Imagine Dragons, festa per 40 mila a Padova

Si apre l’estate dei concerti allo stadio Euganeo: fan da mezza Europa sfidano i 33 gradi per la band di Las Vegas

Pietro Cesaro
Un momento dello show all'Euganeo
Un momento dello show all'Euganeo

Trentatré gradi percepiti, bottigliette d’acqua per rinfrescarsi, cappellini (quasi tutti rigorosamente con il logo della band) e occhiali da sole indossati fin dal primo pomeriggio: la prima delle due date padovane degli Imagine Dragons, mercoledì 18 giugno allo Stadio Euganeo, si è accesa e animata un sole che non ha fermato i circa 40 mila spettatori arrivati da tutta Italia e anche dall’estero.

I cancelli sono stati aperti alle 16. Da quel momento in poi, una parte del pubblico ha scelto di entrare subito per guadagnare le prime file sotto al palco; altri sono rimasti fuori, dove il perimetro dello stato si è trasformato in uno spazio condiviso fatto di street food, cene sull’erba, musica e sorrisi. Famiglie con bambini, gruppi di amici e coppie arrivati sin dalle prime ore del pomeriggio, anche se in buona parte senza l’intenzione di entrare subito all’Euganeo: una folla eterogenea che ha vissuto l’intera giornata come un’esperienza e non solo come un semplice concerto.

Lo spettacolo rientra nelle quattro date italiane del “Loom World Tour” della band statunitense, tutte sold out: dopo le due tappe milanesi, la prima serata padovana ha confermato i numeri e le emozioni attesi dai tanti fan.

Il pubblico è arrivato da tutto il Nordest, ma anche da Sicilia, Puglia, Campania, Emilia Romagna e Toscana. Insomma, da tutta Italia. Presenti anche fan stranieri: chi dalla Norvegia (Oslo), chi dalla Spagna (Barcellona) e chi dalla più vicina Austria.

Ecco il popolo degli Imagine Dragons, a Padova da tutt'Italia (e anche dall'estero)

Diversi gli approcci, unica la passione: c’è chi segue la band da anni e chi li ha scoperti più di recente. Poi c’è chi si avvicinato al gruppo giocando al videogame “Assassin’s Creed” e innamorandosi della colonna sonora “Radioactive”. C’è anche chi ha confessato di aver legato momenti importanti della propria vita a brani come “Demons”, “Next to Me” o “Wrecked”. Età media? Molto difficile da stimare: si può dire che la band, a quanto pare, è arrivata con il tempo nel cuore di diverse generazioni.

Oltre all’aspetto musicale, la giornata di mercoledì ha avuto un importante peso anche sul piano economico. Secondo le stime di Ascom Confcommercio, l’indotto generato dai due show padovani potrebbe superare i 30 milioni di euro, considerando hotel, ristorazione, trasporti e commercio. Le strutture ricettive registravano il tutto esaurito già da giorni. Locali e bar della zona stadio hanno lavorato a pieno ritmo; molti hanno aperto e chiuso ben prima e ben dopo rispetto al solito.

Anche i food truck allestiti all’esterno dello stadio hanno gestito lunghe file fino a pochi minuti prima dell’inizio del live. Molto apprezzato dai fan anche il merchandising ufficiale, che offriva magliette a 55 euro, felpe a 120 e cappellini a 50. Non economicissimi, ma in linea con quanto ormai offrono i grandi concerti.

Padova si scatena con gli Imagine Dragons

L’evento ha richiesto una macchina organizzativa importante. I trasporti pubblici sono stati potenziati, sono stati istituiti servizi straordinari di viabilità e sicurezza. Nessuna criticità rilevata né agli ingressi né in fase di deflusso. Fortunatamente, l’afflusso dei fan in serata è stato più che distribuito e ordinato.

Venendo alla parte musicale, che poi è quella che davvero resta, la band guidata da Dan Reynolds ha proposto un set in linea con le altre tappe del tour. Ovviamente, tra le più cantate ci sono state “Thunder”, “Bones”, “Whatever It Takes”, “Believer”, “Radioactive”. Reynolds ha interagito spesso con la platea, anche in italiano, ringraziando Padova per la partecipazione e l’energia.

Giovedì sera si replica con la seconda e ultima data padovana, sempre allo stadio Euganeo. Anche in questo caso, sono attese circa 40 mila persone. Con Padova, si chiude la parentesi veneta del tour italiano, che si concluderà con l’unica tappa del Sud, a Napoli.

I fan lo sanno, tra i motti più famosi di Dan Reynolds c’è la frase «We don’t play shows, we live them», cioè «Noi non facciamo concerti, li viviamo». Stando ad applausi, partecipazione e cori, l’auspicio è stata una promessa mantenuta.

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