Pellestrina, lingua di terra sospesa tra Adriatico e laguna
Undici chilometri da scoprire tra socialità e scenari naturali. L’isola fu rifondata da quattro famiglie di pescatori nel 1380: danno il nome ancora oggi alle quattro zone del borgo storico


Una lunga e sottile lingua di terra sospesa tra l’Adriatico e la laguna di Venezia, che sembra galleggiare tra cielo e acqua, tra passaggio e permanenza, tra silenzi e meraviglia. Pellestrina è un’isola minuta e tenace che vive al ritmo lento delle barche e dei tramonti, un frammento di mondo tra due orizzonti da scoprire a piedi o in bicicletta, con il mare da un lato e, dall’altro, il susseguirsi di abitazioni colorate, orti, calli strette e cortili punteggiati di piante e panni stessi al sole.
Con le sedie all’ombra e le voci che si rincorrono tra vicini, in un paesaggio cittadino che restituisce un’atmosfera domestica d’antan e riflette un equilibrio tra funzionalità e cura, tra riservatezza e comunità. Tra socialità e lavori collettivi come la pesca – con la distesa di barche, casoni, bilance e reti sul lato lagunare – o l’antica arte del merletto a fuselli, che d’estate può ancora capitare di vedere creare da piccoli gruppi di donne sedute all’aperto.
Arrivando dal Lido
Arrivando dal Lido di Venezia si approda, all’estremo nord degli undici chilometri di lunghezza dell’isola, nella località di Santa Maria del Mare, tra alberi e valli da pesca.
Poco più avanti sorge San Pietro in Volta, con le sue case colorate affacciate sull’acqua, quindi la tranquilla Portosecco, il cui nome ricorda che un tempo l’isola era divisa in due e lì sorgeva il porto di Albiola, poi interrato fino a scomparire nel Quattrocento, tra i detriti portati dal mare e l’abbandono seguito alle devastazioni causate dalla Guerra di Chioggia.
Quattro famiglie mandate dal podestà
Al termine del conflitto tra Genova e Venezia, nel 1380, per rifondare la comunità, il Podestà di Chioggia inviò sull’isola quattro famiglie di pescatori della sua città: Busetto, Vianello, Zennaro e Scarpa, che riorganizzarono il territorio più a sud, creando una struttura urbanistica tuttora riconoscibile. Ancora oggi sono questi i cognomi più diffusi tra i 4.000 abitanti dell’isola, e danno il nome ai quattro sestieri in cui si divide il pittoresco borgo storico di Pellestrina, con le sue case cinque-seicentesche.

La riserva di Ca’ Roman
A sud di esso, si raggiunge la riserva naturale di Ca’ Roman: una spiaggia selvaggia, protetta da dune e pineta, rifugio per oltre 170 specie di uccelli. L' opera più spettacolare che percorre l’isola da nord a sud sono i Murazzi, muraglioni in pietra d’Istria realizzati tra il 1744 e il 1782: una delle ultime grandi opere della Serenissima, ideata per proteggere Pellestrina e Venezia dalle mareggiate. Oggi percorrerli a piedi o in bicicletta significa muoversi sospesi tra l’Adriatico e la storia, accompagnati dal suono delle onde e da un paesaggio che racconta, pietra dopo pietra, il lungo confronto dell’uomo con il mare.
L’acqua grande del 1966
Dopo la devastante "acqua granda” del 1966, che provocò il crollo di alcuni tratti dei Murazzi e l’allagamento dell’isola, nuove opere difensive trasformarono Pellestrina: un cordone sabbioso lungo nove chilometri, con 18 pennelli in roccia perpendicolari alla costa, creò la lunga spiaggia (rimasta sempre libera, senza stabilimenti né recinzioni) che ha quasi raddoppiato la superficie dell’isola.
E anche questa contribuì a contenere i danni dell’alluvione del 2019 che mise nuovamente in ginocchio Pellestrina. Ma solo momentaneamente, perché anche questa volta gli abitanti seppero reagire con prontezza e forte spirito comunitario.
A raccontare tutto questo ci pensa il Piccolo Museo della Laguna Sud a San Pietro in Volta, nelle cui quattro sale si può leggere la storia delle difese a mare, l’alluvione del 1966, la pesca, i cantieri e le imbarcazioni tradizionali, con materiali donati dalla comunità e curati con passione da volontari. Un luogo di memoria attiva, dove si continua a ricomporre il racconto di un mondo sospeso, delicato ma resistente come la sua identità. www.museopellestrina.it.
Dal Lido, da Fusina e da Chioggia
Per raggiungere Pellestrina c’è il servizio integrato ACTV linea 11: si parte in autobus dal Lido di Venezia e si arriva a Pellestrina con il ferryboat; l’autobus attraversa l’isola sino all’estremità sud, collegata a Chioggia con la motonave.
Anche dal Terminal Fusina parte una linea stagionale per Pellestrina. In tutti i mezzi si possono imbarcare biciclette, che si possono anche noleggiare in loco: sull’isola non sono ammesse le auto turistiche.
La festa dedicata a Sant’Antonio
Durante l’estate, Pellestrina è animata da sentite feste legate alla devozione popolare: quella di Sant’Antonio si svolge attorno al 13 giugno e quella di San Pietro in Volta dal 29 giugno al 6 luglio; in luglio (quest’anno il 20) anche a Pellestrina è molto vivace la Festa del Redentore, mentre la Festa della Madonna dell’Apparizione è il 4 agosto e dal 9 al 15 agosto è invece prevista la festa di Santo Stefano a Portosecco.
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