Crosetto: «Pronti per Gaza ma i tempi di pacificazione saranno lunghissimi»
Il ministro ha ribadito la disponibilità dell’Italia

Difesa in caso di necessità, deterrenza per non incrinare la pace, ma anche aiuto alle popolazioni civili in ogni parte del mondo. Come nel caso di Gaza, dove i tempi di pacificazione appaiono però «lunghissimi». È il triplice ruolo di Nave Trieste e delle altre unità della Marina militare, citato dal ministro della Difesa Crosetto nel suo discorso durante la cerimonia di consegna della bandiera di combattimento a Nave Trieste.
Dall’hangar dell’unità d’assalto ormeggiata al Molo dei Bersaglieri, il ministro ha ricordato anche Nave Vulcano, la prima unità ospedale a fornire supporto sanitario alla popolazione palestinese. In Medioriente per Crosetto «un’ipotesi per la pacificazione è difficile da fare. Cito sempre come esempio il Kosovo: siamo da trent’anni lì ed è ancora difficile mantenere la pace, figuriamoci in un luogo come Gaza, dove lo scontro dura da decenni e dove le ferite che si sono aperte negli ultimi anni dureranno probabilmente ancora per altri decenni», ha detto a margine della cerimonia dal ponte di volo di Nave Trieste, dove sventolava il vessillo appena consegnato al comandante
.
La pace per Crosetto «sarà una cosa lunghissima. Non aspettiamoci che i tempi di soluzione delle crisi tra popoli o tra nazioni si risolvano col tempo con cui risolviamo le crisi familiari». A Gaza, ha puntualizzato il ministro, «interverremo quando sarà necessario, con tutte le garanzie di sicurezza per le persone, quando saranno chiare le cose» e faremo ciò «che ci sarà chiesto di fare. Abbiamo dato una disponibilità su diversi settori ma non decide l’Italia, decide una coalizione internazionale». Lì, ha aggiunto Crosetto, «pensiamo di portare capacità che altri non hanno».
Il ministro è intervenuto anche sull’ipotesi di introdurre una nuova leva militare su base volontaria. «Ne parliamo da tempo, stiamo pensando a come strutturare una forza di riserva ma non attraverso la leva obbligatoria, che richiederebbe un dispendio di energie enorme e non è quello che serve in questo momento. Non serve avere tante persone che sanno fare nulla, ma avere poche persone, anzi qualcuna in più, che sanno fare molto». —
Riproduzione riservata © il Nord Est









