La rinascita oltre il denaro
Nel film “L’origine del mondo” protagonista è l’attrice trevigiana Giorgia Faraoni. Vittima di revenge porn, provoca la morte di una donna.Ma un incontro la salva

Ha messo la sua adolescenza, i suoi dolori, la sua capacità di evolvere, come persona e come artista, la trentunenne attrice trevigiana Giorgia Faraoni nel personaggio di Eva, protagonista del film “L’origine del mondo”, che oggi alle 21 presenterà al cinema Edera di Treviso.
L’opera, girata da Rossella Inglese, è passata con successo alla scorsa Festa del cinema di Roma nella sezione Alice nella città, e vede Faraoni accanto a Fabrizio Rongione in un ménage che intreccia senso di colpa, perdono e rinascita. L’attrice è già apparsa sul grande schermo in “Mia” di Ivano De Matteo con Edoardo Leo, e nell’horror “No Way Out” di Dario Germani.
Ha partecipato a videoclip di vari cantanti italiani tra cui Francesco Renga per il brano “Quando trovo te”, e a cortometraggi d’autore, come il pluripremiato “La gazza ladra” di Carola dal Bono, ed “Eva”, presentato dalla Settimana della critica alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2021, a cui la stessa regista Inglese si è ispirata per “L’origine del mondo”.

Faraoni, com’è il suo personaggio?
«Eva è simbolicamente la portatrice del senso di colpa del peccato originale e io ho creato il personaggio, una ragazza di 19 anni, ripescando nei miei vissuti la rabbia e l’energia tipica degli adolescenti. Il suo primo senso di colpa è quello di essere caduta nella trappola del revenge porn, un video intimo diffuso che le fa piovere addosso l’umiliazione inflitta dai suoi coetanei. La sua fragilità la porta a tentare il suicidio, diventando però causa indiretta della morte di una donna sconosciuta: dal voler morire, lei uccide. Avvicinandosi a Bruno, il marito della donna, incontra un’altra anima ferita, come la sua, con cui condividerà un percorso di redenzione».
C’è qualcosa di lei che ha portato ad Eva?
«Il film è stato girato lo scorso anno a Biella e quando mi è stata proposta la parte avevo appena perso una persona cara, quindi ho portato il mio dolore personale nel dolore di Eva, in modo quasi catartico. Ho protetto la sua vulnerabilità per tutto il film, e nel finale mi sono fatta sorprendere dalla sua forza, dal suo diventare donna nel momento in cui è riuscita ad affrontare i problemi, facendo crescere anche me».
Come vive lei, nella sua generazione, il fenomeno del revenge porn?
«Fortunatamente l’ho sperimentato solo attraverso il personaggio, e l’ho immaginato e sentito come una forte violenza alla sua intimità. Credo che i mezzi di comunicazione, dal cinema ai social, abbiano il dovere di sensibilizzare sull’argomento, perché la gente non pensa alle conseguenze del revenge porn, che in questo film fa da sfondo ma è l’evento scatenante di tutto».
Un altro tema caldo portato nella storia è la violenza sulle donne. Cosa si può fare dal suo punto di vista?
«Ciò di cui abbiamo bisogno è un cambio radicale di mentalità, perché c’è totale ignoranza in materia di rispetto della donna nella sua identità ed essenza. Vedo ultimamente molti film o serie che mettono in luce una donna diversa, per esempio “L’arte della gioia” di Valeria Golino. Oggi le donne vengono raccontate nella loro forza, anche egoista a volte, ma libere, e questo contribuirà al cambiamento».
Fabrizio Rongione è un attore d’esperienza internazionale, lanciato dai fratelli Dardenne, com’è stato lavorare con lui?
«Sono una superfan di “Rosetta” dei Dardenne ed ero terrorizzata all’idea di lavorarci così intimamente. Ci siamo conosciuti per gradi, a casa della regista, che ci ha fatti incontrare a un livello superiore, senza parlare, ma facendoci accarezzare, guardare negli occhi, ballare, sempre in silenzio, perché sarebbe stata la cifra del nostro rapporto nel film. Poi sul set la sua professionalità mi ha fatto sentire sempre a mio agio, anche nelle scene di sesso, che sono state molto complicate pur non essendo mai nudi. Mi ha dato sicurezza, facendomi sentire sempre all’altezza della parte».
Qual è il cuore del film?
«L’incontro di due anime simili, nel quale l’una ha bisogno dell’altra per perdonare sé stessa. È una storia d’amore tra due esseri umani che nella sofferenza riescono ad originare un nuovo mondo, insieme hanno dato un senso e una voce alle proprie emozioni».
Dove la rivedremo?
«A breve su Amazon ci sarà il mio primo film, “Andrà tutto bene” di Alessio Gonnella, girato nel 2021, durante la seconda fase del Covid: parla del futuro che ci avrebbe atteso e delle speranze che avevamo. Sono felice che esca ora, quando ormai il dolore della pandemia ce lo siamo tolti, così lo si potrà vedere con più leggerezza».
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