Faciloneria e inesperienza: la calda estate dei soccorsi, 800 persone aiutate da inizio anno

Sono 147 i turisti raggiunti dai volontari per malori e 74 quelli che avevano perso l’orientamento: un numero di incidenti in montagna in forte aumento rispetto al 2024

Sabrina Tomè

Alzi la mano chi, in vacanza in montagna quest’estate, non abbia visto almeno un giorno l’elicottero del Suem 118 in volo o il Soccorso Alpino e Speleologico in azione tra i boschi o in parete. Già, perché la stagione che si profila come una delle più calde di sempre, lo è anche sotto il profilo dei soccorsi. Tanta gente in vetta, in fuga dal bollore della pianura, ma anche tante persone infortunate. E non sempre per una questione di proporzioni: spesso, troppo, chi chiede aiuto lo fa perché si è messo in difficoltà per inesperienza o per faciloneria. «La montagna chiede rispetto», è il mantra di chi la conosce e la pratica. Che poi si traduce in una cosa molto semplice: godersela appieno, ma consapevoli delle proprie capacità e dei propri limiti.

Boom di soccorsi

Dunque, un’estate hot per i soccorsi. E infatti i numeri da inizio anno alla scorsa settimana sono superiori a quelli del 2024: quasi un centinaio in più, dicono al Cnsas. Per l’esattezza: 722 interventi e 816 persone soccorse al 12 agosto. Il che fa ritenere che si supereranno quelli, già molto alti, dello scorso anno, quando le uscite furono 1.081 e i turisti assistiti 1.225. «Prevediamo di andare oltre tali cifre», conferma il presidente del Soccorso Alpino Veneto Giuseppe Zandegiacomo.

Escursionisti

La metà degli interventi, 403 prima di Ferragosto, riguarda escursionisti. Si tratta di quella categoria, maggioritaria, fatta di persone che in montagna ci va per una passeggiata su un sentiero “T” turistico, “E” che richiede un minimo di esperienza in montagna e un adeguato allenamento, o al massimo su un “EE” che comporta un grado di difficoltà decisamente superiore con ghiaioni, tratti esposti e poco segnalati, uso delle mani, ma non ancora vie ferrate e sentieri attrezzati.

Altri dati: 147 delle persone soccorse lo sono state per malori, 74 per aver perso l’orientamento. Cifre che, spiegano gli addetti ai lavori, dimostrano come il fenomeno della crescita dei soccorsi sia legato non tanto ad alpinisti incauti, quanto a escursionisti scarsamente allenati.

L’analisi sui numeri complessivi dello scorso anno, fatta dal Soccorso del Veneto, evidenzia come le cause ascrivibili alla mancata preparazione fisica e psicofisica, alla perdita dell’orientamento e all’incapacità, siano in aumento attestandosi al 30% dei soccorsi rispetto al 29,3 % del 2023. Stessa situazione per i malori da addebitarsi a diverse cause e alla scarsa preparazione fisica, che si attestano all’11,80%, con un aumento di +0,10%. Le cadute e le scivolate raggiungono il 33,7%, dato leggermente in calo (-1,30%) rispetto al 2023; il trend dell’ultimo quinquennio è in leggera diminuzione, ma mantiene un valore molto alto nel totale degli interventi. L’escursionismo, spicca su tutte le attività considerate, con il 55,7% di persone soccorse, seguono lo sci in pista con il 7,4% e le ferrate con il 5,50% (quest’ultime in calo rispetto al 2023 di -1,90%». Mountain bike ed e-bike si attestano su valori simili agli anni precedenti con un 4,5%; il parapendio è un’attività sportiva in forte sviluppo soprattutto nella fascia delle Prealpi, con un 2,30%.

L’appello

I bollettini più recenti del Soccorso Alpino chiariscono il trend: il 13 agosto, per esempio, sulla Pedemontana del Grappa c’è stato un intervento per una 21enne che aveva perso l’orientamento: caduta nel bosco, è rimasta bloccata per la paura. Nella stessa giornata una squadra è andata a Vodo per una tredicenne che ha avuto un malore e poi anche sul sentiero che porta al Sorapiss per un 23enne incapace di proseguire. Solo alcuni esempi che dimostrano da un lato il superlavoro dei volontari del Soccorso Alpino e dall’altro le difficoltà dei vacanzieri.

Lo scorso maggio, in apertura della stagione turistica dolomitica, il governatore Luca Zaia, annunciando l’accordo per l’aumento di fondi al Soccorso Alpino, l’aveva sottolineato: «I dati ci dicono che il 40% degli interventi riguarda persone illese, che se non venissero salvate dal Soccorso Alpino andrebbero incontro a rischi per la propria incolumità. In molti casi si tratta di escursionisti che affrontano la montagna con leggerezza, non preparati e non attrezzati adeguatamente. Un altro dato ci dice che il 96% degli escursionisti coinvolti non sono assicurati (farlo, costa tra i 20 e i 30 euro al l’anno). Siamo costretti quindi a fare un appello: andate in montagna sempre in sicurezza e assicuratevi. In montagna si va informati e attrezzati, non si va con improvvisazione».

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