L’Unesco (per ora) salva Venezia dalla black list, ma sull’overtourism chiede di più

Il rapporto degli ispettori: decisione finale rimandata a febbraio 2026. Sì a tariffa d’accesso e regolamento affitti, ma l’Unesco rileva una «mancanza di progressi significativi nella gestione del turismo»

Alberto Vitucci
L'Unesco salva Venezia dalla black list, ma chiede interventi sull'overtoturism
L'Unesco salva Venezia dalla black list, ma chiede interventi sull'overtoturism

Rimandati a febbraio. L’Unesco apprezza gli sforzi fatti dal governo e dal Comune per la difesa del bene Venezia. Giudica positive le iniziative avviate in questi mesi.

Ma chiede sia affrontata con urgenza la questione della pressione turistica, con un Piano di gestione del turismo sostenibile anche con “supporto legale”.

La cancellazione dai Siti protetti del Patrimonio mondiale e la temuta black list sono per ora scongiurate. Ma il governo ha tempo fino al primo febbraio 2026 per mettere in atto le misure correttive richieste.

Si conclude così il rapporto degli ispettori Unesco che hanno ultimato la loro visita di quattro giorni in laguna. E hanno consegnato il loro rapporto finale al Comitato intergovernativo per la protezione del Patrimonio culturale e naturale mondiale riunito a Parigi.

Nelle prossime ore il Comitato renderà ufficiale e operativo il parere.

Bilancio positivo o negativo? È evidente dal rapporto che gli ispettori, tornati in laguna otto mesi dopo la loro ultima missione dell’ottobre 2025, registrano «progressi e miglioramenti». Ma rilevano allo stesso tempo la «mancanza di progressi significativi nella gestione del turismo».

Dunque lo Stato parte, cioè il governo italiano insieme a Comune e Regione, dovrà ora presentare un rapporto aggiornato sullo stato di conservazione del sito e sull’attuazione delle misure richieste entro il 1 febbraio del 2026. Venezia dunque ha scampato per ora il pericolo di cancellazione dall’elenco dei siti protetti.

Nella prima parte del rapporto gli ispettori elencano gli interventi avviati sulla richiesta delle missioni precedenti. Il Piano casa 2024-2026, per riassegnare unità abitative pubbliche vuote nel centro storico e il Venice campus city, in collaborazione con le Università, per trovare nuove soluzioni abitative per gli studenti.

L’istituzione dell’Autorità per la laguna e i lavori già realizzati per la difesa dalle inondazioni, il restauro delle rive e le barriere per la difesa della Basilica di San Marco con il progetto di Insula dell’intera area marciana.

Il Mose è quasi ultimato e ha funzionato dal 2020 più di cento volte.

Resta il nodo della manutenzione, mentre i lavori di monitoraggio e mitigazione ambientale «sono in corso».

Positivo, secondo l’Unesco, il fatto che rimanga in vigore il divieto di accesso in bacino San Marco e canale della Giudecca per le grandi navi da crociera. E l’avvio della procedura di gara per il porto off-shore, peraltro non ancora conclusa.

«Ma i nuovi progetti», scrivono gli ispettori, «dovranno essere attentamente valutati e sottoposti e alla Valutazione di impatto ambientale strategica».

La questione critica resta il turismo. Viene registrato «con favore» il sistema di prenotazione e tariffa di accesso per i turisti giornalieri. Come il regolamento per gli affitti a breve termine e la programmazione per alleggerire la pressione valorizzando i progetti del territorio. Ma la mancanza di un sistema di gestione specifico e di un organismo operativo resta una cruciale. «Il deterioramento del bene aggravato da attività umane, turismo e cambiamento climatico è ancora presente. E si rischia di comprometterlo in modo irreversibile».

Ecco allora il decalogo che gli ispettori propongono di approvare all’Assemblea plenaria di Parigi. Vengono ribadite le raccomandazione dell’Icomos, i tecnici dell’Unesco, già espressi nella missione dell’ottobre scorso.

Cioè la necessità di istituire un organismo di gestione operativo e un Piano per il turismo sostenibile, con la riduzione della pressione turistica e degli affitti brevi. Con una zona cuscinetto per evitare che nuovi progetti edilizi impattanti possano minacciare la laguna.

Tutto entro il primo febbraio 2026. Il giudizio finale sul mantenimento di Venezia nell’elenco dei Siti protetti dall’Unesco sarà dunque presa dalla 48ª sessione del Comitato l’anno prossimo. Concludendo un percorso di verifica avviato nel 2011, poi aggiornato nel 2015 con la prima missione congiunta di monitoraggio Icomos-Ramsar per conto del Centro del Patrimonio mondiale, poi aggiornata nel 2020 e a ottobre 2024. Il faro del mondo resta acceso su Venezia e sulla sua laguna.

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