Roberto Baggio un anno dopo la rapina: «Capisco chi vuole farsi giustizia da solo»
Il ricordo dell’assalto nella villa ad Altavilla Vicentina, il campione: «Hanno messo la pistola in bocca a mio figlio». Indagini ferme dopo l’individuazione di targhe straniere: «Non so se i ladri siano stati beccati perché le autorità non ci raccontano niente»

Un anno dopo la tremenda rapina nella sua villa, Roberto Baggio torna a parlarne raccontando i momenti agghiaccianti dell’aggressione. Il Divin Codino si è concesso a Gianluca Gazzoli, conduttore radiofonico, televisivo, videomaker e youtuber noto grazie al canale Bsmt (Basement).
Roberto Baggio ha parlato di calcio e vita privata. E allora era inevitabile un riferimento ai due eventi più traumatici della sua vita: il rigore sbagliato di Pasadena e la rapina subita lo scorso anno da un commando armato.
Erano circa le 22, nella casa di Altavilla Vicentina c’erano la moglie Andreina, i figli Leonardo e Mattia e la suocera. Tutti insieme stavano guardando la partita Spagna - Italia. «Le persone che mi hanno rapinato in casa sapevano chi fossi», ha raccontato Baggio. «Purtroppo, è un episodio che segna la vita perché è una violenza che fanno a te, a tua moglie e ai tuoi figli con una cattiveria che non riesci a spiegarti. Hanno messo la pistola in bocca a mio figlio e l’hanno puntata alla testa per farsi dire dove si trovasse la cassaforte, che non abbiamo. Ci hanno minacciato dicendo che se l’avessero trovata, ci avrebbero ammazzati».
Lì per lì Baggio ha provato anche a reagire, ma è stato picchiato e bloccato. Ha tentato di difendere la sua famiglia sferrando un pugno in faccia a uno degli uomini, che ha risposto sferrandogli un colpo sulla fronte con il calcio della pistola. Tutta la famiglia è stata poi chiusa a chiave in una stanza per circa 40 minuti, mentre i rapinatori perquisivano la casa in cerca di contanti e gioielli.
«Sono stati in casa nostra per tre quarti d’ora, ci hanno sequestrato da tutto, eravamo per terra e non era così facile», ha ricordato. «Il problema è il dopo, la rabbia che rimane dentro. Capisco la gente che vuole farsi giustizia da sola. Non ho avuto paura perché non li ho sentiti arrivare, sono andato faccia a faccia con uno di loro, il mio istinto è stato tirare un pugno in faccia e un calcio ma erano in sei. Lascio immaginare come sia andata».
Poi Roberto Baggio fa anche un riferimento all’indagine in corso, e forse è il motivo vero per cui ha concesso questa lunga intervista. «Non so se i ladri siano stati beccati perché le autorità non ci raccontano niente, come è giusto che sia», ha detto, apparentemente senza fare polemica ma in realtà rimarcando che dopo un anno non sanno ancora nulla di come siano evoluti gli accertamenti.
Le ultime notizie risalgono a novembre dello scorso anno. Secondo fonti investigative qualificate alcune targhe sospette immortalate quella sera sarebbero straniere, e in particolare provenienti da Germania, Moldavia e Romania. La Procura di Vicenza ha chiesto la collaborazione di Eurojust nelle indagini, l’agenzia dell’Unione Europea per la cooperazione giudiziaria penale, nella quale collaborano le autorità nazionali dei vari Paesi per intercettare reati transnazionali.
Tuttavia, dopo l’individuazione di quelle targhe straniere sembra che gli accertamenti siano giunti a un punto morto. Le indagini sono condotte dai carabinieri del Reparto operativo di Vicenza.
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