La star Giacomo Poretti a Pordenonelegge: «Talvolta avere un’anima è una bella fregatura»
Il nuovo libro dell’attore nasce da un monologo teatrale. «Come si costruisce? Io sono solo un saltimbanco»

In un’ipotetica classifica sulle fregature, quella di avere un’anima a che punto sta? Eh, calma. Andiamo con un certo ordine. Intanto presentiamo chi questa “fregatura” l’ha tirata fuori dalla zona più creativa del suo essere artista: Giacomo Poretti. Uno di Busto Garolfo che da decenni ci fa compagnia al cinema, nei teatri, in tv e ci fa ridere assai. Da solo o con altri due cari amici suoi e nostri.
Parentesi: i tre saranno in sala dal 10 ottobre con il docufilm “Attitudini: nessuna”. Segnate in agenda.
Nel frattempo dalla borsa gialla di pordenonelegge è stato estratto un libro piccino, di quelli perfetti da mettersi in tasca e da leggere aspettando il bus invece di guardare Instagram. “La fregatura di avere un’anima” s’intitola. Edito da Baldini+Castoldi - La Nave di Teseo. Parla e cammina da poco: agosto 2025. E la copertina, va detto, è l’ultima parte di un trittico del ben noto realismo magico di Paolo Ventura.
La genesi è presto detta: «L’opera vien fuori da uno spettacolo che girava nel 2018. Un monologo», spiega Giacomo, ieri inghiottito dalla folla del festival e presentato da Valentina Gasparet. «Pensai di pensionarlo per il sopraggiungere di altri progetti. Gli spettacoli con mia moglie Daniela, per esempio. E, dunque, la quiescenza divenne un’opzione possibile per il testo. Invece arrivò lei, Elisabetta Sgarbi. Mi incoraggiò a scriverne un libro. Inizialmente feci resistenza: rimettere in strada un vecchio progetto non è mai agevole. Però, e qui un però ci sta, il tema è talmente complesso e vasto che quando è così ben sollecitato ti vien proprio voglia di metterci mano e, come si dice, affrontare una sorta di restyling. Anche se il senso dell’anima difficilmente lo si può rinchiudere in uno spazio delimitato qual è un volume».
Che accade? È bene spiegarlo. Giannino è un uomo che si fa domande e ha problemi col sole. Poi Giannino incontra Rita e dopo un po’ nasce Luca, un bimbo bello e sano con tutte le cosine al posto giusto: manine, naso, bocca e così via. Il sacerdote, padre Bruno, passò a visitare il nuovo arrivato al mondo. “Bene, disse ai genitori felici, ora che avete fatto un corpo vi tocca fare l’anima”. E come si fa un’anima?
Giacomo è abile a non finire inghiottito da dottrine ingombranti, anzi, surfa lieve, affronta l’anima con piglio, ci fa ragionare e molto divertire. D’altronde questa è la sua cifra stilistica, come dicono quelli bravi.
Mentre scrive pensa alla reazione del lettore come quando è sul palcoscenico e intercetta l’umore del pubblico?
«Se il teatro è il bersaglio finale, be’, bisogna immaginarsi una reazione, certo. Si lavora molto sul ritmo. Il lettore è lì che sfoglia, anche se non parla e non applaude. Va considerato e soddisfatto».
Andiamo più sul difficile, Poretti. Un genitore è ovvio che ci tiene a formare un’anima buona da far crescere dentro suo figlio, ma non sempre i buoni a questo mondo se la passano bene. D’altronde mai un papà, almeno non sia un irresponsabile, vorrebbe mai plasmare un’anima cattiva da inserire nel pargolo. Come ne usciamo?
«Pur non avendo una laurea in teologia azzarderei che un’anima non può mai essere cattiva di natura. Quindi questa opzione non sarebbe possibile. La prima reazione alle parole del prete è di compatimento verso questo don anziano e, quindi, facilmente preda di assolute idiozie. Il gioco del romanzo sta proprio in quest’uomo medio che spera di consegnare al figliolo un futuro di ingegnere, di architetto, non so, farne un pallone d’oro, ma questa cosa qui dell’anima non è proprio prevista nei pensieri della modernità. Il percorso che Giannino affronterà da quel momento in su sarà comprendere il senso di questa parola».
E quando arriva il momento dove andrà l’anima?
«Oh, no, no. Inferno, Paradiso, Dio. È pericoloso. Non vorrei dare alla Sgarbi altri spunti per chiedermi nuovi libri da scrivere». (Sorride).
La tecnologia può sviarci dalle domande essenziali?
«Può portarci lontano con la sua fascinazione perversa, certo, perché siamo totalmente risucchiati dal meccanismo ipnotico».
Scusi, Giacomo, ma come si può fabbricare un’anima?
«Questo è il paradosso di tutta la vicenda. Non è che la costruisci, la formi con la tua crescita. Pensi che su questo ne hanno discusso e dibattuto filosofi di ogni tempo. Non vedo come posso cavarmela io che sono un semplice saltimbanco».
Ah, per questo molto bene.
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