I Leoni della Biennale Danza 2025: Twyla Tharp Leone d’oro alla carriera, Carolina Bianchi leone d’argento

La motivazione: “Tharp è a dir poco un fenomeno. I suoi contributi rivoluzionari al pensiero della danza non hanno eguali, grazie a un lavoro che combina rigore e gioco, disciplina classica e tecnica del balletto con danza moderna e movimenti naturali”.

La redazione

Giornata di celebrazioni per la danza domenica 19 luglio – nella Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian, sede della Biennale (ore 12.00) - con la duplice cerimonia di premiazione per la leggendaria coreografa americana Twyla Tharp, Leone d’oro alla carriera, e per la performer, regista e scrittrice brasiliana di stanza ad Amsterdam Carolina Bianchi.

Nella motivazione di Wayne McGregor si legge:Twyla Tharp è a dir poco un fenomeno. I suoi contributi rivoluzionari al pensiero della danza non hanno eguali, grazie a un lavoro che combina rigore e gioco, disciplina classica e tecnica del balletto con danza moderna e movimenti naturali, per coreografie radicalmente innovative destinate sia al teatro che al cinema. Twyla Tharp è una delle più importanti coreografe esistenti”.

Cresciuta alla scuola dell’American Ballet Theater e poi negli studi di Martha Graham e Merce Cunningham, con un passaggio nella formazione di Paul Taylor, Twyla Tharp fonda la propria compagnia nel 1965. Ed è da allora che con la sua danza Twyla Tharp libera corpi e menti da convenzioni e stereotipi passando con audacia sperimentale attraverso tutti i generi – dal tip tap alla danza jazz, dal post modern al neoclassico – per reinventare ogni volta con abilità combinatoria la sua cifra originale.

Non c’è alcuna forma di spettacolo a cui la Tharp non si sia applicata lasciando il suo segno d’autore: dai templi della danza, entrando nel repertorio di grandi compagnie internazionali (fra le tante: Joffrey Ballet, American Ballet Theater, Balletto dell’Opéra di Parigi, Royal Ballet, New York City Ballet, Boston Ballet, Martha Graham Dance Company), al mondo del cinema (uno su tutti: Hair di Milos Forman) e quello del musical (reinventando, per esempio, il classico dei classici Singin’ in the Rain), ma anche dei video, del pop e del rock (con Frank Sinatra, Billy Joel, David Byrne), infine della moda e della televisione, collezionando premi e successi (un Tony Award e due Emmy Awards, fra gli altri), amata da pubblico, critica, artisti, come il divo Baryshnikov.

La motivazione del Leone d’argento recita: “Nel 2023, Carolina Bianchi ha presentato in anteprima il primo capitolo della sua trilogia A Noiva e o Boa Noite Cinderela (La sposa e Buonanotte Cenerentola), che si addentra negli orrori profondi della violenza sessista, come una discesa nel profondo degli inferi, immergendoci in uno spazio in cui i ricordi si intrecciano e diventano indistinti. Bianchi impiega il proprio corpo come elemento centrale del suo lavoro, radicandosi saldamente nella tradizione della performance femminile e allo stesso tempo mettendola in discussione. Con l’evolversi della sua sensazionale trilogia di opere, Bianchi rimane all’avanguardia della performance più radicale, ricordandoci l’imprescindibile bisogno di voci artistiche nuove così rigorose”.

Il secondo capitolo della trilogia, intitolato The Brotherhood, replica il 20 luglio al Teatro Piccolo Arsenale (ore 17.00). Nel nuovo capitolo Carolina Bianchi esplora lo sguardo maschile, quel patto di fratellanza che unisce gli uomini e si fa sistema, codice, lingua; ne indaga le origini e ne osserva le dinamiche, l’inscriversi di questo patto nel dominio e nella violenza, che trova espressione e si perpetua attraverso lo stupro e l’abuso sessuale. Utilizzando gli strumenti del teatro, Carolina Bianchi affronta ripetutamente avversione e fascinazione per le dinamiche di potere maschili, tessendo legami fra rappresentazione e trauma reale, strutture di potere nell’arte e poesia radicale, origini della misoginia e sessualità in crisi. The Brotherhood affonda le radici e deve il titolo agli studi dell’antropologa argentina Rita Laura Segato, al suo lavoro sulla violenza sessuale, a partire dai famigerati femminicidi di Ciudad Juárez, in Messico.

Riproduzione riservata © il Nord Est