La disobbediente Fiorella incanta Mirano, standing ovation al suo «Palestina libera»

Mannoia riprende la tournée dal Veneziano con un concerto sold out. Un viaggio nella canzone italiana guidato dalla voce inconfondibile di un’artista coraggiosa: «Se una donna dice no, è no»

Rocco Currado
Fiorella Mannoia a Mirano
Fiorella Mannoia a Mirano

«Ci sono canzoni per i piedi che fanno ballare, canzoni per il cuore che fanno innamorare e canzoni per la testa che fanno pensare».

Lo sa bene Fiorella Mannoia che per la ripartenza del tour estivo, ieri sera (15 luglio) al Mirano Summer Festival, le ha messe tutte insieme. Con una netta prevalenza delle ultime e sempre con particolare attenzione alle parole perché, confida, «ho bisogno di un testo che mi emozioni per riuscire a emozionare gli altri». A emozionare ci è riuscita in pieno, come fa da oltre quarant’anni.

Si torna proprio a quarant’anni fa con la prima canzone del concerto, la “Caffè nero bollente” che le è valsa un undicesimo posto al Festival di Sanremo del 1981. Per poi entrare nel vivo con “Combattente”, dove il messaggio inizia a delinearsi: «È una regola che vale in tutto l'universo, chi non lotta per qualcosa ha già comunque perso», canta.

Il concerto è un viaggio non soltanto tra i brani migliori del suo repertorio, ma soprattutto tra le battaglie che ha deciso di combattere in prima linea. Quella contro la violenza sulle donne, quella contro l’orrore di Gaza: l’arma è sempre la parola.

Ad accompagnarla la sinfonica Saverio Mercadante di Altamura diretta dal maestro Rocco De Bernardis. L’orchestra è un vestito da sera, cucito su misura. Capace di seguire la voce in ogni slancio, di condividerne vette e abissi. In uno speciale equilibrio tra la certezza delle percussioni e le ali dei flauti, l’abbraccio dei violoncelli e la leggerezza dei violini - come delle farfalle, quelle proiettate sui ledwall del palco. La voce non è al top - sarà l’umidità, ma agli oltre duemila presenti non importa. Anzi, forse quel soffio la rende ancor più vera.

«Con la fondazione “Una, nessuna, centomila” in questi anni abbiamo raccolto oltre tre milioni di euro per i centri antiviolenza», racconta, «è la prima volta che una causa sociale abbia tanto successo». E dedica “Nessuna conseguenza” alle donne che «ce l’hanno fatta». Mentre sull’inno di “Quello che le donne non dicono” ha un messaggio per i papà: «Insegnate ai vostri figli che il rifiuto di una donna non è un insulto alla virilità e quando una donna dice no, in qualsiasi condizione si trovi, è no».
Brani vecchi e nuovi si alternano. Con “In viaggio”, con cui Fiorella da interprete diventa pure cantautrice («anche se rimango principalmente un’interprete, e lo rivendico», tiene a precisare), la platea si commuove. Ci sono tutte le raccomandazioni di una madre a un figlio che parte o è costretto a partire: «Ricorda che l'umiltà apre tutte le porte e che la conoscenza ti renderà più forte», è solo una delle tante.

Tanti gli aneddoti. Quella volta che l’amico Francesco De Gregori l’ha chiamata annunciando di aver scritto per lei una canzone, “Giovanna d’Arco”, che considera «una delle più belle degli ultimi trent’anni». O quella volta, tanti anni fa, che ha vinto un concorso televisivo in cui erano solo donne: «Un segno premonitore», ride.

Canzoni per i piedi, si diceva. È il momento di "Besame mucho” e “Quizás, quizás, quizás”. Non mancano altri grandi successi, come i sanremesi “Che sia benedetta” e “Mariposa”. Fino a “Il cielo d’Irlanda”.

In un’epoca in cui all’artista va bene tutto purché sia record e sia sold out, Fiorella ci ricorda - dal pulpito di Mirano da cui scende volentieri per confondersi con l’altro da sé - un concetto fuori moda: non va sempre tutto bene, esporsi può avere un prezzo, ma ci sono cause per cui vale davvero la pena.

«Solo verso la nostra coscienza abbiamo il dovere di obbedire», rammenta, «e se la nostra coscienza ci dice che qualcosa non è giusto, disobbedire non è più soltanto un diritto ma diventa anche un dovere». Non a caso per congedarsi sceglie di intonare a cappella “Il disertore” di Boris Vian, che chiude con un inequivocabile «Palestina libera». Standing ovation.

La scaletta

  1. Caffè nero bollente
  2. Combattente
  3. Nessuna conseguenza
  4. Io vivrò (senza te)
  5. Come si cambia
  6. Le notti di maggio
  7. Giovanna D’Arco
  8. Pescatore
  9. In viaggio
  10. Disobbedire
  11. Il peso del coraggio
  12. Margherita
  13. Besame mucho / Quizas quizas quizas
  14. Che sia benedetta
  15. Sally
  16. Mariposa
  17. Quello che le donne non dicono
  18. Il cielo d’Irlanda
  19. Il disertore

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Il Mirano Summer Festival è uno degli appuntamenti più attesi dell’estate veneziana. È organizzato dall’associazione Volare 4.0, in collaborazione con DuePunti Eventi e Contatto Show Events e la partnership di Radio Company e Radio Wow, con il patrocinio del Comune di Mirano. Al centro dell’iniziativa benefica di questa edizione, la collaborazione con la fondazione Città della Speranza, sostenuta attraverso il progetto Hope in Summer. L’ingresso all’area dei campi sportivi di Mirano è gratuito (fatta eccezione per i concerti a pagamento) e il pubblico è invitato a lasciare una donazione libera negli stand della fondazione.
Tra gli ultimi appuntamenti: Cristina D’Avena, Umberto Tozzi e il gran finale con Marco e Pippo. Tutte le info qui.

 

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