Milano Cortina 2026, solo il 13 per cento del budget va alle opere olimpiche: il rapporto di Open Olympics
A poche settimane dall’apertura dei Giochi Invernali Milano Cortina 2026, il report Open Olympics 2026 denuncia che solo il 13% dei 3,54 miliardi di euro è destinato alle opere essenziali per i Giochi, mentre il 87% finanzia interventi di legacy. Restano dubbi su costi, subappalti e impatto ambientale

Mancano poche settimane all’apertura dei Giochi Invernali Milano Cortina 2026, e la rete civica Open Olympics 2026, coordinata da Libera insieme a 20 associazioni partner, presenta il terzo e ultimo report sul Piano delle Opere, dal titolo “Alla vigilia dei Giochi Invernali Milano Cortina: tra dati e ‘non dati’, come si classifica il diritto di sapere?”.
Il report fotografa uno scenario complesso, dove su 3,54 miliardi di euro complessivi, solo il 13% è destinato alle opere indispensabili ai Giochi, mentre il restante 87% finanzia interventi di legacy, principalmente stradali e ferroviari.
In termini concreti, per ogni euro speso per le infrastrutture olimpiche, se ne investono 6,6 per opere di lungo periodo. La concentrazione maggiore della spesa è in Veneto e Lombardia, che sfiorano ciascuna 1,5 miliardi di euro.
Dati disponibili e “non dati”: un bilancio parziale
Il report analizza ciò che oggi è accessibile attraverso il portale Open Milano Cortina 2026, risultato della campagna stessa di Open Olympics 2026, ma evidenzia anche i punti di opacità e i “non dati”: informazioni parziali o non ancora conoscibili riguardo al progetto olimpico. L’indagine tocca tutte le responsabilità dei soggetti coinvolti nella macchina olimpica e paralimpica, senza esclusioni.

Solo 42 delle 98 opere previste avranno termine prima dell’evento, mentre il 57% degli interventi sarà completato dopo i Giochi, con il cantiere più tardivo programmato per il 2033. Sedici opere, comprese otto essenziali, tra cui la pista da bob “Cortina Sliding Centre”, l’innevamento artificiale e il Villaggio olimpico di Cortina, hanno una consegna prevista solo parziale. Tuttavia, l’assenza di metadati chiari non permette di capire in che stato saranno tali infrastrutture allo scoccare del tempo olimpico. Nel corso del 2025, la data di fine lavori è stata posticipata per il 73% delle opere, con slittamenti che in alcuni casi superano i tre anni.
Sul fronte economico, nei primi dieci mesi del 2025 il valore del Piano cresce di 157 milioni di euro (+4,6%), interessando 34 opere già presenti, uno sdoppiamento e tre nuove opere. Le variazioni più significative riguardano Longarone (+43 milioni), Perca (+31 milioni) e Sondrio (+13,3 milioni). Tuttavia, resta impossibile capire chi stia sostenendo questi aumenti, poiché il portale non riporta le fonti di finanziamento.
Questioni aperte: ambiente, costi e subappalti
Tra i principali “non dati” segnalati dal report, il primo riguarda l’impatto ambientale. Non è disponibile l’impronta di CO₂ per singola opera, nonostante il Comitato Olimpico Internazionale preveda una metodologia specifica. L’unico dato noto è la stima complessiva della Fondazione Milano Cortina, pari a circa 1.005.000 tonnellate di CO₂ equivalente per l’intero ciclo dell’evento.

Il secondo tema riguarda la spesa complessiva dei Giochi: il Budget Lifetime della Fondazione è indicato in 1,7 miliardi di euro, ma il documento non è pubblico, e non si conosce chi stia coprendo eventuali incrementi. Il terzo punto riguarda i subappalti, visibili solo per i nomi dei beneficiari, ma non per i valori economici; senza il CIG, non è possibile incrociare automaticamente i dati con la piattaforma dell’ANAC.
La rete Open Olympics 2026 sottolinea inoltre come il portale Open Milano Cortina 2026 copra solo una parte dell’intero perimetro olimpico. La sola Regione Lombardia, attraverso il portale “Oltre i Giochi 2026”, elenca 78 interventi per 5,17 miliardi, di cui 3,82 miliardi non presenti nel portale Open, creando quella che la rete definisce un’“asimmetria informativa sistemica”.
Rimangono aperte tre domande civiche fondamentali: quante opere esistono davvero e quanto costano? Quanto costano la realizzazione dei Giochi e la tutela di salute e sicurezza? Come sta spendendo il Commissario alle Paralimpiadi i 328 milioni assegnati dal DL Sport?
Distribuzione territoriale degli investimenti
Dal punto di vista geografico, la Provincia Autonoma di Bolzano conta 14 opere per un valore di circa 337,7 milioni di euro, pari al 9,5% della spesa totale, con il 17% dedicato alle opere olimpiche e l’83% alla legacy. In Trentino le opere previste sono 30, per un totale di 390,7 milioni, con il 28% destinato ai Giochi e il 72% alla legacy, equamente divisa tra interventi stradali/ferroviari e “Altro”.
Il Veneto concentra il maggior volume di risorse: 25 opere per circa 1,42 miliardi, pari al 40,2% della spesa complessiva, di cui 216,5 milioni per le opere olimpiche e 1,20 miliardi per la legacy. La Lombardia, con 29 interventi per circa 1,39 miliardi, vede solo 78,3 milioni destinati alle opere olimpiche, mentre oltre 1,31 miliardi finanziano progetti di lungo periodo, con una netta prevalenza delle opere stradali.
Verso la legacy civica
“La nostra eredità civica è semplice: non si tocchi una pietra senza prima fare trasparenza”, affermano le associazioni della rete Open Olympics 2026. Il monitoraggio non si concluderà con lo spegnersi delle luci dei Giochi: il 57% delle opere verrà completato dopo l’evento, e la rete continuerà a seguire i cantieri fino alla chiusura dell’ultimo intervento.
Il lavoro già avviato rappresenta anche un’esperienza da esportare ai prossimi Giochi invernali del 2030 in Francia, con l’obiettivo di consolidare una legacy di trasparenza e responsabilità civica nella gestione dei grandi eventi.
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