Chi è Giovanni Manildo, il candidato del centrosinistra sconfitto in Veneto

La carta dell’autorevolezza non è bastata per battere Stefani, nonostante l’appoggio dell’intero arco progressista: avvocato, ex sindaco di Treviso, chi è l’esponente “moderato” del Pd

La redazione
Giovanni Manildo durante la chiusura della campagna elettorale a Treviso
Giovanni Manildo durante la chiusura della campagna elettorale a Treviso

Il suo profilo è stato preferito a quello di “star” mediatiche come Andrea Crisanti o Antonella Viola. Ma, alla fine, Giovanni Manildo, esponente del Pd moderato e candidato del centrosinistra in Veneto, non ha potuto arginare l’affermazione netta di Alberto Stefani, che già i sondaggi davano per sicuro successore di Zaia alla presidenza della Regione.

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L’esperienza a Treviso

La direzione del Pd lo aveva scelto a larga maggioranza ancora la scorsa estate. Classe 1969, originario di Conegliano, sposato e padre di tre figli, Manildo è di professione avvocato, laureato in Giurisprudenza all’Università di Padova e specializzato in diritto dell’energia.

La sua maggiore esperienza politica è alla guida del Comune di Treviso, dal 2013 al 2018. Il suo “cursus honorum” è regolare, privo di strappi: Manildo è partito dal basso, scalando progressivamente i gradini dell’amministrazione cittadina.

Alle elezioni del 2008 si candida a Treviso tra le liste del Pd, venendo eletto consigliere e vicepresidente del Consiglio comunale fino al 2013. Nel 2009 viene eletto segretario cittadino del Pd a Treviso. Poi la vittoria nelle primarie del 2013 e il trionfo alle elezioni, che interrompono vent’anni di dominio leghista.

Giovanni Manildo dopo la vittoria a Treviso
Giovanni Manildo dopo la vittoria a Treviso

La carta del pragmatismo

«Giovanni Manildo è un amministratore capace e innovativo, una figura autorevole e credibile, in grado di parlare a tutto l’elettorato veneto», recitava il comunicato stampa che ne ufficializzava la candidatura. Proprio l’autorevolezza, il pragmatismo di cui ha dato prova nei cinque anni a Treviso sono state le carte che il centrosinistra ha provato a giocare per spezzare trent’anni di egemonia del centrodestra.

Giovanni Manildo con Elly Schlien a Mestre
Giovanni Manildo con Elly Schlien a Mestre

Figura radicata e riconosciuta per il suo profilo professionale e la sua sensibilità sociale e ambientale, Manildo è espressione di una sinistra “di governo”, nel solco di altre amministrazioni dem del Nord Italia (da Beppe Sala a Milano a Silvia Salis a Genova). Alpino, su di lui circola un aneddoto che lo vuole soprannominato “Kung-fu panda”, una sorta di animale guida e di riferimento simbolico.

Anche per questa sua vocazione “ecumenica” è stato capace di incassare l’appoggio di tutto l’arco progressista, la più ampia coalizione degli ultimi decenni. Sette le liste che lo sostenevano: Pace Salute Lavoro-Rifondazione Comunista, Uniti per Manildo, Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Alleanza Verdi Sinistra, Volt e Le Civiche Venete. Ma non è bastato per convincere l’elettorato. 

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