadra che ha dimostrato efficienza, senso di responsabilità e anche senso del risultato. Ci fidiamo della qualità delle persone, dal punto di vista tecnico e non solo».
La preoccupa il fatto che i grandi colossi del settore, Leitner e Doppelmayr, abbiano ritenuto l’impianto non realizzabile nei tempi richiesti?
«Queste sono dinamiche del mercato che guardo sempre con grande attenzione, tanto più quando si reggono su un sostanziale duopolio, come in questo caso. A me piace un'idea di mercato molto più aperto e competitivo. Quindi, se i due soggetti che hanno quote di mercato estremamente rilevanti decidono, per loro legittime valutazioni aziendali, di non partecipare, ma c’è un terzo soggetto, più piccolo, efficiente e agile, che si è reso disponibile a realizzare l'opera nei tempi e nei modi richiesti, noi dobbiamo guardare alla scelta del più piccolo con grande favore e quindi a un’apertura del mercato nell’interesse di tutti».
Che cosa significa per un uomo di sport e ministro competente, essere in prima linea per l’Olimpiade?
«Intanto un ministro è in prima linea nella responsabilità, ma senza invadere il campo altrui, soprattutto quello organizzativo. Certo, ho un osservatorio privilegiato ed è affascinate, emozionante, appassionante. Non riesco a immaginare la gioia degli atleti, dei tecnici e dei dirigenti, che sono ancora più coinvolti, però da ministro c’è l’emozione, l’orgoglio e l’onore di rappresentare la nazione che ospita i Giochi invernali olimpici e paralimpici»
Quale specificità e, quindi, quale diversità dovrebbero avere i Giochi di Milano-Cortina per differenziarsi dai precedenti ed entrare nella storia dello sport?
«Quello che resterà negli annali olimpici è il fatto di avere il perimetro più ampio della storia dei Giochi. Non è mai accaduto un coinvolgimento di terre così lontane. Questo, secondo me, diventerà per i Giochi invernali un modello di riferimento che aiuta a superare anche l’idea che le montagne siano sempre isolate tra loro. Noi le stiamo mettendo in stretta relazione, connessione e collaborazione, proponendo al mondo Alpi e Dolomiti che appartengono al patrimonio della nazione. Mi fa piacere anche immaginare che questo stesso schema lo replicheremo per le Olimpiadi giovanili invernali del 2028 che saranno denominate Dolomiti-Valtellina. Sarà il superamento culturale delle montagne separate che diventano patrimonio unico, tanto più attraverso i Giochi dedicati a giovani tra i 15 e i 18 anni, provenienti da tutto il mondo. Potremmo anche dire, dalle scuole di tutto il mondo».
Qualche giorno fa sono state presentate le medaglie. Milano-Cortina sarà la prima edizione con i premi detassati.
«Meravigliose medaglie, nella loro solenne sobrietà, realizzate da un'eccellenza italiana: l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, che è anche diventato partner dei Giochi di Milano Cortina. Siamo partiti dal concetto che il merito non si tassa. Credo che questo sia un aspetto da considerare anche in futuro. Sono arrivato tardi rispetto ai medagliati di Parigi, spero che i nostri atleti non me ne vogliano. Ma mi auguro che da adesso in poi il merito possa essere considerato in questo modo».
È dispiaciuto che Luca Zaia, uno dei principali promotori dell’approdo dell’evento mondiale nel suo Veneto, non possa accogliere l’Olimpiade da Presidente della Regione?
«Certo che sono dispiaciuto. Luca Zaia ha partecipato, assieme ai suoi colleghi presidenti e sindaci, ai presidenti del Coni e del Cip, al governo di allora, rappresentato dal sottosegretario Giorgetti, alla conquista dell’organizzazione di questo evento straordinario. E in questi anni ha lavorato intensamente per una grande edizione di Olimpiade e Paralimpiade. Quello di Luca è un po’ il destino di tutti noi. Siamo condannati, metaforicamente, a lavorare come se non ci fosse un limite al tempo che ci viene concesso, ma dobbiamo essere pronti anche a vederci in un altro ruolo. Mi dispiace perché so quanta passione e competenza Zaia stia mettendo in ogni sua azione politica e sui Giochi in particolare. Sono certo che un uomo delle istituzioni come lui potrà continuare a dare il suo prezioso contributo all'Italia».
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