Malagoli: «L’energia non sia un rischio per i clienti: offerte flessibili e maggiore stabilità»
Intervista alla Ceo di Hera Comm e EstEnergy: “Ridurre i costi e garantire continuità è essenziale per la competitività: la tranquillità delle forniture è la base su cui crescere”

Isabella Malagoli è amministratore delegato di Hera Comm, la società di vendita del gruppo Hera e di EstEnergy azienda dell’energia leader a Nord Est, nata in Veneto e Friuli Venezia Giulia, dove è presente dal 2013. Ad oggi EstEnergy, controllata al 100% da Hera Comm, sede legale a Trieste, dopo una serie di aggregazioni si è diffusa anche in Lombardia, Liguria e Piemonte. Una realtà che conta un milione di clienti, primo operatore a Nord Est e terzo in Italia insieme ad Hera Comm per numero di utenze (4,5 milioni).
Malagoli, quanto pesa oggi il costo dell’energia sulla competitività delle imprese italiane, soprattutto in un contesto geopolitico così instabile?
«Una riduzione del costo dell’energia è fondamentale per la competitività delle imprese, alle quali va garantita la sicurezza della fornitura a medio termine, e del Sistema Paese. EstEnergy, grazie alle specializzazioni di un gruppo solido come Hera, è in grado di garantire alle aziende, con Hera Trading, contratti pluriennali fino a cinque anni e dieci anni a un prezzo fisso e con un mix delle fonti energetiche. La tranquillità è fondamentale e possiamo garantirla».
Puntate sulle energie rinnovabili?
«Gli incentivi per le fonti rinnovabili e la transizione energetica, previsti nella manovra del governo, sono fondamentali per ridurre la nostra dipendenza dal gas accelerando la decarbonizzazione grazie anche a contributi in conto capitale. EstEnergy garantisce consulenza alle piccole e medie imprese come dimostra il fatto che il 60% degli impianti fotovoltaici che installeremo nel 2025 presso i nostri clienti beneficia dei contributi di Transizione 5.0. Sempre più imprese, in particolare quelle del settore industriale, stanno mostrando interesse verso l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili — soprattutto il fotovoltaico — come risposta concreta all’incertezza e alla volatilità dei prezzi energetici. Non si tratta solo di ridurre i costi, ma anche di garantirsi una maggiore stabilità. Il vero problema, infatti, è duplice: non solo l’alto prezzo dell’energia, ma la sua variabilità».
Quali sono gli strumenti più efficaci a disposizione delle aziende per affrontare concretamente la transizione energetica?
«Le soluzioni più richieste prevedono un mix energetico flessibile, che permetta di acquistare energia in base al proprio profilo di consumo, e non soltanto in funzione della produzione di un singolo impianto. Segnali importanti di questo trend arrivano anche dall’interesse per strumenti come l’energy release previsto nel 2025, che mira proprio a facilitare l’accesso diretto all’energia rinnovabile a prezzo calmierato».
Qual è oggi la vostra strategia nel mercato del gas? «Nel 2024, il gas ha continuato a giocare un ruolo chiave nel determinare il prezzo dell’energia elettrica in Italia: pur rappresentando solo il 40% dei consumi elettrici, ha inciso per circa il 70% nella formazione del prezzo finale. Questo avviene a causa del sistema del “marginal price”, in cui il prezzo dell’energia viene determinato dalla fonte più costosa necessaria a soddisfare la domanda — spesso, appunto, il gas. Da qui nasce il dibattito, anche in ambito confindustriale, sulla necessità di un decoupling, cioè una separazione tra il prezzo dell’energia elettrica e quello del gas, per evitare distorsioni che penalizzano consumatori e imprese esportatrici».
E come si muove EstEnergy?
«Puntiamo su flessibilità, affidabilità e personalizzazione dell’offerta. L’azienda ha saputo garantire continuità nelle forniture grazie a una solida rete di trading internazionale. Durante la crisi energetica del 2022, la società non ha mai interrotto le forniture, riuscendo anzi a intervenire in aree critiche come il Nord Est dove ha accolto clienti abbandonati da altri fornitori. L’accesso diretto ai mercati globali consente di costruire prodotti su misura, tarati sui reali bisogni di consumo delle imprese. È questa la chiave della strategia: non solo vendere gas, ma offrire soluzioni energetiche affidabili e sostenibili nel tempo. Il passaggio al mercato di servizio a tutele graduali ha segnato una fase cruciale per la liberalizzazione del mercato elettrico, con molti clienti — soprattutto famiglie — che hanno cambiato fornitore».
Dal primo luglio vi siete aggiudicati sette lotti del mercato di servizio a tutele graduali. Come si è evoluta la vostra posizione?
«EstEnergy ha preso la gestione del servizio a tutele graduali a Udine, Padova, Venezia, Rovigo e altre città del Nord (ma non Trieste dove vanta peraltro una presenza storica, ndr), guadagnando un milione di clienti. Notiamo peraltro che una parte dell’utenza sta rientrando nel mercato libero attratta dalla possibilità di avere una quota a prezzo fisso — scelta che offre maggiore certezza rispetto alla formula esclusivamente variabile prevista dalle tutele graduali. Oggi la nostra forza risiede nel modello di presenza territoriale molto capillare: oltre 60 sportelli a Nord Est (otto in Fvg e una cinquantina in Veneto) che salgono a 200 in tutta Italia insieme a Hera Comm».
Su cosa state investendo oggi per aiutare le famiglie a gestire meglio i consumi energetici e ridurre la spesa?
«L’attenzione dell’azienda si sta spostando sempre più verso servizi intelligenti per le famiglie, con l’obiettivo di trasformare il rapporto con l’energia da semplice pagamento passivo a gestione consapevole della fornitura. Secondo recenti dati di Terna, il settore civile — che include le famiglie — rappresenta circa il 30% dei consumi energetici. Solo intervenendo sull’efficienza degli impianti già esistenti si potrebbero ottenere risparmi significativi. Investiamo in strumenti digitali per monitorare e comprendere i consumi in tempo reale. Consulenze personalizzate per orientare le scelte delle famiglie, come valutare coperture a prezzo fisso in inverno. Promozione di tecnologie efficienti, come le pompe di calore che possono sostituire il riscaldamento a gas per buona parte dell’inverno. Incentivi per la sostituzione degli impianti obsoleti, in particolare climatizzatori convertibili in pompe di calore. Registriamo oltre 15 milioni di contatti l’anno col mercato residenziale, segno di un dialogo costante e di una domanda sempre più orientata verso soluzioni pratiche, trasparenti e sostenibili». —
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