La Ghenga degli storti, il romanzo criminale del Nord Est secondo Romero
Lo scrittore trevigiano racconta la sua nuova opera e un territorio multiforme: bello e ricco, maltrattato, di tradizione ma soggetto a cambiamenti estremi

Criminali, anzi “deinquenti”, con tutta l’ambiguità, la blanda accondiscendenza che il termine veneto evoca.
La Ghenga degli storti (Marsilio, 496 pp., 19 euro), il nuovo titolo di Fulvio Luna Romero dal 17 giugno in libreria, è una sorta di romanzo criminale del Nordest, che si muove tra Gorizia e Treviso, il Cadore e la laguna raccontando lungo quarant’anni il lato oscuro del miracolo economico, quel sottile confine tra legale e illegale che è stato sistematicamente valicato, non solo nei casi eclatanti come la Mafia del Brenta, ma anche da tanta criminalità, piccola e grande, cresciuta dentro la cultura del denaro esplosa a partire dagli anni Ottanta e forse un po’ prima.
Il Nord Est bello, ricco e criminale
Criminale, ma romanzo soprattutto, con un protagonista a tutto tondo, Andrea Rasic, che ha gli occhi di due colori diversi, uno azzurro e l’altro verde: «Rasic è doppio in tutte le sue manifestazioni –dice Fulvio Luna Romero- la maestra dice ai suoi genitori che è riflessivo, ma quando gli si chiude la vena diventa capace di tutto. Attraverso di lui ho indagato il davanti e il dietro di quello che è successo in questi anni, sia dal punto di vista criminale che da quello sociale. Racconto la bellezza del Nordest, la ricchezza, ma anche il prezzo che il Nordest ha dovuto pagare. Ci sono sempre due punti di vista da cui guardare alle cose e i suoi occhi me lo hanno permesso».
A cominciare quasi dall’inizio. Perché questa è una storia ragazzini un po’ diversi dagli altri, che man mano che crescono si trasformano in una banda, anzi in una ghenga, come li chiamano in paese.
«Sono tutti personaggi – dice lo scrittore trevigiano- che ho incrociato nel corso della mia adolescenza, dal bulletto al ragazzino che arrivava dal Sud Italia, dalla ragazzina infelice a quelli che allora venivano chiamati “bambini indietro”. Li incontravi alle sagre, alle giostre, le bande così imperversavano per le città a fare casino e ogni tanto qualcuno deragliava, alcuni sono morti negli anni dell’eroina, altri sono diventati banditi e non necessariamente per le condizioni disagiate. La maggior parte dei protagonisti del libro sembra avere tutto esteriormente: i genitori lavorano, hanno una bella casa, ma magari a casa c’è una madre chiusa in una stanza piena di psicofarmaci o un padre che picchia la moglie».

Tra cronaca e fantasia
Luna Romero segue la cronaca, mentre inventa. «La storia della Ghenga è inventata –conferma- ma lo scenario è reale. I colpi che mettono a segno sono quelli che la cronaca raccontava in quegli anni: i furti di telefonini erano degli anni novanta, quelli dei giubbotti poco dopo, poi le rapine ai camion, ma la vera svolta è arrivata con la droga, allora sono arrivati i soldi veri e i soldi facili diventano il vero movente di tutto, assieme alla adrenalina».
Ed anche le donne come in altri libri di Fulvio Luna Romero sono protagoniste. «All’inizio nonne e zie –dice lo scrittore- hanno tenuto insieme la famiglia, ma nel tempo sono diventate anche imprenditrici, protagoniste in tutti i campi ed anche nel crimine. Il lato oscuro del Nord Est ha catturato tutti. Abbiamo fatto girare soldi, abbiamo lavorato con tutto il mondo e siamo cresciuti economicamente con tutto il mondo, ma ad un certo punto il distinguere quello che era lecito con l’illecito è diventato difficile».
Il libro dei sogni
Un tema, questo, che Fulvio Luna Romero (nome de plume di un trevigiano che di mestiere fa tutt’altro) ha trattato in quasi tutti i suoi libri, compresa la trilogia dedicata al litorale veneziano, di cui Marsilio ha pubblicato le prime due parti, La regola degli infami e La regola della vendetta. Questo libro assomigli agli altri per certi versi, ma sembra andare molto oltre: «Quando ho cominciato a scrivere –dice l’autore- il mio sogno era di arrivare ad un libro come questo, che mettesse insieme tante cose diverse. I primi appunti sono lontani nel tempo ma ci sono voluti anni per scriverlo perché era lungo, complesso, si muoveva su due piani temporali diversi, il presente della fuga, e il passato della ghenga. Alla fine è arrivato».
L’autore lo presenterà il 18 giugno ore 19 alla Libreria Lovat di Villorba, il 19 giugno ore 18.30 alla Libreria Ubik Mestre, il 20 giugno alle ore 20 a Montebelluna.
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