Mario Tozzi sui social contro balneari e concessioni: «Da noi una vergogna»

Il post su Facebook durante le vacanze in Grecia: una critica diretta al sistema italiano di gestione delle spiagge, dove la privatizzazione è dilagante con alcune zone con oltre il 90% dell’arenile in concessione a privati

La redazione
Mario Tozzi contro le spiagge italiane
Mario Tozzi contro le spiagge italiane

Durante le sue vacanze a Naxos, Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico, ha rilanciato la polemica estiva sul costo delle spiagge italiane. Con un post su X (ex Twitter), il divulgatore ha descritto la spiaggia greca perfetta: chilometri di sabbia libera, dune incontaminate, un piccolo stabilimento con lettini e ombrelloni a soli 10 euro e nessun rifiuto a vista.

Il geologo Mario Tozzi
Il geologo Mario Tozzi

«Come dovrebbero essere le spiagge – ha scritto Tozzi – uno stabilimento con servizi e il resto libero. Una sola parola per chi ha gestito il demanio costiero da noi: vergogna». Il commento riflette la frustrazione di molti turisti italiani di fronte a una costa sempre più privatizzata.

Non sono mancati i detrattori. In molti hanno accusato Tozzi di ignorare l’impatto economico delle concessioni, sottolineando il ruolo dei balneari nel Pil nazionale. Il geologo ha risposto difendendo il principio secondo cui le spiagge appartengono allo Stato e non ai privati, evidenziando come lo Stato incassi solo una piccola parte dei profitti generati dai gestori.

Poi la risposta del geologo con un nuovo post: “Lo scrivo con tutta la simpatia per gli amici balneari che stanno inondandoci le orecchie di lamenti: il sistema italiano di sfruttamento delle spiagge di pregio è ingiusto, ambientalmente dannoso e non funziona. Li invito a sottoscrivere un documento per ridisegnarlo: 1) comune per comune, spiaggia per spiaggia, il 50% deve essere sempre libero, ma non sul totale nazionale, scarichi e impianti industriali sul mare compresi (eh, furbacchioni!); 2) del restante 50%, il 20% deve essere attrezzato dai comuni a prezzi calmierati, il 30% può andare a bando; 3) i prezzi delle concessioni devono essere riadeguati; 4) sulle spiagge non deve rimanere alcuna struttura fra ottobre e aprile; 5) tutte le strutture devono essere comunque rimovibili; 6) le concessioni non possono superare i 10 anni, poi vanno di nuovo a bando. Così tuteliamo un bene e i diritti di tutti. Come accade in tutti i Paesi del Mediterraneo”.

 

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