Granchio blu nel Delta del Po, è ancora emergenza. I pescatori: «Catture mirate e reti, così ci difendiamo»
Il commissario Caterino: «Eradicare questa specie, è impossibile Dobbiamo imparare a conviverci, provando a contenerlo». Una multinazionale dello Sri Lanka a Porto Tolle per comprarli tutti. L’assessore veneto Corazzari: «Lavoriamo per rendere disponibili subito 16 milioni»

Anche se il tormentone mediatico si è sopito il granchio blu è sempre più padrone del Delta del Po e della laguna veneta. L’altro giorno ne hanno pescati oltre 300 quintali: un numero monstre, che certifica la gravità della situazione. Questo lo sa bene chi con vongole, cozze e ostriche ci deve campare. E va bene che da due anni a questa parte la situazione è migliorata grazie alle protezioni con le reti d’acciaio ma il crostaceo alieno continua a imperversare.
Il summit a Porto Tolle
Martedì 15 luglio c’è stato un incontro a Porto Tolle (Rovigo) con Enrico Caterino, commissario all’emergenza, e con l’amministrazione comunale. «Lavoriamo insieme per rendere disponibili sin da subito i 16 milioni dal Ministero, destinati alle realtà della pesca e dell’acquacoltura in Veneto», ha detto l’assessore regionale del Veneto Cristiano Corazzari, «La Regione Veneto si è già attivata con il Governo per chiedere che anche nel 2025 vengano garantiti adeguati livelli di sostegno economico alla pesca».

L’invasione del granchio blu
Sono passati quasi due anni dall’arrivo del granchio blu atlantico nelle acque del Delta del Po, e questa presenza sta fiaccando in modo importante uno dei principali distretti ittici del Veneto.
Rispetto allo spaesamento dei primi mesi oggi la risposta all’emergenza è entrata in una fase più strutturata, con misure di contenimento e piani di monitoraggio. E c’è anche chi vede in questa emergenza una possibilità. Una multinazionale dello Sri Lanka, la Taprobane, ha messo radici a Porto Tolle, in via del Mare 11, dove c’è la sede del consorzio. Vogliono comprare tutto il granchio blu italiano, senza distinzioni.
«È stato raggiunto un accordo con la cooperativa», racconta Paolo Mancin, presidente del Consorzio delle cooperative del Polesine. «I nostri pescatori catturano il granchio, una minima parte viene destinata alla vendita del fresco. L’impresa dello Sri Lanka si prende tutto il resto». Il crostaceo italico viene precotto, raffreddato, congelato e portato in Sri Lanka per la lavorazione e commercializzazione.
«Eradicare questa specie è impossibile» ha ammesso il commissario Caterino. «Dobbiamo imparare a conviverci, contenendone la diffusione e limitando i danni alle attività produttive».
Il progetto
Per il Delta del Po si aggiunge un’altra azione importante: alla fine del 2024 è partito il Progetto di vivificazione delle aree lagunari, finanziato con 14 milioni di euro dai fondi Fsc.
«Un intervento strategico, affidato al Consorzio di Bonifica del Delta del Po, con il coinvolgimento diretto delle Cooperative e dei consorzi di pescatori locali», aggiunge Corazzari. «L’obiettivo? Riattivare la piena funzionalità ecosistemica delle lagune, migliorare le condizioni ambientali e contrastare la diffusione del granchio blu in modo strutturale».
Perché è esploso il fenomeno granchio blu
L’exploit del granchio blu è il risultato di una combinazione di fattori ambientali, sostengono gli esperti: innalzamento delle temperature, alluvioni e variazioni nella salinità delle acque hanno creato un habitat perfetto per la proliferazione del crostaceo, che può deporre milioni di uova per ogni ciclo riproduttivo.
Il piano d’azione predisposto dal commissario prevede catture mirate, avviate lo scorso mese di aprile, con un’attenzione particolare alle femmine cariche di uova, nella speranza di interrompere o rallentare il ciclo riproduttivo. I risultati, almeno nei primi mesi, sono incoraggianti. Contestualmente si installano recinzioni e barriere difensive per proteggere gli allevamenti di molluschi, in modo da impedirne il contatto. Ma l’invasione è tutt’altro che terminata. —
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