Regole base per andare in montagna, il Soccorso Alpino: «La prima è sapersi fermare»
Il presidente regionale Giuseppe Zandegiacomo: «Vestirsi bene, lasciare detto dove si va e muoversi in compagnia. Ma la sicurezza nasce dalla consapevolezza dei propri limiti»

Giuseppe Zandegiacomo, lei è il presidente regionale del Soccorso Alpino Veneto. Dia ai turisti le regole da rispettare per una montagna sicura.
«Le regole sono quelle note: vestirsi adeguatamente, avere il cellulare carico, lasciare detto dove si va, muoversi in compagnia. Ma ce n’è una sopra le altre».
Quale?
«Saper rinunciare. La montagna richiede consapevolezza e rispetto. Il che significa la capacità di saper fermarsi quando ci sono elementi di dubbio: se non mi sento completamente all’altezza, se il tempo è incerto, se c’è stata una frana, se le mie condizioni fisiche non sono buone, per fare qualche esempio, è bene fermarsi».
La maggior parte dei vostri interventi riguarda escursionisti, persone che non si muovono in situazioni complesse. Difficile valutare se si è all’altezza.
«La metà dei soccorsi fino a questo momento riguarda escursionisti. E sono 147 le persone che hanno avuto malori, legati probabilmente a una preparazione fisica non adeguata.La questione vale anche per percorsi più semplici. Pensiamo per esempio al dislivello: va affrontato con gradualità. Si inizierà con i 200 metri, si passerà a 400 e così via. Se però parto subito con i mille metri, allora, c’è da mettere in conto la possibilità di incappare in qualche problema. Un dato significativo è anche quello di chi viene aiutato perché ha perso l’orientamento: 74 persone».
C’è un rischio diffuso anche per i più esperti?
«Ora vanno di moda le falesie per le arrampicate. Ma prima di affrontarle occorre imparare alcune regole fondamentali, a cominciare dal fatto che in montagna il meteo può facilmente cambiare».
Ci sono ancora turisti che si presentano in montagna in infradito?
«Succede che troviamo persone con abbigliamento inadeguato. Capita soprattutto nelle stagioni di mezzo, in particolare nel passaggio dalla primavera all’estate. Si vestono per andare in passeggiata, poi trovano la neve che non avevano previsto e allora iniziano le difficoltà».
E intervenite voi. Va ricordato che i soccorsi vanno poi pagati.
«La gran parte delle persone soccorse, soprattutto gli italiani, non sono assicurate. Gli stranieri hanno una mentalità diversa, quasi tutti hanno stipulato una polizza».
I costi dell’assicurazione sono peraltro contenuti ed è prevista una copertura anche con la tessera Cai.
«L’iscrizione al Cai permette la copertura base, poi si può integrare con altre polizze».
Capitolo a parte per i cercatori di funghi.
«Loro preferiscono uscire in solitaria per non avere concorrenza. Raccomandiamo di rendersi tracciabili con un gps e di non vestire la mimetica: diventano difficilissimi poi da individuare».
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