Noci di mare nel golfo di Trieste: torna l’invasione aliena silenziosa
L’organismo gelatinoso non ha familiarità con le meduse. Innocuo per l’uomo rappresenta una minaccia per l’ambiente: «Ecco come si riconoscono»

È un’invasione silenziosa che si ripresenta puntualmente quasi ogni estate nel golfo di Trieste. Sono tornate anche quest’anno le “noci di mare”, che in pochi giorni hanno colonizzato le acque di Miramare e della costa triestina, compreso il Canal Grande. Si tratta di milioni di organismi gelatinosi e trasparenti innocui al tatto ma dannosi per l’ecosistema marino.

Ormai i bagnanti locali hanno imparato a riconoscere le noci di mare, ma per molti turisti che affollano in questi giorni le nostre coste si tratta di una sorpresa inattesa e sgradita.
Ricordiamo che la Mnemiopsis leidyi, questo il nome scientifico di questa specie aliena, originaria delle coste atlantiche delle Americhe e arrivata nel Mediterraneo attraverso le acque di zavorra delle navi. Nel Golfo di Trieste è stata segnalata per la prima volta nel 2005, ma soltanto durante l’estate 2016 si è verificata una vera e propria esplosione demografica, con presenze massicce nella Laguna di Marano e Grado. Da allora, l’invasione si ripete ciclicamente, con frequenza sempre maggiore.

«A prima vista potrebbero essere scambiate per meduse, ma in realtà non ne sono neppure lontane parenti. Sono ctenofori, un gruppo di organismi marini non urticanti ma pericolosi per l’ecosistema. Si possono riconoscere per le loro otto file di palette ciliate che creano giochi di luce iridescenti quando si muovono nell’acqua», rammenta Valentina Tirelli dell’Ogs.
Nonostante siano innocue per l’essere umano, rappresentano una minaccia ecologica. «Sono carnivori incredibilmente voraci, che si nutrono di zooplancton, uova e larve di pesce, sottraendo così cibo prezioso alle altre specie marine», continua Tirelli. Il risultato è una competizione spietata per le risorse alimentari che può compromettere gravemente gli stock ittici locali.

Non a caso la Mnemiopsis leidyi è stata inserita tra le cento specie aliene invasive più pericolose, perché può vivere a salinità e temperature molto diverse e ha una straordinaria capacità riproduttiva: è un’ermafrodita in grado di produrre in una notte migliaia di uova. Perciò è una “osservata speciale” dai ricercatori che si occupano dell’ecosistema marino: tutti possono aiutarli, segnalandone la presenza tramite Avvistapp, l’applicazione di Ogs che permette, in pochi click, di partecipare in maniera attiva alla raccolta di informazioni sugli avvistamenti delle noci di mare.
Usare l’app è molto semplice: basta scattare una foto e inviare una segnalazione con il proprio cellulare. E oltre alla noce di mare, con l’app è possibile segnalare anche la presenza di meduse, tartarughe e delfini.
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