Una mostra ad Aquileia celebra i 50 anni della Pimpa, Altan: «Ci insegna a stare bene con gli altri»

Il 13 luglio del 1975 il disegnatore pubblicò sul Corriere dei Piccoli la prima storia con protagonista la cagnolina a pois rossi. L’esibizione in città dal 13 luglio al 13 settembre

Francesca Artico
La mostra dal 13 luglio al 13 settembre ad Aquileia
La mostra dal 13 luglio al 13 settembre ad Aquileia

Era il 13 luglio del 1975 quando Francesco Tullio Altan pubblicò sul Corriere dei Piccoli la prima storia di Pimpa (Pimpa e la luna) in cui la futura icona della letteratura per l’infanzia parla con la luna invece di andare a dormire. A 50 anni esatti da quelle primissime pagine ad Aquileia si inaugura la mostra dedicata alla cagnolina a pois rossi che ha sempre cinque anni.

«Buon compleanno Pimpa!ì”, la mostra celebrativa che ha dato il via ai festeggiamenti a Bologna lo scorso marzo, arriva domenica 13 luglio ad Aquileia, la città di Altan, dove resterà, fino al 13 settembre, negli spazi della scuola primaria di primo grado Alessandro Manzoni, della biblioteca civica e dell’area coperta del parco giochi.

La mostra è prodotta da Franco Cosimo Panini Editore e dal Comune di Aquileia, a cura dell’Editore in collaborazione con Hamelin Associazione Culturale, Anna Ferri, Kika Tullio-Altan e Quipos. L’esposizione, realizzata dal Comune di Aquileia, propone un viaggio nel colorato e affascinante mondo di Pimpa, attraverso tavole originali, illustrazioni e materiali interattivi pensati per coinvolgere grandi e piccini. Come dice la Pimpa “Che bello scoprire il mondo insieme!”.

«Abbiamo scelto di ospitare questa mostra per rendere omaggio a Francesco Tullio Altan, nostro illustre concittadino e per ribadire un principio fondamentale: la cultura e la fantasia devono vivere dove nasce il futuro, tra i banchi dei nostri ragazzi – afferma il sindaco Emanuele Zorino – Portare Pimpa tra i banchi significa riconoscere alle scuole un ruolo centrale come luoghi di formazione, non solo didattica ma anche emotiva e creativa. Qui, tra queste mura, i bambini imparano a leggere, a immaginare, a costruire mondi. E quale personaggio migliore di Pimpa, con la sua spontaneità e il suo entusiasmo, può accompagnarli in questo viaggio?

Di come nasce la cagnolina a pois rossi, ce ne parla il suo creatore, il fumettista Altan.

«È venuta per caso, per mia figlia Kika che aveva due anni, come un semplice gioco. Non avevo pensato nemmeno di pubblicarla e mai avrei pensato durasse tanto. E poi è passata attraverso tre generazioni di lettori».

Le sue storie vogliono insegnare qualcosa e cosa la Pimpa le ha insegnato?

«Non vogliono insegnare qualcosa, ma toccando tante cose che accadono, qualcosa sicuramente insegna, come lo stare bene con gli altri».

Lei ha affermato recentemente di essere individuato come Armando, un papà attento che la lascia fare quello che vuole?

«In effetti vengo identificato dai bambini come Armando, e i bambini hanno sempre ragione».

Peculiarità della cagnolina a pois è che ha un rapporto e un dialogo con tutti: cose animali, piante. Un concetto che esplica appunto, il potere dell’immaginazione, ma oggi con l’Intelligenza Artificiale c’è ancora spazio per raccontare con l’immaginazione storie come quelle delle Pimpa?

«Credo di trovare ancora più spazio: l’Intelligenza Artificiale è utilissima se usata dalle mani giuste. Va gestita con molta attenzione».

Ogni stile rischia di essere piegato agli algoritmi: e se domani l’IA imparasse a disegnare come Altan?

«Potrebbe darmi una mano».

Da cosa nascono le sue storie, ne ha scritte 1200?

«Da un piccolo spunto che porta alla storia. La Pimpa incontra un animale, che parla a una nuvola, col sole, che viaggia col vento, ed ha una sua logica: le sue storie si sviluppano automaticamente».

Domenica la Pimpa torna a casa, ad Aquileia, è emozionato?

La Pimpa è a casa ad Aquileia: va e viene, ma qui è la sua casa. È arrivata qui che aveva due anni e ci è rimasta. Sono molto contento di questo e di quello che fanno gli altri».

Quali valori porta la Pimpa nel mondo?

«Credo che senza saperlo sia capace di portare una grande generosità che coincide con la curiosità di scoprire gli altri e di sentirli pari, e porti il messaggio di star bene con gli altri». 

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