Dai rifiuti spiaggiati si recupera sabbia da restituire agli arenili: il primo impianto in Veneto
Nel distretto di Fusina (Venezia) entra in funzione il nuovo impianto di Veritas dedicato al trattamento e recupero dei rifiuti da spazzamento stradale e spiaggiati. I terreni ripuliti possono tornare in natura

La svolta della sostenibilità parte da Fusina. È entrato in funzione il primo impianto del Veneto dedicato al trattamento e recupero dei rifiuti da spazzamento stradale e spiaggiati.
Si tratta di una risposta alla necessità di una gestione sempre più sostenibile dei rifiuti, in un contesto caratterizzato da alta industrializzazione e pressione ambientale.
La spinta sostenibile si realizza grazie alla tecnologia bergamasca del Gruppo Esposito, pioniera in Europa nell’innovazione del settore ambientale, che aggiunge così un nuovo tassello alla sua rete nazionale di infrastrutture per l’economia circolare.

Come funziona
L’impianto di Fusina, commissionato da Veritas, si distingue non solo per la sua capacità operativa, ma anche per l’adozione delle più moderne tecnologie nel trattamento e recupero dei rifiuti, con una capacità di trattamento di 70.000 tonnellate di rifiuti all’anno, che vengono trasformati in risorse utili, come sabbia e ghiaia, da reimpiegare nell’edilizia o per il ripristino ambientale.
Il cuore tecnologico dell’impianto si fonda su un processo brevettato di Soil Washing che consente il recupero efficiente e certificato dei materiali inerti anche in contesti complessi.
Una metodologia consolidata applicabile in maniera trasversale sia ai rifiuti da spazzamento stradale che a quelli spiaggiati.
L’impianto è, infatti, in grado di separare e restituire sabbia pulita e certificata agli arenili di origine, priva di organico, microplastiche e rifiuti antropici contribuendo così alla tutela del patrimonio costiero e al contrasto all’erosione, fenomeno sempre più urgente lungo le coste italiane, litorale veneziano incluso.
Il primato veneto
«Il Veneto è una delle regioni italiane con il più alto tasso di industrializzazione e presenza turistica. Questo comporta una produzione significativa di rifiuti, sia urbani che derivanti da attività di pulizia stradale e litoranea», sottolinea Ezio Esposito, fondatore del Gruppo omonimo, «disporre oggi di un impianto in grado di valorizzare questi flussi direttamente sul territorio rappresenta un cambio di passo fondamentale: si riducono i trasporti, si accorciano le filiere, si abbattono i costi ambientali. Ma soprattutto si offre al sistema veneto una soluzione concreta, ambientalmente sostenibile e allineata ai principi dell’economia circolare».
La collaborazione
Il progetto nasce dalla collaborazione con Rive Srl, piattaforma ambientale orientata all’economia circolare, che ha scelto le tecnologie brevettate del Gruppo Esposito per garantire processi affidabili e ad alte prestazioni.
L’iniziativa si inserisce in un contesto strategico per la gestione dei rifiuti del Veneto, contribuendo alla riduzione dei conferimenti in discarica e al raggiungimento degli obiettivi europei in materia ambientale.
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