Patrizia Mirigliani e Miss Italia: «Sarà sempre la ragazza della porta accanto»

La figlia del patron Enzo racconta il concorso e le regole: «Preferisci stare su OnlyFans? Non sarai mai ammessa»

Gian Paolo Polesini
Patrizia Mirigliani, figlia di Enzo, patron di Miss Italia
Patrizia Mirigliani, figlia di Enzo, patron di Miss Italia

Il sorriso di Isabella Verney, la prima Miss dell’Italia dei telefoni bianchi e del Trio Lescano, coincise con l’entrata in guerra del Paese. Isabella, nel 1939, era una quattordicenne e morì a 98 anni. La giuria si accontentava di una foto: “5.000 lire per un sorriso”, appunto, fu un’idea di Dino Villani e di Cesare Zavattini per lanciare un dentifricio. Nel 1946 Miss Italia cominciò a sfilare mentre le prime donne raggiungevano il seggio per votare.

Una storia lunga quanto l’incredibile Storia italiana, quella del concorso che da ottantasei anni codifica la bellezza peninsulare. «Possiamo dire con certezza che Miss Italia è il nostro primo talent», precisa Patrizia Mirigliani, figlia del grande Enzo, dal 2010 primo capitano del veliero che il 15 settembre a Porto San Giorgio nelle Marche incoronerà la regina 2025. Sarà una diretta streaming su Rai Play e su RTV San Marino. Da noi, in Fvg, si voterà il 22 agosto al Kursaal di Lignano. Mentre Miss Veneto sarà eletta sabato 30 agosto a Solesino, in provincia di Padova.

«Mi piace ricordare, fra i tanti episodi di un’avvincente serie a puntate, la triestina Fulvia Franco applaudita da Totò presidente di giuria. La città s’infiammò per la vittoria. Era il 1948 e quel trionfo, in qualche modo, rivendicò un’appartenenza: Trieste al tricolore».

La donna, in questa coraggiosa attraversata di quasi nove decenni di una competizione fedele nel tempo a ferrei principi, ha subìto mutazioni importanti com’è giusto che sia.

«Il concorso non ha mai accettato compromessi. Nemmeno ora: se preferisci stare su “OnlyFans”, cara ragazza ci dispiace, ma non sarai ammessa. Regole. Quelle che mancano adesso. Da noi, invece, esistono eccome. Tipo: mai essere state ritratte in pose di nudo sconvenienti, né aver rilasciato dichiarazioni inopportune e né, tantomeno, aver frequentato siti per adulti».

È di questi giorni il caso della tredicenne avvistata in passerella nonostante l’età.

«Un fatto piuttosto grave, altroché. Sono stata costretta a rimuovere l’agente regionale, a malincuore, guardi, ma non avevo proprio un piano B. Devi essere maggiorenne per ambire a una fascia. Regole. Torniamo sempre lì».

Fisicità diverse, speranze diverse. Ogni epoca ha attratto un’arte. Alla metà dei Quaranta il cinema era una priorità.

«I nomi delle meravigliose miss lo dimostrano ampiamente: Licia Bosè, Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Eleonora Rossi Drago, Silvana Mangano. La famiglia era solida, ci si faceva fare il vestitino dalla sarta per partecipare, raggiungere il successo era l’aspirazione di chiunque cullasse ambizioni non tanto personali quanto nazional popolari, non so come dire. L’Italia stava risorgendo e, di conseguenza, il riscatto celebrava anni difficili per tutti».

Cantava Pelù dei Litfiba: il corpo che cambia.

«Dalla donna materna con vitina di vespa e fianchi morbidi siamo passati al modello androgino. A quel punto la miss si scordò del cinematografo scegliendo la moda. In due raggiunsero l’Everest: la triestina Alda Balestra, che divenne regina nel 1970, e la veneta Silvia Battisti che salì al trono nel 2007. Icone. Negli anni Novanta Maurizio Costanzo suggerì a mio padre di lasciar perdere le misure, quel 90-60-90 che poteva giustamente infastidire. Così come il bikini che a un certo punto sparì. Abbiamo tenuto la barra dritta con piccole correzioni utili a stare comodi nell’affrontare un determinatoperiodo storico».

Come se la cavò babbo con il femminismo?

«Bene, direi. Qualche contestazione comprensibile, ma lui tirò per la sua strada».

E poi, con un certo anticipo sulle epoche a venire, arrivò la Miss di colore, una peraltro favolosa Danny Mendez.

«Enzo tolse un po’ di potere alle giurie e lo consegnò al pubblico. Fu proprio in quell’anno, nel 1996. E gli spettatori da casa scelsero lei. “Time” ci dedicò una delle sue famose copertine. Un successo pazzesco. In Usa si accorsero che non noi eravamo avanti rispetto agli altri».

E poi si presentò il filone delle miss televisive.

«La lista è infinita. Le srotolo soltanto qualche nome: Eleonora Pedron, Daniela Ferolla, Manila Nazzaro, Caterina Murino, Silvia Toffanin, Caterina Balivo, Anna Valle, Beatrice Bocci, Claudia Pandolfi. Mamma mia, quante ce ne sono!».

Manca la diretta Rai dei tempi belli di Frizzi e di Conti.

«Su Raiuno ci tornammo nel 2019. Adesso con Rai Play avverto un segnale. Io la speranza non la mollo».

Miss Italia 2025 sarà sempre quella della porta accanto?

«Dopo quasi novant’anni sarà sempre la ragazza della porta accanto, certo. Di oggi, ovviamente. Una che bada al sodo e che vuole fare carriera. Cinema? Tv? Moda? Se arrivano bene, altrimenti pazienza»

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